Un altro Triduo Pasquale in compagnia delle blasfemie
Un altro Triduo Pasquale in compagnia delle blasfemie. A Siviglia, cattolicissima città spagnola, il Burger King lancia menù vegani con pubblicità che irridono e distorcono l'ultima cena. A Roma, a pochi chilometri dalla Via Crucis, gli Lgbt fanno una festa blasfema.
La ‘compagnia’ della blasfemia anti-cristiana non poteva certo dimenticare il Triduo Santo, dopo aver irriso la Quaresima nel Regno Unito con la richiesta delle donazioni per l’aborto che abbiamo raccontato su La Bussola. A Siviglia e Roma due gravi ed emblematici segni di volgare e incivile offesa ai credenti, nei due paesi (Italia e Spagna) più cattolici di Europa. In Spagna e, ancor più in Siviglia, la Settimana Santa e il Santo Triduo Pasquale sono segno di vera fede e compartecipazione sentita degli ultimi giorni della vita di nostro Signore Gesù e della Sua Resurrezione.
Proprio nelle strade di Siviglia, capitale dell’Andalusia e delle più imponenti e popolari processioni religiose, il Giovedì Santo (memoria dell’Ultima Cena), è stata promossa, con due slogan blafemi, la nuova campagna promozionale di Burger King per i propri hamburger vegetariani:”Carne de mi carne” (‘Carne della mia carne’), dove ‘carne’ viene sbarrato e corretto con “vegetale” e “Tomad y comed todos de èl. Que no lleva carne” (‘Prendete e mangiatene tutti. Non c’è carne dentro’). Sintetizziamo logicamente i due slogan diabolici: Carne della mia carne è sbagliato (Eucarestia), Gesù avrebbe dovuto offrire cibo vegano. Ovvero, Burger King al posto del Figlio di Dio, istituisce il vero cibo di vita nuova green, politicamente corretta nei confronti dell’ambiente. Di più: il vero Figlio di Dio non può aver offerto della propria carne, non può essere anche carnale la sua natura, perché si dimostrerebbe contrario al bene della Terra e della nuova umanità. Siamo di fronte all’ennesima blafema offesa verso i sentimenti religiosi e altro chiaro dispregio verso Gesù Cristo ed i fedeli cattolici.
I giorni della ‘Semana Santa’ sono particolarmente sentiti a Siviglia, dove per tutta l’intera settimana le 60 di confraternite e i circa 60mila affiliati si alternano, nelle processioni sacre per le vie cittadine, portando i propri baldacchini con le statue dei personaggi della passione e morte di Gesù. In pieno spregio della religiosità popolare e della tradizionale devozione pubblica che si manifesta nelle strade cittadine da seicento anni, i fast-food di Burger King hanno scelto proprio Siviglia e il Giovedì Santo, per promuovere una campagna pubblicitaria offensiva e blasfema, abusando delle citazioni evangeliche e strumentalizzandole ai propri fini. Diciamo così, una campagna in perfetto stile ‘Giuda Iscariota’, nella speranza che, anche le polemiche scatenatesi, potessero portare più guadagni nelle casse della compagnia multinazionale di ‘cibo spazzatura’. "Carne de mi carne" è una delle citazioni che Burger King ha deciso di inserire nei suoi poster per promuovere l’ offerta per i vegani, insieme ad altri cartelli che utilizzano le parole con le quali Gesù istituì l'Eucaristia durante l'Ultima Cena di Gesù:"Prendete e mangiatene tutti. Non c'è carne dentro".
Durante lo scorso Venerdì Santo, le immagini hanno cominciato ad essere condivise sulle reti social, secondo il quotidiano ElDebate, sinora la campagna blasfema è stata promossa solo a Siviglia. Certo è che, consapevoli della radicata tradizione religiosa e della devozione popolare durante la ‘Semana Santa’, frasi come "carne della mia carne" hanno un profondo significato religioso e, soprattutto a Siviglia. La blasfemia della pubblicità ha provocato migliaia di reazioni sulle reti ‘social’ (l’hastag #boicotburgerking è stato più usato nella settimana dal 10 al 16 aprile con decine di migliaia di condivisioni e reazioni) e con una petizione si chiedeva l’immediato ritiro dell’insulto alla religiosità popolare e il boicottaggio di Burger King in tutta la Spagna. Ebbene, nel giorno di Pasqua il gigante del fast food si è scusato e ha ritirato "immediatamente" la campagna in seguito alle critiche del pubblico, “non indentevamo offendere”.
Nessuno può credere alla buona fede, nemmeno a quella degli organizzatori della Via Crucis Blasfema celebrata in contemporanea e a 5500 metri da quella celebrata da Papa Francesco al Colosseo. Una versione LGBTQI della via Crucis si è celebrata al ‘Qube’ di via Portonaccio, locale che ospita da anni i party della comunità omosessuale romana, un evento che era stato presentato con annunci incredibilmente blasfemi di ‘Mucca Santissima’: “Gloria in Excelsis LGBTQI+! Tutto il nostro popolo in cammino si riunisce per la tradizionalissima: MUCCASANTISSIMA di PASQUA. La super festa di giubilo e glory hole che celebra la vita eterna della nostra comunità. Confessate i vostri peccati alle nostre DRAG QUEEN santissime e addolorate al ritmo di un DJ SET degno della Gloria in Excelsis Dei!”. Parodie della passione di Cristo, croci e canti liturgici mischiati a coreografie blasfeme, simboli cristiani oltraggiati e irrisi, la Santa Vergine Maria vilipesa nel suo dolore.
A Roma nessuno stop, nessun ‘retro-front’. Questo è il mondo di oggi, dove non solo le celebrazioni della nascita di Gesù sono occasione di scherno ed offesa, ma persino la Sua Passione, Morte e Resurrezione per la nostra salvezza sono motivo di dispregio e blasfemia. Il mondo non è più cristiano, con più fede e coraggio ripetiamo :”Rex tremendae majestatis qui salvandos salvas gratis, salva me fons pietatis”.