Un muezzin canta in Germania con il sostegno della chiesa
Durante la quarantena la moschea centrale di Duisburg ha ottenuto il via libera dalla città di trasmettere, ogni sera, la chiamata alla preghiera (Adhan). Nello stesso momento la chiesa cattolica più vicina ha voluto esprimere solidarietà al mondo islamico facendo suonare le campane. Ma mentre i cristiani si commuovono, gli islamici mirano ad occupare i loro luoghi di culto come insegnò Maometto.
Durante la quarantena tedesca, per dare prova di unità e coraggio ai musulmani spaventati dal coronavirus, la moschea centrale di Duisburg (Renania settentrionale-Vestfalia) ha ottenuto il via libera dalla città di trasmettere, ogni sera, la chiamata alla preghiera (Adhan).
Così, per la prima volta dalla sua inaugurazione nel 2008, la moschea che ha un minareto alto 34 metri, l'Adhan è stato ascoltato venerdì 20 marzo da tutto il quartiere e oltre, vista la portata del minareto. La chiesa cattolica più vicina ha voluto esprimere solidarietà al mondo islamico impossibilitato, come il resto del mondo, a riunirsi in moschea e ha chiesto di sostenerlo facendo suonare le campane allo stesso momento in cui i musulmani chiamiamo alla preghiera.
Iniziativa sostenuta anche da altri presbiteri. Mentre dall'altra parte del Paese, a Berlino, la chiesa evangelica di Marta, nel quartiere di Kreuzberg, ha deciso di trasformarsi in una moschea per lasciar pregare gli islamici. Le disposizioni del governo impongono una certa distanza, pertanto apparentemente il numero dei fedeli è ridotto. Il mondo cristiano ha così aperto le porte a quello islamico per sgomberare le chiese e far posto ai tappetini per ringraziare Allah. La moschea di Dar Assalam nel distretto di Neukölln a Berlino, a quanto pare non riusciva a garantire il sermone del venerdì per tutti.
«È un grande segno e porta gioia in Ramadan e gioia in questa crisi», ha detto l'imam della moschea all'agenzia di stampa Reuters. «Questa pandemia ci ha fatto diventare una comunità. Le crisi portano le persone a stare insieme. Certo, però, è stata una strana sensazione stare a pregare e ascoltare il sermone mentre eravamo circondati da strumenti musicali, tutte quelle immagini, anche sulle vetrate e raffigurazione di Gesù», ha aggiunto un membro della comunità, Samer Hamdoun, osservando il contrasto con il culto islamico.
Immagini e musica offendono gravemente Allah secondo il credo islamico. Nel Corano. Allah stabilisce il divieto di raffigurare in generale gli esseri viventi. Poiché, essendo Allah il Creatore della vita, l'individuo che rappresenta un essere vivente, sta in realtà tentando di sfidare e competere con lui. Si tratta di una tesi a cui sostegno spesso viene presentato l'hadith del profeta che dice, «a un individuo che ritrae un essere vivente verrà chiesto di infondergli la vita e verrà torturato fino al giorno del giudizio». Sono diversi anche i detti in cui Maometto condanna la musica e chi la ascolta.
Durante tutto il mese del ramadan, la chiesa evangelica di Martha è intervenuta per sostenere il mondo islamico, ospitando preghiere musulmane in arabo e tedesco. La chiesa, un edificio neorinascimentale in mattoni rossi nel quartiere Kreuzberg di Berlino, difficilmente potrebbe offrire un contrasto più netto con il centro culturale di Neukoelln, dove la congregazione musulmana è abituata a radunarsi. Un paradosso che in nessun senso stride con le intenzioni del pastore donna della chiesa, Monika Matthias, che ha dichiarato di essersi commossa già solo alla chiamata musulmana alla preghiera.
Qualcosa di simile, sempre durante il ramadan, era accaduto lo scorso anno in Inghilterra. Sempre in due chiese evangeliche a Darlington, erano stati ospitati i sermoni di un imam. E per l'occasione il pastore aveva accettato di "coprire" la croce e anche una copia di "The Light of the World", un noto dipinto devozionale di Gesù dell'artista preraffaellita William Holman Hunt. Per l'occasione le donne islamiche vennero invitate a pregare nelle stanze adiacenti la chiesa per non disturbare gli uomini. L'obiettivo del pastore e del sindaco, che aveva promosso l'iniziativa, era di rafforzare l'armonia razziale, ma le cose non sono andate esattamente così. La cosa, infatti, finì con l'irritare entrambe le comunità religiose.
D'altronde, quella del poco spazio, suona proprio una provocazione, specie in Germania. Solo a Berlino si contano più 6 moschee e un'infinità di centri culturali islamici. In Germania, come nel resto d'Europa, le moschee - quasi sempre anche con enormi spazi esterni - sono luoghi ampissimi costruiti con il denaro del Qatar e turco. È vero anche, però, che proprio recentemente molti luoghi di culto islamici sono stati chiusi dal governo Merkel perché erano diventati luoghi troppo pericolosi per la propaganda jihadista sciita importata da Hezbollah. Sarà per questo che s'è venuta a creare una carenza di posti. Sebbene, poi, solo un anno e mezzo fa a Colonia, alla presenza di Erdogan, veniva inaugurata una moschea della capienza di 25mila posti.
Quello di occupare un luogo cristiano, poi, non è un dettaglio nell'islam. Maometto, da signore della guerra, ha insegnato ai suoi seguaci a pensare globalmente. Sayyid Abul A'la Maududi, uno dei più importanti teorici islamici del XX secolo ha scritto che «l'islam richiede la terra, l'intero pianeta», ma occorre avere pazienza ed agire localmente. Lavorare per trasformare (coprire le croci) o piano, piano, occupare un luogo di culto cristiano, rappresenta la forma per eccellenza di conquista per il mondo islamico.
Nel 2015 lo chiese espressamente l'allora rettore della moschea di Parigi, Dalil Boubakeur, che voleva dal governo il permesso di riconvertire le ormai vuote chiese di Francia in moschee.