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L'EDITORIALE

Un test familiare

E' quello che chiede il premier britannico David Cameron da qui in avanti per ogni decisione di politica nazionale, nella consapevolezza che la prima risposta ai gravi incidenti della scorsa settimana sta nel ripartire dalla famiglia. E in Italia non è diverso... 

Editoriali 18_08_2011

“Collasso morale”. E’ l’espressione che aveva usato il nostro Roberto Marchesini nell’analizzare i gravi incidenti della scorsa settimana in Inghilterra. Ed è anche l’espressione usata l’altro giorno dal premier britannico David Cameron in un lungo discorso in cui riflette su quanto accaduto e su come riparare a quella che definisce una “broken society”, una società disgregata, a brandelli.

E’ un discorso che vale la pena segnalare perché è davvero più unico che raro poter ascoltare un uomo di governo che di fronte a un fatto gravissimo che ha sconvolto il proprio paese va alla radice dei problemi sociali senza usare le solite interpretazioni ideologiche o senza nascondersi dietro le solite formulette rassicuranti. Si potrà forse discutere sul fatto che non abbia voluto neanche prendere in considerazione il fallimento del multiculturalismo, ma non c’è dubbio che Cameron sia andato al cuore del problema di tutte le nostre società occidentali affermando che la radice di quegli assalti sta in un problema di “comportamento e di codice morale”: “Irresponsabilità, egoismo, comportarsi come se le scelte personali non avessero conseguenze. Figli senza padri, scuole senza disciplina, ottenere senza sforzo. Crimini senza punizioni, diritti senza responsabilità, comunità senza controllo”.

Se questa è la fotografia di una società disgregata, nel discorso di Cameron è ancora più interessante la risposta che secondo lui lo Stato deve dare. “Da dove cominciare?”, si chiede Cameron. E la risposta merita di essere fatta leggere a tutti i nostri politici. “Si comincia dalla famiglia”.

E poi spiega:

“La domanda che la gente ha continuato a farsi la scorsa settimana è ’Dove sono i genitori? Perché non tengono questi figli in casa?’ Tragicamente è la stessa domanda che in alcuni casi si sono fatti i giudici chiedendosi giustamente: ‘Perché i genitori non vengono neanche ad accompagnare i loro figli in tribunale?’. Bene mettiamo insieme i vari tasselli e avremo un’idea chiara del perché questi giovani si sono comportati in modo così terribile. O non c’era nessuno in casa, o non prestavano attenzione o non avevano il controllo.
Le famiglie sono importanti.
Non ho dubbi sul fatto che molti dei facinorosi che erano in strada la scorsa settimana non hanno un padre a casa. Forse vengono da uno dei nostri quartieri dove è normale per i figli avere una madre e non un padre; dove è normale per i giovani crescere senza un modello maschile, cercare nelle strade figure paterne, essere pieni di rabbia e di furore.
Così, se vogliamo avere una qualche speranza di riparare questa società disgregata, la famiglia e la genitorialità è il punto da cui partire.
Per questo, da qui in avanti voglio un “test familiare” applicato a ogni politica interna. Se colpisce la famiglie, se indebolisce l’impegno, se schiaccia i valori che tengono insieme la gente, o impedisce alle famiglie di stare insieme, allora non dobbiamo farlo”.

Ecco: un “test familiare” per giudicare la bontà di qualsiasi azione di governo, perché se si distrugge la famiglia si distrugge la società.

Non sappiamo se Cameron avrà la forza e il sostegno per realizzare concretamente quanto annunciato, se sarà in grado di mettere in un angolo tutte le potenty lobby che da decenni hanno lavorato per distruggere la famiglia e la genitorialità, introducendo il divorzio, la parificazione alle famiglie delle coppie di fatto e omosessuali, l’aborto, una precoce educazione sessuale che è istigazione al sesso senza inibizioni e che espropria i genitori delle proprie responsabilità.

Non sappiamo se ci riuscirà, ma la strada è stata indicata chiaramente. E vale anche per l’Italia. Possiamo cominciare subito con un segnale importante: il Parlamento dovrà discutere presto della manovra economica varata dal governo la scorsa settimana. Ebbene introduciamo subito un “test familiare”, misuriamo le decisioni del governo e le proposte di modifica sulla base del bene che ne deriva alla famiglia.

O rassegniamoci a vedere andare in pezzi tutta la società.