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Coppia gay

Un funerale problematico

Funerali per una coppia gay. Il sacerdote nell'omelia parla di una amicizia tra loro. I social insorgono: era amore quello e non amicizia. Qualche puntualizzazione. 

Gender Watch 06_08_2025

Mario Paglino e Gianni Grossi  (nella foto) erano una coppia omosessuale, “sposata” negli States e unita civilmente in Italia. Sono morti insieme in un incidente stradale sull’autostrada Milano-Torino.

I funerali di entrambi si sono tenuti nella chiesa di San Gaudenzio a Novara. Don Renzo Cozzi nell’omelia ha ricordato «il loro volersi bene ed essere amici così profondamente». Sono arrivate alcune critiche dai social perché i due, secondo i leoni da tastiera, si amavano, non erano semplici amici. Don Renzo ha così risposto: «Non volevo che il funerale di quei due si trasformasse in una celebrazione gay. La Chiesa non lo permette. Non volevo dare giudizi, penso che loro due si amassero profondamente. Ma la Chiesa non riconosce le unioni tra due persone dello stesso sesso, dunque ho cercato un modo diverso per dirlo. Se avessi parlato di amore, sarei andato contro le regole ecclesiastiche. Non ho parlato di matrimonio perché in quel momento non mi interessava. Il mio compito era affidarli a Dio dopo la morte, il resto appartiene a dinamiche che sono più alte di me. I funerali non sono panegirici dei morti, bensì un annuncio della resurrezione e una celebrazione della fede in Dio. Penso che i fedeli lo abbiano capito che l’intento era affidare quei ragazzi a Dio, senza giudicare la loro vita».

Qualche riflessione. Primo: si sarebbe evitata tutta questa polemica se si fossero svolti due funerali e non uno solo di coppia. Secondo: hanno ragione i detrattori. Paglino e Grossi non erano amici, ma coppia gay. Terzo: i detrattori non avrebbero diritto di parola: vogliono anche obbligare la Chiesa a dire ciò che loro pensano? Se i gay dovrebbero essere liberi di fare quello che vogliono perché anche la Chiesa non potrebbe farlo?

Quarto: errato dire che si amassero. L’amore comporta complementarità che manca nella relazione omosessuale. Quinto: avvertendo prima i parenti stretti in modo privato, il sacerdote, se aveva optato per la scelta di fare un doppio funerale, non poteva esimersi da un giudizio, seppur ammantato da toni pieni di misericordia e di comprensione, sull’omosessualità, soprattutto in vista della loro salvezza eterna. Se i funerali sono una celebrazione della fede di Dio, la fede cattolica afferma che l’omosessualità è contraria ai piani di Dio. Essendo queste due persone morte all’improvviso in una condizione di oggettivo disordine è doveroso pregare per loro perché Dio, l’unico che conosce alla perfezione i meriti e i demeriti di ciascuno, accolga le loro anime in Paradiso.