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Asia

Un’insegnante cattolica uccisa in West Papua

Rosalisa Rerek Sogen è morta bruciata viva durante un attacco alla sua scuola sferrato da un gruppo separatista

Una insegnante cattolica di scuola elementare, Rosalisa Rerek Sogen, è stata uccisa il 21 marzo in Indonesia nella provincia di Nusa Tenggara che si trova in West Papua, la parte indonesiana dell’isola di Nuova Guinea. Si trovava nell’istituto in cui presta servizio insieme a dei colleghi e ad alcuni operatori sanitari, quando un gruppo di separatisti, il Battaglione Eden Sawi-cum-Sisipa, lo ha attaccato. I miliziani prima hanno chiesto del denaro e poi, al rifiuto degli insegnanti, hanno dato fuoco a un’aula e al dormitorio del personal didattico. Rosalisa è morta bruciata viva. Aveva 30 anni. Anche sette persone sono state ferite, tre delle quali gravemente. Gli indipendentisti hanno giustificato l’attacco sostenendo che gli insegnanti e gli operatori sanitari in realtà erano dei militari sotto copertura, cosa che il comando locale dell’esercito ha negato. Le autorità in seguito all’attacco hanno iniziato ad evacuare gli insegnanti e gli operatori sanitari locali che vengono portati a Jayapura, la capitale del West Papua. Con un comunicato di cui l’agenzia di stampa Crux ha ricevuto copia monsignor Yanuarius Teofilus Matopai You, vescovo di Jayapura, ha ricordato che i separatisti sono attivi da decenni, da quando nel 1969 la regione è stata annessa all’Indonesia, e che il conflitto ha già causato vittime e profughi. “Questo conflitto – si legge nel comunicato – ha causato innumerevoli vittime, inclusi militari dell’esercito indonesiano e dell'Esercito di liberazione nazionale della Papua occidentale e civili. Migliaia di persone hanno perso la vita, sia in combattimenti diretti che per effetto del conflitto, responsabile di fame, malattie e traumi psicologici – anche le ondate di sfollati sono una conseguenza di questo conflitto. Molti civili sono stati costretti a fuggire dalle loro case in diverse regioni, come Nduga, Intan Jaya e Yahukimo, alla ricerca di aree più sicure. Questi esodi spesso si verificano in condizioni estremamente difficili, con accesso limitato a cibo, acqua pulita e assistenza sanitaria. La Chiesa cattolica condanna fermamente questa violenza come violazione dei diritti umani. La Chiesa sottolinea l’importanza di un dialogo pacifico tra Giacarta e Papua per porre fine al ciclo di violenza che porta solo sofferenza”. Benché l’Indonesia sia un paese a maggioranza musulmana, gli abitanti di West Papua sono in maggioranza cristiani.