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Induismo

Un leader nazionalista indù accusa la Chiesa di attività illegali

L’accusa gravissima, e del tutto infondata, è che nell’Assam il traffico di droga sia gestito su larga scala anche dalla Chiesa  

 

 

È in corso in India, nello stato dell’Assam, una campagna diffamatoria contro la Chiesa. Il leader locale del movimento nazionalista indù Vishva Hindu Parishad, Surendra Jain, sostiene che la Chiesa locale è coinvolta nel narcotraffico, una accusa priva di fondamento, usata, così come quella di indurre la gente a convertirsi al cristianesimocon raggiri e false promesse, per screditare i cristiani e istigare la popolazione contro di loro.i fondamentalisti indù infatti considerano le minoranze religiose una minaccia all’integrità della cultura e della società indù e per questo le perseguitano. Le accuse del leader induista sono documentate in un video in cui parlando in hindi Jain dice: “mi sono reso conto che il business della droga è gestito su larga scala anche dalla Chiesa. Per un verso la Chiesa sta distruggendo la nostra cultura, insultando le tradizioni, le credenze e inoltre sta anche  rovinando la vita della gente”. Rivolgendosi alla comunità cristiana ha poi minacciato: “continuate pure ad andare in chiesa, i cristiani possono seguire la loro fede, non abbiamo obiezioni. Ma disturbare l’ordine pubblico, violare la legge, danneggiare le credenze, fare traffico di droga, questo non sarà ammesso e la società lo considererà una sfida”. Tre organizzazioni cristiane – lo United Christian Forum di Dima Hasao, lo United Christian Forum di Karbi Anglong e l’Assam Christian Forum – hanno indirizzato una querela al vice commissario di Dima Hasao, il distretto amministrativo del leader induista. Protestano contro le accuse che “gettano fango e veleno contro la comunità cristiana” e che denigrano una comunità che invece dà un grande contributo in vari campi: istruzioni, sanità, assistenza sociale, letteratura, mass media, ricerca, soccorso e sviluppo”. Le affermazioni di Jain sul coinvolgimento della Chiesa in attività illegali sono infondate, dicono le tre organizzazioni, inaccetabili e “minacciano di creare sfiducia, minare l’unità e danneggiare l’inclusività che è cruciale per la coesistenza pacifica e il progresso” dell’India e dell’Assam. Pertanto chiedono alle autorità di prendere provvedimenti contro Jain applicando la legge.