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OCCHIO ALLA TV

Un Barbarossa troppo verde

La fiction fortemente voluta a suo tempo in palinsesto da Umberto Bossi, leader della Lega Nord, ha una sua coerenza narrativa interna. Se non fosse per la strumentalizzazione politica dei fatti raccontati...

Occhio alla Tv 27_03_2012

Domenica 25 e lunedì 26 marzo Rai1 ha trasmesso “Barbarossa”, il film-tv in due puntate fortemente voluto a suo tempo in palinsesto da Umberto Bossi, leader della Lega Nord. Finanziata dalla Rai per oltre 6 milioni di euro e costata il doppio, la produzione può contare sulla presenza di Rutger Hauer nei panni di Federico di Svevia detto il Barbarossa, cui si contrappone un improbabile Alberto da Giussano interpretato dall’ex modello Raz Degan.

Nella lotta per unire i comuni ribelli dell’Italia settentrionale contro i tentativi di conquista da parte dell’imperatore tedesco, Alberto perde i suoi fratelli durante l’invasione dell’esercito imperiale a Milano. Il condottiero fugge nei boschi, ma la sete di vendetta per la morte dei fratelli lo spingerà a non arrendersi al Barbarossa. Così mette insieme al Compagnia della Morte per combattere le truppe tedesche sul campo e riesce a sollevare i comuni sottomessi per unirli attraverso il giuramento di Pontida. A Legnano avviene lo scontro decisivo.

La fiction ha una sua coerenza narrativa interna e, a parte la “recitazione” di Raz Degan e di qualche altro comprimario, ha nella parte di Hauer e nelle scenografie storiche i suoi punti di maggior fascino. In più, una volta tanto presenta i nostri come degli eroi contro il predominio straniero.

Se non fosse per la strumentalizzazione politica dei fatti raccontati, che oscilla tra il folklore e l’ideologia nazionalpopolare, la struttura “epica” di questa fiction potrebbe anche meritare un giudizio positivo.