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OCCHIO ALLA TV

Un Festival da dimenticare

Tralasciando l’impudenza del “Molleggiato” e l’avventatezza di chi lo ha voluto sul palco del Teatro Ariston, questa edizione non sarà certo ricordata per le musiche o i testi delle canzoni, né per la vincitrice o per il podio tutto in rosa che ha segnato l’epilogo della kermesse.

Occhio alla Tv 20_02_2012

Non è stato soltanto il duplice intervento senza senso e senza motivo di Adriano Celentano – fischiato perfino dalla platea in diretta – a rappresentare una pesante zavorra per l’edizione 2012 del Festival di Sanremo che si è appena concluso. Il livello generale delle canzoni, dei protagonisti e degli ospiti è stato molto basso.

Tralasciando l’impudenza del “Molleggiato” e l’avventatezza di chi lo ha voluto sul palco del Teatro Ariston, questa edizione non sarà certo ricordata per le musiche o i testi delle canzoni, né per la vincitrice o per il podio tutto in rosa che ha segnato l’epilogo della kermesse.

Vanno in archivio la conduzione affaticata e stanca di Gianni Morandi, la presenza inspiegabile e stralunata di Rocco Papaleo, l’esibizionismo di Belen Rodriguez e l’impaccio di Elisabetta Canalis, la selva di parolacce e volgarità con cui Luca e Paolo hanno aperto la prima serata e la loro (poco riuscita) preghiera al “Signore dei comici” nell’ultima, le battute forzate di Alessandro Siani, l’insipienza del direttore artistico Gianmarco Mazzi e dei vertici Rai.

Le uniche note positive sono arrivate da Geppi Cucciari, capace di dispensare ironia e di restituire un po’ di ritmo a un festival lento e prevedibile, e – in misura minore – da Ivanka Mrazova, che a tratti ha dimostrato di essere non soltanto una ragazza non soltanto bella ma anche simpatica, nonostante qualche vestito l’abbia lasciata troppo scoperta.

Pare che la prima e l’ultima serata abbiano fatto registrare ascolti soddisfacenti; ci auguriamo che questo dato non distolga la Rai e gli organizzatori dall’indispensabile revisione a cui la kermesse sanremese deve essere sottoposta per il futuro suo e… nostro.