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Islam

Un giovane cristiano condannato a morte per blasfemia in Pakistan

 

Il ragazzo e un suo amico sono accusati di aver ricevuto il post di una chat WhatsApp con una vignetta blasfema

 

Il 30 maggio è stata resa nota la sentenza di un tribunale di primo grado di Bahawalpur, città della provincia pakistana del Punjab, che condanna a morte per impiccagione, colpevole di blasfemia Nouman Asghar Masih, un cristiano di 22 anni, arrestato nel 2019 con l’accusa di vilipendio verso il profeta Maometto. Secondo l’accusa, sul suo cellulare e su quello di un suo amico, Sunny Mushtaq, anch’esso arrestato, erano stati rinvenuti i messaggi di una chat di WhatsApp dai contenuti offensivi nei confronti di Maometto. Il processo del ragazzo si era concluso a gennaio, ma il giudice del tribunale ha atteso cinque mesi prima di emettere la sentenza. I famigliari di Nouman negano l’accusa e i suoi legali sostengono che i due ragazzi hanno ricevuto una vignetta blasfema da un giovane musulmano, Bilal Ahmad, contro il quale però non sono state intraprese azioni. “Questo – sostiene l’avvocato Aneeqa Maria Anthony della Ong “The Voice” che difende i due ragazzi – è un altro esempio di uso improprio delle leggi sulla blasfemia. Il magistrato ha ignorato tutte le procedure e ha ignorato tutte le prove a favore dell’imputato. Ha voluto solo completare il suo ‘sacro dovere’ di punire un presunto bestemmiatore. Ci aspettiamo la stessa sorte per Sunny Mushtaq. Sono stati arrestati per un gioco tra adolescenti. Le loro famiglie stanno soffrendo molto. Il nostro team legale di The Voice sta mettendo tutto l'impegno necessario a garantire loro giustizia, aiutando le loro famiglie e restando al loro fianco in questi tempi bui e difficili". In un tweet il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani ha commentato: “Nouman Asghar, cristiano di 24 anni, è stato condannato a morte per blasfemia. Nel rispetto della libertà religiosa chiedo al governo del Pakistan di garantirgli un processo giusto e che venga rivista la sentenza. Un messaggio di speranza per i milioni di cristiani perseguitati”.