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Krajewski chiama don Lino

Una telefonata di solidarietà dall'elemosiniere del Papa

L'elemosiniere di Sua Santità ha rivelato alla Nuova BQ di aver contattato personalmente don Viola per esprimergli tutta la sua vicinanza. «Gli ho detto che sono solidale con lui, che lo abbraccio e che non è solo».

Ecclesia 23_04_2020

Don Lino Viola non è solo. E non sono soltanto tantissimi fedeli a schierarsi dalla parte del parroco di Gallignano che si è rifiutato di interrompere la celebrazione della Messa di fronte all'irruzione dei carabinieri piombati in chiesa per la presenza di sei persone in più (familiari di vittime del coronavirus) rispetto al numero consentito. Dal Vaticano, infatti, arriva il sostegno senza se e senza ma del cardinal Konrad Krajewski.

L'elemosiniere di Sua Santità, uno dei prelati più vicini a Francesco, ha rivelato alla Nuova BQ di aver contattato personalmente don Viola per esprimergli tutta la sua vicinanza. "L'ho chiamato il giorno dopo l'episodio, non appena saputa la notizia, per dirgli che, come l'Elemosiniere Pontificio, sono solidale con lui, che lo abbraccio e che non è solo", ci ha raccontato Krajewski. Lo scorso 13 marzo 'Don Corrado', come chiede di essere chiamato, si era reso responsabile in prima persona di un atto di 'disobbedienza', aprendo le porte di Santa Maria Immacolata all'Esquilino, chiesa di cui è titolare, nonostante il decreto del 12 marzo del Vicariato di Roma - in accoglienza alle disposizioni governative - avesse disposto per i fedeli il divieto assoluto d'accesso agli edifici di culto.

Un atto di disobbedienza rivendicato in un'intervista concessa a 'Crux' e che aveva anticipato il dietrofront successivo del Vicariato, con la riapertura delle chiese parrocchiali per la preghiera personale. Un gesto, quello compiuto poco più di un mese fa nel quartiere Esquilino, per mezzo del quale l'Elemosiniere - noto alle cronache nazionali soprattutto per aver riallacciato personalmente la corrente elettrica ad un palazzo occupato in zona Santa Croce in Gerusalemme - si era augurato di poter "dare coraggio ad altri preti".

E coraggio è la virtù che don Lino Viola, sfidando il ripetuto ed inopportuno invito rivoltogli dal militare piombatogli di fronte all'altare all'orate fratres, ha dimostrato di possedere in abbondanza domenica scorsa. Il comportamento del sacerdote è stato, incredibilmente, criticato dalla sua Diocesi che in un comunicato sulla vicenda ha voluto "sottolineare con dispiacere" come fosse "in contraddizione con le norme civili e le indicazioni canoniche che ormai da diverse settimane condizionano la vita liturgica e sacramentale della Chiesa in Italia e della (...) Chiesa cremonese”.

Ma ora sappiamo che dalla parte di don Viola ha scelto di schierarsi apertamente uno degli uomini più ascoltati ed apprezzati da papa Francesco: "Quando abbiamo parlato al telefono - ci ha confidato Krajewski - gli ho detto che sono con lui, che lo appoggiamo e l'ho invitato a pregare insieme per tutta questa situazione". Il cardinale, che raggiungiamo telefonicamente mentre è in strada a consegnare beni di necessità ai senzatetto di Roma, ci esorta a scriverlo; l'Elemosiniere di Sua Santità sta con don Lino Viola.