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2013

Troppe tasse, famiglie in fuga

Un sondaggio dell'Associazione delle Famiglie numerose rivela: il 16% delle famiglie italiane è pronto a migrare all'estero, e un altro 67% desidererebbe farlo. E in Francia un figlio costa la metà che in Italia. Lodolo D'Oria (Famiglie numerose cattoliche): la bastonatura continua, anche Monti ci ha deluso, e per il futuro non c'è molto da aspettarsi.

Famiglia 03_01_2013
Famiglie in partenza

L’Associazione Nazionale delle Famiglie Numerose (Anfn) ha reso noto i dati di un sondaggio on line in corso tutt’ora ed iniziato il 20 dicembre scorso. L’indagine è composta da una sola domanda: “La fiscalità italiana stenta a riconoscere la famiglia: avete mai pensato di trasferirvi in paesi più sensibili?”. 781 nuclei familiari hanno risposto al quesito e il risultato è assai amaro: quasi il 16% delle famiglie ha deciso di andarsene dall’Italia e poco meno del 67% vorrebbe farlo ma non è nelle condizioni di partire.

“È comprensivo il disagio di tante famiglie italiane per l’eccessivo carico fiscale – commenta sul sito dell’associazione Alessandro Soprana, direttore dell’osservatorio politico dell’Anfn - nella vicina Francia, ad esempio, grazie al quoziente familiare, le agevolazioni previste per le famiglie con figli sono molto più alte”. Infatti fa sapere l’osservatorio politico dell’Anfn che le coppie italiane le quali hanno un reddito di 25mila euro ed un solo figlio pagano, a parità di reddito, 3.478 euro in più delle famiglie francesi. Per poi salire a 7.990 euro se i figli sono due e 14.040 se la prole ammonta a quattro pargoli.

Per far fronte al carico fiscale e alla crisi le famiglie, sempre secondo un sondaggio di questa associazione, hanno deciso di lavorare di più e rinunciare ad alcuni beni di consumo (51%), chiedere aiuti economici a parenti e amici (più del 25%) e attingere ai propri risparmi (più del 23%). Un giudizio sull’operato del Governo Monti attinente alle politiche familiari? I genitori lo bocciano senza appello: “insufficiente” per l’89% della famiglie.

Abbiamo chiesto un parere in merito a questi dati al dott. Vittorio Lodolo D’Oria, Vicepresidente dell’Associazione Famiglie Numerose Cattoliche.

Il 16% della famiglie sta già preparando i bagagli per trasferirsi all’estero. E’ un dato di cui stupirsi?
Non ci meravigliamo: nulla di nuovo sotto il sole ahinoi. L’Italia sta bastonando le famiglie da tempo e la conseguenza inevitabile è il disinnamoramento delle famiglie per l’Italia, famiglie che guardano ora con maggior interesse e speranza ad altri Paesi in cui la pressione fiscale è minore.

Monti ha davvero deluso le aspettative delle famiglie?
Avevamo nutrito qualche speranza con il governo tecnico di Monti, soprattutto in relazione al quoziente familiare, ma le nostre speranze sono andate deluse. Proprio ieri Monti a Radio Anch’io in merito ai temi etici – la famiglia è tra questi -  e in specie al riconoscimento delle coppie gay si è espresso per la libertà di coscienza. Per il futuro non attendiamoci miracoli né da lui né dalle altre coalizioni in campo. Di certo questo criterio di tassazione non potrà entrare nell’agenda del centro sinistra. In merito poi al centro destra è stato promesso da tempo ma mai realizzato. Dunque le famiglie devono pensare bene come votare alle prossime elezioni. Mi permetto al proposito di segnalare che tra le formazioni minori ci sono anche esempi interessanti come il programma del neo-partito di Magdi Cristiano Allam ‘Io Amo l’Italia’, in cui ad esempio il quoziente famiglia è presente come strumento proposto alle amministrazioni comunali.

La famiglia quindi non è aiutata economicamente, ma le pare che oltre a ciò sia anche al centro di un attacco politico e culturale?
Un paio di settimane fa Pier Luigi Vercesi - direttore di Sette, settimanale del Corriere della Sera - ha trattato in prima pagina del famoso patto generazionale tra padre e figli. Non si tratta di rottamare i genitori - scrive il giornalista - bensì di dar luogo ad una fisiologica ri-generazione che vede i giovani raccogliere il testimone da chi li ha preceduti. Vercesi ben inquadra la crisi del patto generazionale, ma non è altrettanto preciso nell’individuarne le cause e nel proporre soluzioni.
Infatti il patto tra genitori e figli avviene – così come ho scritto in un comunicato sul nostro sito - in un ambiente preciso qual è la famiglia. Ma è proprio questa istituzione familiare - ahimè - ad essere stata martoriata dal dopoguerra in avanti: divorzio (1970), aborto (1978), e in un prossimo futuro eutanasia, divorzio express, riconoscimento coppie di fatto, matrimoni omosessuali ... I risultati di questo indebolimento familiare sono evidenti a tutti: inverno demografico, diminuzione dei matrimoni, aumento dei divorzi e delle separazioni. Cui conseguono l'invecchiamento della popolazione, la maggiore spesa sanitaria e sociale, l'implosione del sistema previdenziale e via discorrendo. Non si tratta dunque del generico "calo di tensione morale" cui il giornalista fa riferimento, ma di un vero attacco ai "generi" (maschile e femminile) ed alle "generazioni", che costituiscono rispettivamente gli assi orizzontale e verticale del nucleo familiare. Invertire la rotta, restituendo alla famiglia la sua dignità e il suo valore economico, politico e sociale, è l'unico modo per salvare il patto generazionale tra genitori e figli. Contro i surrogati della famiglia occorre mettere al centro di nuovo il modello unico perché vero di famiglia, ossia quello naturale fondato sul matrimonio.