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Asia

Una piccola ma vivace comunità cattolica in Kirghizistan

Guidati dai missionari gesuiti i cattolici kirghizi, benché siano non più di 1.500, svolgono con successo attività culturali e sociali

   

 

In Kirghizistan, paese per l’87 per cento musulmano, la costituzione garantisce libertà di religione. Tuttavia ci sono limitazioni alla pratica religiosa: è difficile organizzare incontri al di fuori dei siti ufficialmente registrati per essere adibiti al culto, l’importazione e la distribuzione di letteratura religiosa sono soggette a censura, i gruppi religiosi si devono registrare ed essere legalmente riconosciuti, l’attività missionaria e l’educazione religiosa sono soggette a limiti, il proselitismo è vietato. Inoltre nelle aree rurali e nelle comunità di piccole dimensioni i cristiani sono malvisti dalla popolazione e spesso le autorità locali non intervengono in loro aiuto quando si verificano atti di violenza e abusi. I cristiani sono il 4,4 per cento della popolazione. I cattolici sono da 600 a 1.500, secondo stime di Aiuto alla Chiesa che soffre, e generalmente non hanno problemi di convivenza con il resto della popolazione. Per quanto piccola, la comunità dei cattolici è molto attiva. Dall’estate del 2022, su iniziativa della Fondazione Svet Ljubvi (La luce dell’amore) dei missionari gesuiti sono state organizzate lezioni e incontri della Scuola Teologica e dal 21 al 25 maggio si è svolta una conferenza internazionale su “Filosofia della religione in Oriente e in Occidente”. Quasi tutte le iniziative si svolgono a Zenis, un villaggio a pochi metri dal lago di Issik-Kul, dove i gesuiti hanno creato un Centro di riabilitazione per bambini orfani, invalidi e figli di famiglie povere ospitati gratuitamente. Gli ospiti permanenti sono circa 100, ma il Centro oltre ai partecipanti alle conferenze e agli incontri accoglie anche persone, giovani e non, che intendono trascorrere un periodo di spiritualità e di vacanza. Nell’estate del 2022 a Zenis si è svolto il primo “Festival della Gioventù Cattolica” del paese, al quale hanno partecipato più di 60 giovani anche provenienti dai paesi vicini e dalla Siberia russa.