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Islam

Un ragazzo cristiano costretto a convertirsi all’islam in Pakistan

È stato costretto dai suoi datori di lavoro musulmani che hanno minacciato di licenziarlo se non avesse acconsentito

 

Il Pakistan è uno dei paesi in cui per i cristiani la vita è più difficile. La persecuzione nei loro confronti assume molte forme: discriminazioni, in generale un trattamento da cittadini di seconda classe, false accuse di blasfemia, intimidazioni. Frequenti sono i casi di sequestro e conversione forzata all’islam di ragazzine che poi vengono costrette a sposare chi le ha rapite. I casi di ragazzi costretti a convertirsi all’islam sono rari, ma di recente Morningstar News ne ha denunciato uno. La vittima è Samsoon Javed, un cristiano di 17 anni di famiglia povera, orfano di padre, residente in un villaggio della provincia del Punjab, Bhadru Minara. Sua mamma, Samina Javed, che dopo la morte del padre di Samsoon si è risposata, ha raccontato che cosa gli è successo. Era stato assunto per lavorare in una rivendita di Gpl di proprietà di un musulmano, Umar Manzoor. Poco tempo dopo aver iniziato il lavoro è cambiato, è diventato taciturno, ha incominciato a evitare i suoi fratelli, a starsene per conto suo finché una sera non è rientrato a casa dopo il lavoro. Allora sua mamma accompagnata dal nuovo marito è andata al negozio dove lavorava per avere sue notizie. Lì hanno trovato Umar Mansoor che non ha permesso che vedessero il ragazzo e li ha mandati via dicendo che Samsoon era diventato musulmano e che non voleva più vivere con loro. Solo dopo alcuni giorni sono riusciti a vedere il ragazzo approfittando dell’assenza di Umar. “Samsoon è rimasto in silenzio e ha evitato il contatto visivo quando gli abbiamo chiesto della sua conversione – racconta Samina – era chiaro che era spaventato e sotto pressione. Ci ha detto di andarcene, dicendo che Umar si sarebbe arrabbiato se ci avesse visti lì. Sono certa che Samsoon è trattenuto dai due fratelli contro la sua volontà. Ho visto la paura nei suoi occhi, è come se fosse ricattato o minacciato da loro”. In seguito si è scoperto che Umar e suo fratello Usman avevano portato il ragazzo da una guida spirituale islamica e lo avevano costretto a convertirsi minacciando di licenziarlo. La famiglia di Samsoon è poverissima, sua mamma lavora in una fornace. Tuttavia secondo Samina non è soltanto la paura di perdere il lavoro, cosa che effettivamente non può permettersi, a tenere il figlio lontano dalla sua famiglia. È convinta che glielo impediscano i due fratelli. Senza mezzi e cristiani, difficilmente i famigliari del ragazzo troveranno qualcuno disposto ad aiutarli. Polizia e giudici sono quasi sempre molto restii a occuparsi di casi del genere. Samina ne è consapevole: “siamo in una situazione molto difficile – dice – nessun musulmano locale è disposto ad aiutarci a causa della sua presunta conversione. C’è la possibilità che mio figlio sparisca o venga ferito”.