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DIRITTI (IN)CIVILI

Unioni gay, il PD ci prova da Bruxelles

"Chi è contro le unioni gay favorisce la poligamia». È il messaggio che il gruppo PD all'Europarlamento intende far passare con la diffusione di un video -presentato martedì a Bruxelles - in cui si auspica che alla fine arrivi l'Europa a obbligare il nostro Paese a legalizzare le nozze gay. "Polygame" è il titolo del video.

Famiglia 14_05_2015
La città di Ingiustolo

Luca è fidanzato con Manolo, un ragazzo conosciuto in Erasmus a Cracovia, si amano tanto e si vogliono sposare. Ma l’Italia, ahimé, è un Paese di vecchi discriminatori, dunque i ragazzi sono costretti a partire alla volta di Madrid per celebrare le nozze. Lì si che sono “avanti”: festa, paella, cuori rossi e “vi dichiaro marito e marito”. Ma l’idillio finisce presto perché, tornati in Italia, il sindaco di Ingiustolo (nome di “fantasia”) non riconosce il matrimonio. “Questo matrimonio non s’ha da trascrivere, nè ora nè mai – dice il primo cittadino, nelle vesti di un cattivone dalla voce un po’ nazi – altrimenti dobbiamo accettare anche la poligamia”. Luca, allora, decide di prendersi gioco di quel signore così retrogrado, rozzo e anche un po’ ignorante. “Sei tu il poligamo e te lo dimostro”. Per farla breve, Luca fa il giro dell’Europa, si sposa un po’ con tutti. Quando torna in Italia, però, il ragazzo è ancora celibe, dunque il sindaco tontolone e magari pure “uomo di chiesa”, accetta di maritarlo con Anna. In verità però Luca ha già tre mariti in giro per l’Europa: ergo, in Italia c’è la poligamia. Questa è più o meno la morale della favola: fare passare l’idea che se l’Italia non approva i matrimoni omosessuali, automaticamente significa che acconsente alla poligamia.

Questa storia, purtroppo, non è una barzelletta triste, ma è il contenuto di un video che è stato presentato lo scorso martedì al Parlamento Europeo. La mente è l’on. Daniele Viotti, eurodeputato in quota Pd, che lo ha realizzato insieme all'attore Carlo Gabardini, ma l’iniziativa ha ottenuto il supporto dell’intero gruppo del Partito Democratico a Bruxelles (dobbiamo ricordare che capogruppo del PD a Bruxelles  è la cattolica Patrizia Toia?). “L'iniziativa, presentata (...) al Parlamento europeo, - recita l’ufficio stampa del Partito Democratico a Bruxelles - fa seguito alla presentazione dell'interrogazione parlamentare dello scorso dicembre sul riconoscimento dei matrimoni same sex contratti all'estero. La mancata trascrizione in Italia di questi matrimoni va a ledere alcuni diritti fondamentali dell'UE”.

Molti, probabilmente, si domandano cosa ci stiano a fare così tanti deputati in Europa considerata la fatica con cui si portano a casa risultati concreti su svariati temi, ma forse pochi sanno che uno degli Intergruppi più nutriti e attivi al Parlamento Europeo sia quello Lgbt. I suoi circa 130 membri si impegnano ad assumere un atteggiamento positivo e propositivo sulle questioni LGBTI, quando votano in Parlamento, quando propongono emendamenti, presentano progetti e relazioni. Tra gli aderenti all’Intergruppo, gli eurodeputati italiani del Partito Democratico (ma non solo) occupano una posizione di rilievo, tanto che l’on. Viotti ne è il vice-presidente.

Ma torniamo al video e alla nuova trovata propagandistica. Colpisce come le argomentazioni, esposte con tanta disinvoltura, siano marcatamente false e pretestuose, almeno per due motivi.

Primo. Il nostro ordinamento non prevede alcun vuoto normativo da colmare in fatto di matrimonio e unioni civili. Il filmato invece fa intendere la falsa idea che l’Italia sia un Paese in difetto rispetto ai Paesi europei che vantano una legislazione sui matrimoni omosessuali.  Nulla di più falso. Secondo l’ordinamento italiano e la nostra Carta costituzionale (art. 29), esiste una sola forma di matrimonio, quella fondata sull’unione tra uomo e donna, dunque, una sola forma di famiglia. Il fatto che altri Stati europei facciano diverse scelte normative, non significa che in Italia vi sia un vuoto normativo da colmare, né tantomeno si può affermare che le scelte di questi Paesi comportino un qualche obbligo o vincolo per il nostro Paese. Farlo credere, significa dare un’informazione falsa.

Secondo. Dire che, non adottare una legislazione sulle nozze gay, equivale a promuovere la poligamia è un’altra palese scorrettezza. Anche pretestuosa. Il nostro ordinamento è monogamo e vieta la poligamia nei confronti di chiunque e in ogni circostanza. Questa verità giuridica, non ha nulla a che fare con la discriminazione delle persone con tendenze omosessuali e il riconoscimento civile delle loro unioni. Per fare un esempio molto semplice, se un musulmano ha contratto matrimonio con tre mogli in Arabia Saudita, nessuno di questi potrà essere riconosciuto ai fini civili sul suolo italiano. Non si tratta di discriminazione, semplicemente si tratta del rispetto delle norme di un ordinamento, quello italiano, che prevede la monogamia. 

Le argomentazioni, dunque, non stanno in piedi e lo sanno bene anche gli ideatori del filmato che, tra l’altro, hanno intitolato “Polygame”. Ma allora il punto è un altro: in mancanza – per ora – di una vittoria sul fronte nazionale, gli attivisti dei diritti Lgbt e i promotori più convinti di questa ideologia, pressano con ogni mezzo affinché l’Europa cali dall’alto la legge e costringa tutti gli Stati membri ad inserire una norma sui matrimoni gay nei singoli ordinamenti nazionali. È questo il vero obiettivo ed insieme la ragione di tanto amore per l’Europa. E non ne fanno mistero: "Sulle nozze gay, vorrei che qualcuno dicesse: mi spiace, le dobbiamo fare, ce lo chiede l'Europa", tradisce Carlo Gabardini, braccio-destro di Viotti nella realizzazione di 'Polygame'.

La battaglia in difesa del matrimonio e della famiglia si fa sempre più pesante, in Europa così come in Italia, dove si combatte in questi giorni contro l’approvazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili (per persone con tendenze omosessuali). “Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria e lo è per tutti, non solo per i credenti”, ci ha ricordato con convinzione papa Francesco. “La rimozione della differenza (tra uomo e donna, ndr) infatti, è il problema, non la soluzione. (…) Dio ha affidato la terra all’alleanza dell’uomo e della donna: il suo fallimento inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della speranza. I segnali sono già preoccupanti, e li vediamo”. In gioco, vogliamo ricordarlo, c’è il futuro dei nostri figli, il loro diritto ad avere un padre ed una madre, in gioco c’è una società più libera e più giusta.