Un'indagine svela l'"effetto Francesco"
C’è un «effetto Francesco» e a Pasqua, commossi dagli appelli del nuovo Papa ad affidarsi senza riserve alla misericordia divina, molti «lontani» sono tornati in chiesa, spesso dopo tanti anni, e si sono confessati.
Il primo a rilevarlo è stato, tra i giornalisti, l’amico Andrea Tornielli. C’è un «effetto Francesco» e a Pasqua, commossi dagli appelli del nuovo Papa ad affidarsi senza riserve alla misericordia divina, molti «lontani» sono tornati in chiesa, spesso dopo tanti anni, e si sono confessati.
Anch’io ho sentito tanti aneddoti di questo genere, non solo in Italia, raccontati da sacerdoti o religiosi, e anche da autorità ecclesiastiche, e ho verificato questo effetto in ambienti dove non me lo sarei mai aspettato.
Siccome però sono un sociologo, diffido sempre un po' delle impressioni aneddotiche e preferisco affidarmi ai dati quantitativi.
Il centro che dirigo, il CESNUR, ha dunque promosso un’indagine intesa a trasformare le impressioni aneddotiche sull’effetto Francesco in un dato statistico, per quanto primo e parziale. Impostare un’indagine dopo un solo mese di pontificato di Francesco non è stato facile, e i sacerdoti e religiosi sono un universo non sempre entusiasta di rispondere ai sociologi. Ho quindi scelto la tecnica detta a cascata, in cui da un gruppo qualificato d’intervistati si passa, sfruttando i loro contatti, a un altro gruppo.
Mi sono servito di un software che permette di raccogliere risposte a questionari a partire dai social network Facebook e Twitter, e mi sono rivolto ai sacerdoti e religiosi presenti in una serie di gruppi e ambiti qualificati: non solo i miei amici – che sono comunque cinquemila, il massimo consentito, su Facebook – ma i partecipanti a gruppi di ex alunni di seminari, di lettori della Nuova Bussola Quotidiana e di Avvenire, di ascoltatori di Radio Maria, di persone interessate alle news su associazioni e movimenti cattolici.
La ricerca si è chiusa automaticamente al ricevimento della duecentesima risposta ricevuta da un sacerdote o religioso, un campione – considerata la tecnica usata – rappresentativo e sufficiente. Sono stati intervistati, a titolo di controllo, anche laici cattolici impegnati in una specifica comunità e un piccolo numero di religiose.
Tra i sacerdoti e religiosi il 53% ha affermato di avere riscontrato nella propria comunità un aumento delle persone che si riavvicinano alla Chiesa o si confessano, aggiungendo che queste persone citano esplicitamente gli appelli di Papa Francesco come ragione del loro riavvicinamento alla pratica religiosa. Nel 43,8% di questi casi l’aumento di fedeli è definito come consistente, superiore al 25%. Lo notano di più i religiosi (66,7%) rispetto ai sacerdoti diocesani (50%). E per il 64,2% del campione l’aumento riguarda particolarmente le confessioni.
Abbiamo condotto la stessa indagine anche su un campione di oltre cinquecento laici cattolici. Percepiscono l’effetto Francesco meno dei sacerdoti e religiosi, che sono impegnati direttamente nei confessionali. Ma un significativo 41,8% dei laici si è accorto dell’effetto di ritorno alla Chiesa motivato dagli appelli di Papa Francesco, che sembra dunque essere visibile, per così dire, anche a occhio nudo. Il 17,7% dei laici dichiara specificamente di avere rilevato un aumento di coloro che si confessano nella propria comunità. Per quanto poi il numero di religiose che hanno risposto sia modesto, questo primo dato indica che le suore si sono accorte del fenomeno in modo massiccio: 81,82%.
I dati sono, nei limiti dell’indagine, molto significativi. Un effetto rilevato da oltre metà di un campione è un fenomeno non solo esistente ma di grande rilievo. Non è tanto importante che il 47% dei sacerdoti e religiosi non riscontri l’effetto. I fenomeni sociali percepiti dall’unanimità o quasi di chi risponde a un questionario sono pochissimi. Né si potrebbe sostenere che gli intervistati hanno scambiato il consueto aumento di fedeli e penitenti a Pasqua per un effetto legato a Papa Francesco.
Agli intervistati è stato chiesto specificamente di rispondere solo con riferimento a fedeli che motivassero specificamente il loro ritorno alla Chiesa con gli appelli del nuovo Pontefice, e il questionario era strutturato in modo da indurli a paragonare la Pasqua 2013 a quelle degli anni precedenti, non ad altri periodi dell’anno liturgico.
Se cercassimo di tradurre il dato in termini numerici e su scala nazionale, con riferimento a metà delle parrocchie e comunità, dovremmo parlare di centinaia di migliaia di persone che si riavvicinano alla Chiesa accogliendo gli inviti di Papa Francesco. Un effetto massiccio e perfino spettacolare.
Naturalmente, l’effetto Francesco è anche un effetto Ratzinger: molti affermano spontaneamente di essere stati commossi e scossi anche dalla rinuncia di Benedetto XVI. E l’effetto andrà verificato alla prova del tempo.
Potrebbe trattarsi di quella che i sociologi chiamano effervescenza religiosa, che non sempre è di lunga durata. Tuttavia, fin da ora possiamo affermare che non si tratta di impressioni e di aneddoti, ma di numeri reali.