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MILANO

Una moschea per tutti? Solo per i Fratelli Musulmani

In vista di Expo2015 si infittisce il dibattito sulla nuova moschea di Milano. Lo sanno i musulmani milanesi che l'unico interlocutore con il Comune è il Caim? Una fitta rete di relazioni unisce quest'ultimo ai Fratelli Musulmani. Sarà dunque una moschea per tutti, o solo per l'islam politico? 

Libertà religiosa 18_12_2014
Musulmani in preghiera

Il dibattito sulla nuova moschea di Milano in vista dell’imminente Expo2015 continua, si accende e richiede sempre più chiarezza da parte di entrambe le parti in causa ovverosia il Comune di Milano e il Coordinamento Associazioni Islamiche di Milano e Monza e Brianza (Caim). La richiesta di una valutazione dei ministri di culto da parte del Viminale prima di affidare aree pubbliche ai gruppi religiosi rallenta i tempi dell’apertura del luogo di culto islamico. Anche le recenti dichiarazioni e i dubbi espressi dal consigliere Matteo Forte riguardo al Caim, principale referente islamico del Comune di Milano, rammentano l’importanza di definire due concetti chiave alla base del dibattito meneghino: quello di comunità e quello di rappresentatività dei musulmani. 

Chi rappresenta la comunità islamica milanese? Può un’associazione o un coordinamento dirsi rappresentativo dell’intera popolazione musulmana di Milano? Quanti musulmani residenti nel milanese si riconoscono nell’islam promosso dalle associazioni rappresentate dal Caim? Quanti musulmani milanesi sarebbero soddisfatti di un finanziamento qatarino alla erigenda moschea?

Ebbene nel marzo 2014 Sabrina Mandouh sul blog YallaItalia Il Blog delle Seconde Generazioni pubblica l’articolo Caim: Errare humanum est, perseverare autem diabolicum in cui sottolineava lo stretto legame del Coordinamento diretto da Davide Piccardo con la politica, piuttosto che con la religione, e in modo particolare con l’islam politico dei Fratelli musulmani. La riflessione della Mandouh parte dalla seguente dichiarazione di Piccardo al Tgr su Rai3: “Noi non siamo vicini ai Fratelli musulmani… il Caim non si è mai espresso su vicende che riguardano la politica estera. Mai.” Subito dopo vengono addotti a smentita dell’affermazione di Piccardo manifesti, immagini che mettono in relazione il Caim e i suoi membri con l’attivismo dei Fratelli musulmani. 

Uno sguardo alla struttura, alle affiliazioni e ai membri del Caim conferma quanto sostenuto e documentato dalla Mandouh. Il sito ufficiale del Caim riporta l’elenco delle associazioni affiliate nell’ordine seguente: Associazione Culturale della Fratellanza con sede a Pioltello; Casa della Cultura Islamica di Gratosoglio; Associazione Baytun Noor di Monza; Associazione Shah Jalal; Associazione Al Salam di Concorezzo; Gmi – Giovani musulmani d’Italia – Sezione di Monza; Associazione dei Layene di Milano; Associazione Al Hikma di Settala; Associazione Iqrà per lo sviluppo e la Comunicazione Interculturale; Comunità islamica Milligorus; Bangladesh Islamic Center; Associazione Al Baraka; Associazione Al Huda; Centro islamico di Monza e Brianza; Uami Unione degli albanesi musulmani; Admi Associazione Donne Musulmane d’Italia; Associazione Islamica di Milano, Moschea Santa Maria; Associazione Culturale Al Nur Italia; Bangladesh cultural & welfare association; Associazione Socio-culturale Bangla; Gmi – Giovani Musulmani d’Italia – Sezione di Milano; Istituto Culturale Islamico (viale Jenner). 

L’associazione più nota è senza dubbio quella dei Giovani Musulmani d’Italia che è di fatto il gruppo giovanile dell’Ucoii (Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia)  e che è membro della Femyso (Forum of European Muslim Youth and Student Organisations)  organizzazione ombrello a livello europeo che nasce nel 1996 sotto l’egida della Fioe (Federation of Islamic Organisations in Europe).  Femyso e Fioe sono le organizzazioni che rappresentano a livello europeo i Fratelli musulmani. Alla Fioe afferisce direttamente l’Associazione islamica in Italia, ma di recente anche l’Ucoii l’ha inserita tra i propri partners unitamente allo European Council for Fatwa and Research con base a Dublino e diretto da Yusuf Qaradawi, teologo di riferimento dei Fratelli musulmani. La Femyso è attualmente presieduta da Intisar Kheriji, figlia di Rachid al-Ghannouchi, leader del movimento Al-Nahdha in Tunisia. Non solo, ma nell’esecutivo Femyso compaiono altri giovani legati a nomi storici della Fratellanza, quali Himmat e Kaddo. 

Anche l’esecutivo del Caim conduce alla galassia dei Fratelli musulmani. Il coordinatore Davide Piccardo, figlio Roberto Hamza Piccardo, ex Segretario generale dell’Ucoii e oggi parte del team dell’European Muslim Network del nipote del fondatore dei Fratelli musulmani Tariq Ramadan,  “nel 2001 fonda i Giovani Musulmani d’Italia di cui sarà anche responsabile comunicazione” ed è membro del team italiano del European Muslim Network unitamente al padre e a Patrizia Khadija del Monte, uno dei vicepresidenti dell’Ucoii.

Responsabile della Comunicazione e Fund Raising è Yassine Baradai che “per lunghi anni è stato impegnato nel mondo del non-profit ricoprendo diverse posizioni dentro l’Ong Islamic Relief Italia (2007 – 2012) fino a diventarne direttore (2012-2013); cofondatore di varie realtà islamiche tra cui l’Asmi – Associazione Scouts Musulmani d’Italia (2008) e l’Associazione Iqraa per lo Sviluppo e la Comunicazione Interculturale (2012)” . Islamic Relief Italia è la sezione italiana di Islamic Relief Worldwide che ha visto tra i propri dirigenti figure di spicco della Fratellanza globale ed europea quali Ibrahim El-Zayyat, Essam el-Haddad e Ahmed al-Rawi. 

Dell’area culturale del Caim si occupa Sumaya Abdel Qader, figlia dell’imam di Perugia Mohammed Abdel Qader,  “nel 2001 è tra i fondatori dell’Associazione Giovani Musulmani d’Italia, ne ricopre la carica di Segretario Generale e Vice Presidente per due mandati; membro direttivo del Femyso (Forum of European Muslim Youth and Student Organization) dal 2003 al 2005; membro direttivo del Efomw (European Forum of Muslim Women) dal 2010 ad oggi”. 

Quanto all’area servizi edilizi e immobiliari Omar Jibril è il responsabile. Jibril viene descritto come “membro Gmi Giovani Musulmani d’Italia dal 2001. Presidente nazionale Gmi biennio 2009 – 2010 e 2011 – 2012. Membro dell’Alleanza Islamica d’Italia. Portavoce Comitato Nazionale Libertà e Democrazia per l’Egitto”. Quest’ultimo Comitato, come ha sottolineato la Mandouh, è molto attivo nelle attività pro-Morsi e anti-colpo di Stato in Egitto, ed è molto vicino ai Fratelli Musulmani e ha la sede allo stesso indirizzo della sede dei Giovani musulmani in viale Monza 50. 

Da quanto appena riportato si evince che il Caim è quanto meno molto vicino alle attività dei Fratelli musulmani e agli ambienti da loro guidati e controllati a livello europeo. Quindi il Caim rappresenta non tanto i musulmani, quanto l’islam politico, l’islam che vuole gestire il potere attraverso la religione. Quindi affidare la gestione dell’amministrazione di un luogo di culto al Caim significa automaticamente escludere la maggioranza dei musulmani dell’area milanese. Non si può quindi non condividere lo sfogo di Sabrina Mandouh: “Non sono contro la moschea, anzi, voglio una moschea, ma che sia di tutti.

Una moschea dei musulmani senza essere politicizzata, perché questa è anche la mia moschea. Ho anch’io voce in capitolo, e la mia voce, anche se pur piccola, anche se pur minima, la farò sentire affinché si possa metter luce a questa situazione che vogliono rendere ambigua, ma che tanto ambigua non è”. 

E’ solo ascoltando la pluralità dei musulmani, e non i sedicenti rappresentanti dell’islam, che il Comune di Milano potrà evitare di affidare la gestione di un importante luogo di culto a chi non riesce a distinguere tra politica e islam, tra politica e vissuto personale religioso, a  chi non rappresenta se non una piccola, seppur perfettamente organizzata, porzione dell’islam a Milano.