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UN ANNO DI "BUSSOLA"

Un'esperienza di popolo

Un popolo. Non si può definire altrimenti quello presente sabato
al Circolo della Stampa di Milano
per il convegno in occasione del primo anno di vita de La Bussola Quotidiana.

Editoriali 05_12_2011
la bussola quotidiana
Un popolo. Non si può definire altrimenti quello che era presente sabato al Circolo della Stampa di Milano per il convegno organizzato in occasione del primo anno di vita de La Bussola Quotidiana. Un popolo. Non tanto per il numero degli intervenuti – che pure era tutt’altro che irrilevante – quanto per l’atmosfera che si respirava: il riconoscimento di una unità che si fonda su quell’esperienza cristiana vissuta nella fedeltà alla Chiesa cattolica da cui nasce anche la Bussola Quotidiana.

E la giornata può essere letta come una presentazione di affascinanti esperienze di fede, che hanno toccato alcuni ambiti di impegno del nostro quotidiano: l’intervento di padre Piero Gheddo, il decano dei missionari italiani, che ci ha fatto toccare con mano - con il racconto dei suoi viaggi nelle missioni di tutto il mondo – la realtà di un Vangelo che cambia la vita delle persone e dei popoli, facendo acquistare loro una dignità dapprima sconosciuta. La testimonianza di Vittorio Messori che – intervistato da Andrea Tornielli – ci ha fatto comprendere attraverso il racconto della sua conversione e dei suoi successi editoriali, come la domanda sul significato della vita, la domanda su Gesù, sia sempre quella che più interessa gli uomini, a dispetto di quanto ritengono i giornali e le case editrici più importanti, comprese quelle cattoliche.

Infine la tavola rotonda che ha lanciato la battaglia culturale contro l’aborto che, dopo i puntuali interventi di Massimo Introvigne e di Luigi Amicone (direttore del settimanale Tempi), ha toccato il suo vertice con la commovente e coinvolgente testimonianza di Paola Bonzi, fondatrice e direttrice del Centro di Aiuto alla Vita della clinica Mangiagalli di Milano, che in 27 anni ha salvato 13mila bambini. Il suo intervento ci ha toccati così nel profondo, che abbiamo deciso seduta stante di darvi un seguito. Così dal prossimo fine settimana troverete nel magazine l’appuntamento fisso con Paola Bonzi, che ci racconterà frammenti di vita vissuta incontrando donne sul punto di abortire.
Potrete comunque rivedere tutti questi interventi fra pochi giorni sul nostro sito, ma più ancora delle parole dette conta quell’atmosfera di amicizia che abbiamo respirato, quella passione condivisa per la Bussola Quotidiana che tanti di voi ci hanno comunicato, anche attraverso il web.

E’ un tesoro grande che ci portiamo dentro, che ci incoraggia a proseguire in questa avventura e a migliorare ulteriormente il frutto del nostro lavoro, per renderlo adeguato alle esigenze di chi ci legge, il nostro popolo appunto.

Una postilla: sabato mattina, nell’intervento che ho svolto per presentare questo primo anno di Bussola, ho inteso anche ripercorrere l’itinerario svolto raccontando i volti delle persone che l’hanno reso possibile, dai primi soci sostenitori fino ai frequentatori del sito. Purtroppo nella frenesia del momento ho omesso un tassello decisivo della nostra storia, e vorrei perciò rimediare qui: sì, perché la Bussola quotidiana non sarebbe mai nata se non ci fosse stata prima l’esperienza del mensile Il Timone e la spinta decisiva del suo direttore Gianpaolo Barra. E’ proprio attorno al Timone che è nata l’amicizia tra alcuni giornalisti che ha reso possibile la nascita del nostro quotidiano online. Ed è doveroso ricordarlo.