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COSTUME

Truffe agli anziani, segno di corruzione morale

Gli anziani sono sempre più vittime del cinismo, a causa dell'indebolimento del cristianesimo e il prevalere del pensiero utilitarista.

Attualità 15_02_2012
Anziani truffati

Siete in macchina, sentite una specie di botto, pochi secondi dopo qualcuno suona il clacson per attirare la vostra attenzione e vi accusa di avergli rotto lo specchietto, che in effetti è penzolante: quasi sicuramente sta cercando di truffarvi. Precisamente, sta cercando di imbrogliarvi con l’ormai diffusissimo trucco dello specchietto: il truffatore lo ha volutamente rotto in precedenza, guidando si avvicina a voi, con la mano dà una botta alla sua macchina oppure lancia un piccolo oggetto contro la vostra per simulare l'effetto di una collisione, per produrre il suono che deve simulare l’impatto di cui vi sta per incolpare. Una volta che vi ha fermato vi dice che, per evitare di passare attraverso le assicurazioni, si accontenta di 150 euro. Coloro che vengono così ingannati sono moltissimi.

Un’altra truffa frequente è quella delle gomme tagliate. Arrivate alla vostra auto e trovate una gomma a terra, perché qualcuno ve l’ha tagliata poco prima. Se siete in grado, vi mettete a cambiarla e, mentre siete così intenti, poiché la portiera è aperta, un ladro vi ruba la giacca, o la borsa, o il telefono che avete appoggiato sul sedile. E se qualcuno si offre di aiutarvi, probabilmente non è una brava persona, bensì ha un complice che, durante le operazioni per cambiare la gomma, vi ruba le cose lasciate in auto.

Sono solo due esempi e la rassegna potrebbe continuare con il racconto della truffa del falso postino, della falsa infermiera, della falsa benedizione, dei falsi impiegati dell’Enel, dell’Inps, ecc. Per una descrizione completa basta andare sul sito della Polizia di Stato.

Oltre a mettere in guardia i lettori, va segnalato che questi raggiri sono molto spesso perpetrati ai danni degli anziani, che vengono spesso ingannati da lupi travestiti da agnelli. Come scrive un recente rapporto della Procura di Milano, «un fenomeno in continua crescita riguarda le truffe a danno di persone anziane. I reati sono spesso commessi da organizzazioni criminali, che si concretizzano in veri e propri appostamenti, pedinamenti e studio delle abitudini delle vittime, nella acquisizione di informazioni relative alle stesse» (Bilancio di responsabilità sociale 2010-2011 della Procura di Milano).

Un fenomeno odioso, veramente deplorevole, segno (ovviamente insieme a molti altri) di una corruzione del senso morale.

Infatti, diversi tra i Greci e Romani promuovevano verso gli anziani la pietas per la debolezza e l’ammirazione per la loro acquisita sapienza di vita. È emblematico Enea, che nell’Eneide di Virgilio porta in spalle suo padre Anchise mentre Troia è in fiamme. Aristotele nell’Etica Nicomachea scrive che i genitori bisogna venerarli, consapevoli che «nessuno […] potrebbe mai rendere loro il contraccambio adeguato». Il poeta greco Focilide arrivava addirittura ad ammonire: «Rispetta i capelli bianchi: rendi al vecchio savio quegli omaggi stessi che tributi a tuo padre».

Certo, questa raccomandazione non era patrimonio di chiunque e sono stati poi i cristiani, sull’esempio del buon Samaritano del vangelo, che hanno esteso la sollecitudine verso chiunque (nessuno escluso, come ha documentato per esempio Renè Girard), verso tutti gli anziani, per esempio. E nel solco della bimillenaria tradizione cristiana, Giovanni Paolo II ha scritto proprio una Lettera agli anziani.

Oggi, invece, sopratutto a causa dell’indebolimento del cristianesimo, gli anziani sono sempre più vittime del cinismo.

Del resto, la mentalità utilitarista oggi spesso diffusa, poiché conferisce il primato alla produttività, finisce per svalutare la vita dell’anziano, conducendolo a domandarsi se la sua vita abbia ancora senso visto che non è più produttiva. E anche questa mentalità contribuisce all’avanzata dell’eutanasia.

Eppure, anche solo dal punto di vista dell’utilità, gli anziani sono imprescindibili: «aiutano a guardare alle vicende terrene con più saggezza, perché le vicissitudini li hanno resi esperti e maturi. Essi sono custodi della memoria collettiva, e perciò interpreti privilegiati di quell'insieme di ideali e di valori comuni che reggono e guidano la convivenza sociale. Escluderli è come rifiutare il passato, in cui affondano le radici del presente, in nome di una modernità senza memoria» (Giovanni Paolo II, Lettera agli anziani, § 10).