Un nuovo appello del cardinale Sako
I cristiani rischiano di essere estromessi dalla Piana di Ninive dove un tempo costituivano la comunità più numerosa, parte integrante del tessuto sociale ed economico della regione
Milizie sciite e gruppi di combattenti minacciano i cristiani nel nord dell’Iraq. Da tempo la Chiesa richiama l’attenzione sulla situazione sempre più critica nella Piana di Ninive, un territorio che, prima dell’Isis, era popolato in maggioranza da cristiani e dove finora solo poche le famiglie cristiane che hanno avuto il coraggio ritornare. Ancora una volta il cardinale Louis Raphael Sako si è rivolto alle autorità e agli abitanti del paese per chiedere che si attivino per garantire la sopravvivenza dei cristiani nella regione ricordando che essi sono parte integrante del suo tessuto sociale. L’agenzia AsiaNews che ha ricevuto il testo dell’appello ne riporta alcuni passaggi. Il primate caldeo vi afferma che i fedeli nella Piana di Ninive sono vittime di una lotta per il potere che essi non condividono perché “rifiutano di governare su base settaria o etnica” e chiedono invece di lavorare “in armonia per il bene comune”. È in atto – spiega – il tentativo di realizzare un drastico cambiamento demografico: “il numero di persone uccise o sfollate è grande” in un contesto di acquisizione “sistematico” di terre e proprietà. L’attuale conflitto nella piana di Ninive “mira a sradicare” i cristiani “dalle loro radici e dalle loro aree storiche” e a distanza di quasi due anni dalla liberazione “solo l’1% degli sfollati è tornato a Telkief e Batnaya. La situazione è diventata molto pericolosa e deve essere affrontata prima che sia troppo tardi”. Il cardinale Sako chiede pertanto “l’attuazione del decreto governativo che impone il ritiro delle fazioni armate dalla piana di Ninive, qualunque sia la loro affiliazione”. Inoltre propone di “affidare la questione della sicurezza alla polizia federale, integrando al loro interno le guardie locali che finora hanno controllato il territorio; di finanziare progetti di sviluppo e fornire opportunità di lavoro; di impedire ai gruppi fondamentalisti stranieri, che si definiscono cristiani, di venire in queste terre con il pretesto del proselitismo, mentre il loro obiettivo è quello di stravolgerne l’identità e la teologia alla base della fede”.