Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Tommaso Becket a cura di Ermes Dovico
Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Asia

Triste Natale per i cristiani cinesi del Wenzhou

Arresti di massa e repressione hanno colpito i fedeli della chiesa sotterranea di Yayang nelle settimane precedenti il Natale

Tanti cristiani di Wenzhou, nella provincia cinese dello Zhejiang, stanno vivendo un tempo di Natale nello sconforto e nella preoccupazione. Il 13 dicembre più mille agenti provenienti da diverse parti della provincia sono arrivati in una località, Yayang, con l’ordine di effettuare degli arresti di massa tra i membri della Yayang Assembly, una chiesa evangelica locale sotterranea, cioè non ufficiale. Da allora centinaia di persone sono state prelevate e interrogate e si sono viste confiscare i beni personali. Alcune decine sono state fermate e si trovano tuttora in carcere. Su ordine delle autorità, l’accesso alla chiesa è stato bloccato ed è stato imposto un rigido controllo sulle comunicazioni online. Wenzhou, per la lunga storia e la fedeltà dei suoi cristiani, è chiamata la “Gerusalemme dell’Oriente”. Ma la comunità cristiana di Yayang si è distinta negli ultimi anni per la sua tenace resistenza alla sinicizzazione della religione cristiana imposta dal partito comunista cinese. Due leader religiosi, Lin Enzhao e Lin Enci, in particolare sono accusati di fomentare il dissenso. In passato si sono opposti, ad esempio, alla demolizione delle croci sulle facciate delle chiese e di recente hanno resistito all’installazione forzata della bandiera cinese all’ingresso degli edifici religiosi. È di Wenzhou padre Ma Xianshi, sotto processo perché pretestuosamente accusato di corruzione in relazione alla pubblicazione di un libro di canti religiosi. Dopo gli arresti, il 18 dicembre, il governo provinciale ha organizzato una manifestazione di forze armate ed equipaggiamenti militari per intimidire la popolazione e giustificare la repressione dei fedeli come una operazione di ordine pubblico. “Attualmente – riferisce l’agenzia di stampa AsiaNews – molte attività religiose sono state sospese, la comunicazione tra i fedeli è ostacolata e la situazione resta poco chiara. Per molte chiese non ufficiali in Cina, quanto accaduto a Yayang è visto in questo Natale come un ulteriore segnale allarmante di una repressione sempre più sistematica e nascosta”. La sera del 15 settembre nella piazza di governo di Yayang si è svolto uno spettacolo pirotecnico. Secondo il partito comunista, i fuochi d’artificio sono stati una “celebrazione spontanea delle masse per la repressione del crimine violento” ovvero per l’ennesimo episodio di ‘persecuzione dei cristiani cinesi colpevoli soltanto di voler salvaguardare la loro fede e viverla in libertà e dignità.