Truppe ucraine in crisi, la Russia apre nuovo fronte a Kharkiv
Ascolta la versione audio dell'articolo
Dal 10 maggio le truppe russe avanzano nella regione di Kharkiv, mentre il comando militare ucraino ammette le gravi difficoltà a difendere su tutti i fronti aperti. Diverse ipotesi sui nuovi obiettivi di Mosca.
L’attacco russo da nord alla regione ucraina di Kharkiv (Kharkov per i russi) è scattato all’alba del 10 maggio e ha subito portato a risultati significativi pur nella valutazione che gli scontri in questo nuovo fronte della guerra in Ucraina coinvolgono un numero limitato di militari russi con perdite finora limitate a circa 300 caduti tra gli ucraini.
Sono infatti appena 2.500 i soldati russi che hanno investito le difese ucraine con 5 battaglioni di fanteria dopo che bombardamenti aerei e d’artiglieria avevano preparato l’attacco nelle 24 ore precedenti.
Kiev ha ammesso solo la sera del 10 maggio l’avanzata nemica dopo due diversi attacchi oltre il confine in direzione di Vovchansk, con l’obiettivo di creare una zona cuscinetto di dieci chilometri per proteggere il territorio russo della regione di Belgorod dalle incursioni nemiche che in questi ultimi mesi sono penetrate in profondità, secondo una fonte militare ucraina citata da CNN.
Kiev ha inviato rinforzi prelevati dalle sue scarse riserve mantenute in allerta per far fronte al rischio che i russi sfondino più a sud, nella regione di Donetsj dove la loro avanzata appare inarrestabile; ma dopo tre giorni di offensiva i russi sono riusciti a conquistare una dozzina di centri abitati a nord del capoluogo di Kharkiv, seconda città ucraina per popolazione prima della guerra.
Secondo quanto reso noto via Telegram dal governatore della regione Oleg Synegubov, a ieri erano state evacuati dalla zona dei combattimenti oltre 4mila civili residenti in una trentina di località coinvolte negli scontri. «Nonostante l’escalation al confine, non ci sono motivi per evacuare la città di Kharkiv in questo momento. Sappiamo chiaramente quali forze il nemico sta utilizzando nel nord del nostro territorio regionale. Certo, gli attacchi russi possono aumentare, ma al momento non c’è alcuna minaccia per il capoluogo regionale» (da settimane nel mirino di intensi bombardamenti russi), ha dichiarato l’11 maggio ai media nazionali il governatore Sinegubov.
In città, secondo alcuni blogger russi, molti si aspettano il successo russo e tra alcuni comincia a serpeggiare il panico. Nelle scorse settimane osservatori ucraini avevano rilevato che l’incremento dei bombardamenti contro la città e i suoi dintorni non puntava solo a colpire obiettivi militari ma anche a indurre la popolazione fedele al governo di Kiev ad abbandonarla.
I bilanci forniti dal ministero della Difesa russo riferiscono in tre giorni di oltre 300 ucraini uccisi ma soprattutto di un numero elevato ma non precisato di militari che si arrendono oltre a rivendicare la distruzione di una ventina tra mezzi corazzati, artiglierie e sistemi missilistici antiaerei, ponti, postazioni di tiro, depositi di munizioni e carburante. La sera del 12 maggio l’area sotto controllo russo era già estesa su oltre 110 chilometri quadrati e continuava ad espandersi.
Nel pomeriggio del 12 maggio i canali Telegram russi hanno diffuso la notizia del ritiro ucraino dal villaggio di Staritsa e un’ulteriore avanzata delle truppe russe su Glubokoye e Lukyantsy e altre quattro località segnalando l’avvicinamento alla periferia di Vovchansk con la resa di diversi reparti ucraini e il raggiungimento dei sobborghi di Liptsy, 15 chilometri a sud del confine russo e 20 a nord est della città di Kharkiv.
L’attacco russo in questa regione non è una sorpresa. Il 10 maggio, il Coordinatore per le comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale USA, John Kirby. ha riferito che gli Stati Uniti si aspettano che la Russia cerchi di avanzare nella regione Ucraina di Kharkiv e di fare ulteriori progressi nelle prossime settimane. «È possibile che la Russia faccia ulteriori progressi nelle prossime settimane, ma non prevediamo grandi progressi».
Ucraini e alleati della NATO si interrogano su quali siano gli obiettivi di Mosca con l’apertura di questo nuovo fronte in una regione che era già stata in parte occupata ma da cui i russi dovettero ritirarsi nel settembre 2022 in seguito al contrattacco ucraino. Canali Telegram militari russi rivelano che lungo il confine Mosca ha schierato 50 mila militari, sufficienti a costituire una fascia di sicurezza profonda 10 o 15 chilometri a difesa della regione di Belgorod ma anche ad alimentare uno sforzo offensivo verso la città di Kharkiv.
Considerando le numerose incursioni ucraine nei territori russi di confine non stupirebbe se i russi lanciassero offensive simili anche nella regione ucraina di Sumy e lungo tutto il confine russo-ucraino verso nord, tese a “blindare” anche le regioni russe di Kursk e Bryansk dalle infiltrazioni ucraine. Del resto da giorni si registrano bombardamenti russi nella regione ucraina di confine di Sumy.
I 50 mila militari concentrati dai russi non sarebbero probabilmente sufficienti a lanciare una vasta offensiva per conquistare l’intera regione di Kharkiv e la città stessa, ma da un lato Mosca potrebbe inviare ulteriori rinforzi nell’area e dall’altro non va dimenticato che i russi stanno già penetrando a est in questa regione avanzando intorno al caposaldo ucraino di Kupyansk, che è già sotto pressione e verrebbe minacciato anche da ovest se i russi conquistassero Volchansk da dove potrebbero minacciare le retrovie nemiche.
Non si può escludere inoltre che il comando russo punti ad aprire altri fronti per frammentare ulteriormente le forze ucraine, già minate da sempre più gravi carenze di truppe, armi e munizioni, con l’obiettivo di provocarne il tracollo almeno in alcuni settori favorendo così rapide avanzate russe.
«La situazione sta cambiando rapidamente e, di fatto, c’è rischio di un collasso completo per gli ucraini», ha detto l’11 maggio il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aggiungendo che «gli europei stanno andando in tilt» e «quindi stanno deliberatamente aumentando le tensioni».
Gli ucraini hanno risposto all’attacco russo con un pesante bombardamento sulla città russa di Belgorod che ha provocato ieri diverse vittime civili: un attacco che secondo Mosca sarebbe stato compiuto impiegando non meglio specificate armi fornite dalla NATO e quindi impiegate contro il territorio russo.
Non si può neppure scartare l’ipotesi che i russi intendano solo attirare truppe e riserve ucraine in questa regione per indebolire e sguarnire altri fonti come Donetsk (dove le truppe di Mosca continuano ad avanzare a ovest di Avdiivka e intorno a Chasov Yar) o Zaporizhia (dove missili e bombe russe devastano le retrovie ucraine) in vista di una più ampia e massiccia offensiva estiva.
Il comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Oleksandr Syrskyi, ha definito “difficile” la situazione nella regione di Kharkiv dove le truppe «stanno facendo di tutto per mantenere le loro linee e posizioni difensive» nel corso di «violente battaglie».
Di fronte alle difficoltà a reggere l’urto con le forze russe lungo tutto il fronte, gli ucraini continuano a colpire in profondità il territorio russo con incursioni di droni dal valore militare ma anche simbolico. Ieri mattina a Volgograd un drone ha provocato un incendio in una raffineria di petrolio.
Foto: Pompieri cercano di spegnere un ncendio a Kharkiv dopo bombardamento russo (LaPresse)
Russia-Ucraina, una guerra da capire
Le modifiche all’assetto geopolitico all’origine del conflitto russo-ucraino, la volontà di Kiev di entrare nell’UE, le figure di Putin e Kirill, l’obiettivo di Mosca e la possibilità della pace. Dal videoincontro di ieri tra il direttore Cascioli e lo storico Leoni.
L'Europa fornisce difese aeree all'Ucraina, ma non ne ha per sé
La Nato ribadisce l'importanza di fornire all'Ucraina nuove batterie di missili anti-aerei e anti-missile. Ma le scorte sono talmente scarse che la Francia chiede alla Grecia le armi per proteggere le Olimpiadi.
Armi Usa all'Ucraina: più marketing che sostegno militare
Mentre i russi avanzano nel Donbass, la fornitura di Patriot per la difesa dell'Ucraina è bilanciata dall'imposizione del ritiro dei carri armati Abrams dal fronte: la loro distruzione da parte dei droni russi rovina le vendite in Europa.