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Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Comunità cristiane crescono

Una piccola chiesa per una piccola comunità cambogiana

È stata appena consacrata e sostituisce l’abitazione in cui per circa 20 anni si sono celebrate le messe e tutte le cerimonie religiose per i circa 300 cattolici residenti

 

La piccola comunità cattolica di Kampot, nel sud della Cambogia, ha finalmente una chiesa, dedicata a Sant’Agostino: un piccolo edificio dipinto di giallo e ben riconoscibile come luogo di culto cristiano che può ospitare fino a 150 fedeli. Il 4 giugno, alla vigilia della Pentecoste, è stata consacrata dal vicario apostolico della capitale Phnom Penh, monsignor Oliver Schmitthaeusler, che circa 20 anni fa, come missionario delle Missions Entrangèrs de Paris, si era stabilito a Kampot e aveva trasformato la propria abitazione in un ostello per i ragazzi in città per studiare. È nata così la comunità cattolica attuale che fino ad ora ha usato quella casa come chiesa. Nel centro pastorale sui cui sorge la chiesa è stata appena costruita anche una scuola che comprende un asilo per bambini da tre a sei anni e sei classi della scuola primaria. L’istituto è frequentato da 200 bambini in gran parte di famiglie non cristiane. Non lontano da Kampot inoltre, nel villaggio di Chumkirì, già c’è un’altra chiesa e a breve sarà aperta una Casa della carità, realizzata dalla Fondazione Pime, che si prenderà cura di ammalati e ragazzi disabili. Si tratta di piccole realizzazioni, ma importanti in un paese a grande maggioranza buddhista,tanto più tenuto conto che 20 anni fa nell’area del settore pastorale di Kampot, che conta 600.000 abitanti, non viveva neanche un cattolico, mentre adesso i fedeli sono poco più di 300. Il parroco della chiesa di Sant’Agostino, il missionario del Pime padre Gianluca Tavola, ha spiegato all’agenzia AsiaNews: “la presenza fisica della chiesa è un modo per dire a tutti: è una comunità piccola, giovane, ma ci siamo anche noi”. Padre Tavola inoltre sottolinea con soddisfazione che alla messa della domenica prendono parte anche tre famiglie di cattolici vietnamiti, immigrati per lavoro.