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COMUNISMO

Un film per ricordare il Miracolo della Vistola

Nel 1920, a Varsavia, contro tutte le previsioni, i polacchi, senza aiuti esterni, sconfissero l'Armata Rossa sovietica. I polacchi, che avevano pregato la Madonna di Czestochowa, lo chiamano "Il miracolo della Vistola". Un film, in Italia distribuito solo da Filmgarantiti.it, ricorda una battaglia tanto importante quanto dimenticata nella storia d'Europa. 

Cultura 03_02_2021
Battaglia di Varsavia, ricostruita

L’anno scorso cadeva il centenario della Battaglia di Varsavia, che i polacchi chiamano anche Miracolo della Vistola. Se hanno dovuto praticamente celebrarselo da soli è perché si tratta di un episodio storico in cui a far la parte del cattivo (che per giunta le busca) sono i comunisti. I quali, da noi, attualmente sono disperatamente impegnati a spalmare di attack molecolare le poltrone ministeriali e a cercar di strappare agli alleati stellati qualche euro per il centenario del Pci. E con imbarazzo: siete o no eredi del più grande partito comunista del mondo dopo quello sovietico? Se sì, perché allora fate i liberals americani? Vabbè, lasciamoli al loro sofferto dilaniamento identitario (non vorrei essere nei loro panni: con Putin o con Navalny? boh) e torniamo al centenario polacco.

Chi visita il santuario di Loreto e fa un giro nelle cappelle laterali forse si stupirà nel vedere in quella della nazione polacca un affresco in cui lancieri e fucilieri combattono contro soldati con la stella rossa sul colbacco. E’, appunto, il Miracolo della Vistola, che i polacchi attribuirono senza esitazione a quella Madonna che avevano invocato. Crollato l’impero sovietico, i polacchi si svenarono per finanziare un film-kolossal che rievocava quella strepitosa vittoria. L’opera è tutta autoctona, niente attori stranieri, niente contributi che non fossero nazionali. Ne è uscito un film incredibile, con scene di massa realizzate con migliaia e migliaia di comparse, una ricostruzione storica perfetta e, soprattutto, niente di quelle pause, quei prolungati silenzi, quell’assenza di musica e colore che hanno caratterizzato a lungo il cinema dell’Est (che talvolta ha mandato in visibilio i critici ma che allo spettatore comune evocava il giudizio di Fantozzi).

Il film, naturalmente, non è mai stato distribuito in Italia. Ma potete procurarvelo qui. E’ un dvd con sottotitoli in italiano, munito di libretto con recensione storica e un’intervista a Marco Invernizzi, reggente di Alleanza Cattolica. Con quella battaglia i polacchi salvarono non solo se stessi ma anche l’Europa. Esagerato? E allora sentite. Preso il potere in Russia nel 1917, Lenin nel 1920 era padrone del campo e aveva appena vinto la guerra civile contro i «bianchi». L’Armata Rossa, creata e diretta da Trockij, in coerenza coi presupposti della rivoluzione bolscevica, poteva adesso esportare il marxismo. L’obiettivo era la Germania e poi il resto (in una delle sue tante previsioni sballate Marx aveva indicato proprio la Germania come luogo più prossimo al crollo del capitalismo). Solo che tra i russi e la Germania c’era, geograficamente, la Polonia, da poco diventata indipendente. Così, la gigantesca Armata Rossa venne scagliata contro la piccola Polonia, e in breve i rossi arrivarono alle porte della capitale Varsavia. Ma avevano fatto i conti senza la Vergine di Czestochowa, protettrice del Paese invaso. In tutte le chiese si moltiplicarono novene, suppliche e processioni, mentre il generale Jozef Pilsudski, che era anche capo dello Stato, approntava febbrilmente una strategia.

E fu il miracolo. Il piccolo popolo fermò sul fiume Vistola lo strabordante nemico e gli inflisse tali perdite da costringerlo, addirittura, a tornare nei suoi confini. A questo proposito, bellissima e commovente, nel film, la scena in cui un giovane cappellano, armato del solo crocifisso, corre  in prima fila sotto il fuoco della mitraglia incitando le truppe. Dopo questa clamorosa, e inaspettata, sconfitta, il triumvirato Lenin-Trockij-Stalin si interroga sul «che fare». Prevale la linea di Stalin, quella del «socialismo in un solo Paese». Trockij non ci sta, insiste nell’esportare la rivoluzione. Ma chi contraddice Stalin la paga. Trockij, com’è noto, deve scappare all’estero. Ma la mano lunga di Stalin lo raggiunge in Messico, dove viene assassinato da tal Ramón Mercader (la cui sorella María, attrice, sposerà il nostro Vittorio De Sica). Questa, però è un’altra storia…