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LETTERA

Unioni gay, mons. Urso chiarisce la sua posizione

Dopo la pubblicazione dell'editoriale in cui si criticavano alcune affermazioni del vescovo siciliano, ecco ora il chiarimento dello stesso presule.

Attualità 23_01_2012
Monsignor Urso
Mercoledì 18 gennaio abbiamo pubblicato un editoriale - "Caro mons. Urso, sulle coppie gay si sbaglia", firmato da Massimo Introvigne - in cui si criticavano alcune affermazioni del vescovo di Ragusa a proposito di riconoscimento da parte dello Stato delle unioni omosessuali. Pubblichiamo ora la lettera che ci ha inviato monsignor Urso - indirizzata a Introvigne -, per chiarire la sua posizione e una breve risposta dello stesso autore dell'editoriale. 

Caro Massimo,

mi permetta di chiamarLa con il solo nome, così come avviene tra fratelli. La ringrazio per la Sua lettera, garbata e puntuale, apparsa su La Bussola Quotidiana.

Come Lei ha perfettamente colto, l’intervista aveva come fulcro l’accoglienza di tutti (la Chiesa come casa dalle porte aperte per tutti), elemento essenziale del messaggio evangelico, e la coerente azione della comunità cristiana.

Sul tema specifico delle convivenze di fatto e delle unioni omosessuali, mi premeva sottolineare la distinzione tra Stato e Chiesa, rilevando da una parte l’atteggiamento della Chiesa chiamata a non discriminare mai nessuno e dall’altra l’importanza che lo Stato affronti il problema, valutando e riconoscendo eventuali diritti e doveri, senza mettere in pericolo matrimonio e famiglia.

La concisione delle espressioni (l’intervista non aveva come tema questo problema) ha provocato quegli equivoci (che sono all’origine anche della Sua lettera), come se approvassi le unioni gay e volessi pormi in contrasto con il costante e chiaro insegnamento del Papa, al quale mi sento profondamente e sinceramente unito e che apprezzo per la semplicità e il coraggio della parola e dei gesti.

Se qualche volta verrà in Sicilia, faccia “un salto” a Ragusa. Sarò felice di conoscerLa personalmente.

Con viva cordialità.

+ Paolo Urso, vescovo di Ragusa

Eccellenza Reverendissima,
La ringrazio non solo della lettera, davvero tanto cordiale quanto dottrinalmente precisa, ma anche dell'attenzione che porta a "La Bussola Quotidiana".

Sono lieto anche delle precisazioni, che - per la curiosa sincronicità delle vicende umane - corrispondono a quanto il Santo Padre ha indicato
il 19 gennaio a vescovi degli Stati Uniti in visita ad Limina, che hanno di fronte gli stessi problemi.

Penso anch'io che lo Stato, riconoscendo alcuni diritti e doveri delle coppie di fatto - come del resto in parte già avviene -, debba essere attento a non creare forme e istituti giuridici che mettano in pericolo il matrimonio e la famiglia. Le correnti culturali moderne ostili appunto al matrimonio e alla famiglia, di cui il Papa ha parlato ai vescovi americani, rendono purtroppo più difficile a tutti noi cercare di coniugare il dovere cristiano, che Lei giustamente richiama, dell'accoglienza nei confronti di tutti con l'annuncio della verità morale.

In questo cammino difficile può capitare di essere mal compresi o travisati. Ma le Sue parole fanno chiarezza. Le accolgo con gratitudine, e sarò lieto di visitarLa nella bellissima Ragusa.

Massimo Introvigne