Un fratello troppo ingombrante
Dopo il successo di un programma come “SOS Tata” (La7), era inevitabile che la tv insistesse sul genere estendendolo anche ad altre categorie generazionali. E così a Italia 1 hanno deciso riadattare un format francese lanciando “Fratello maggiore”. Ci mancava pure la speculazione sul disagio giovanile…
Dopo il successo di un programma come “SOS Tata” (La7), era inevitabile che la tv – intuita la potenzialità del filone – insistesse sul genere, estendendolo anche ad altre categorie generazionali. E così a Italia 1 hanno deciso riadattare un format francese lanciando “Fratello maggiore” (mercoledì, ore 21.10), un reality show che vorrebbe prendersi cura del disagio adolescenziale.
Il fratello più grande a cui si riferisce il titolo è interpretato Clemente Russo, pugile partenopeo che ha saputo superare un’infanzia difficile per riuscire a diventare campione. Allertato da madri che non riescono più a educare i figli nell'età critica, Russo irrompe nelle case altrui e costringe i giovani ribelli a riconciliarsi con se stessi e con genitrici e/o genitori.
Nel primo episodio sono stati proposti i casi di Fabrizio di Rebecca. Il primo voleva dare fuoco alla madre, che minacciava regolarmente e trattava malissimo; la seconda voleva andarsene di casa e sfogava la sua ribellione con comportamenti sociali molto a rischio. L’uno e l’altra sono stati prima mostrati negli eccessi verbali e fisici, poi accompagnati dall’ex pugile e da una psicologa in un viaggio purificatore, con tanto di “lieto fine”.
Cosa dire di una simile produzione? Russo ce la mette tutta e come attore non è neanche male, ma le alzate di cresta dei ragazzi sembrano molto artefatte e poco genuine, per quanto verosimili. Del resto, quando Russo entra nelle case per la prima volta, dentro c’è già una telecamera piazzata e l’obiettivo, si sa, influenza non poco il comportamento di chi è inquadrato.
Ci mancava pure la speculazione sul disagio giovanile…