SCHEGGE DI VANGELO
Una vita da tempo pieno
Davanti a Gesù ci chiediamo:
per che cosa vale la pena vivere, alzarsi al mattino, lavorare, penare, amare, gioire?
Vangelo
03_02_2012
Quinta domenica durante l’anno B
“…lo trovarono e gli dissero: ‘Tutti ti cercano’”
“…lo trovarono e gli dissero: ‘Tutti ti cercano’”
Marco 1,29-39
Gesù vive una vita da tempo pieno. Il Vangelo di Marco ce lo mostra all’opera per una giornata intera, registrando le sue mosse momento per momento. In sinagoga nel giorno di sabato, come leggevamo domenica scorsa; poi nella casa di Pietro dove solleva la suocera dalla sua malattia e lei subito si mette a servire. Alla sera finisce il riposo festivo e la gente gli si presenta alla porta. E’ tutto un lavoro di guarigioni. Arriva la notte e Gesù si alza prima dell’alba e va fuori a pregare.
Possiamo immaginarlo in riva al lago, tutto solo. Pietro con gli amici corre a cercarlo perché la folla è da capo davanti alla casa. A Gesù non basta. Il mondo è più grande. Colpisce l’attività di Gesù, questa vita piena, tutta determinata dalla coscienza di essere chiamato a una missione. La liturgia di questa domenica registra anche il lamento di Giobbe, oppresso dalla vita e dal lavoro, come uno schiavo e un mercenario; mentre San Paolo appare pure lui lanciato nella missione.
Qual è dunque il valore della vita? Per che cosa vale la pena vivere, alzarsi al mattino, lavorare, penare, amare, gioire, sperare? Abbiamo il tempo da vivere, ogni giorno, da giovani, adulti o anziani. L’intera giornata e l’istante che ci è donato, è da vivere come chiamata a una missione. Il compito che ci viene affidato ogni giorno, mentre ci rende disponibili per gli altri, rende lieto il nostro stesso cuore. Come potrà avvenire questo?
Gesù viene oggi, arriva fino a noi, entra nel tessuto della nostra umanità, dentro la nostra casa, ci prende per mano e ci solleva dall’incupimento e dall’oppressione della vita. Come la suocera di Pietro, come i tanti malati guariti e gli indemoniati liberati, rialziamo il capo e ritorniamo a vivere e ad agire con l’entusiasmo e la vitalità che vediamo in lui e che la sua grazia ci comunica.
Possiamo immaginarlo in riva al lago, tutto solo. Pietro con gli amici corre a cercarlo perché la folla è da capo davanti alla casa. A Gesù non basta. Il mondo è più grande. Colpisce l’attività di Gesù, questa vita piena, tutta determinata dalla coscienza di essere chiamato a una missione. La liturgia di questa domenica registra anche il lamento di Giobbe, oppresso dalla vita e dal lavoro, come uno schiavo e un mercenario; mentre San Paolo appare pure lui lanciato nella missione.
Qual è dunque il valore della vita? Per che cosa vale la pena vivere, alzarsi al mattino, lavorare, penare, amare, gioire, sperare? Abbiamo il tempo da vivere, ogni giorno, da giovani, adulti o anziani. L’intera giornata e l’istante che ci è donato, è da vivere come chiamata a una missione. Il compito che ci viene affidato ogni giorno, mentre ci rende disponibili per gli altri, rende lieto il nostro stesso cuore. Come potrà avvenire questo?
Gesù viene oggi, arriva fino a noi, entra nel tessuto della nostra umanità, dentro la nostra casa, ci prende per mano e ci solleva dall’incupimento e dall’oppressione della vita. Come la suocera di Pietro, come i tanti malati guariti e gli indemoniati liberati, rialziamo il capo e ritorniamo a vivere e ad agire con l’entusiasmo e la vitalità che vediamo in lui e che la sua grazia ci comunica.