Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico

Anche in Cina

Tribunale cinese, sì all'omogenitorialità

Una coppia lesbica si contende la custodia di due bambini. Per la prima volta un tribunale riconosce l'omogenitorialità.

Gender Watch 11_09_2024

Nel 2016 la cinese Didi (nella foto), nome di fantasia, si “sposa” con una donna negli States. Poi entrambe si sottopongono a fecondazione artificiale. Gli embrioni sono ottenuti dagli ovociti della compagna di Didi e alcuni furono impiantati nell’utero di Didi e altri nell’utero della compagna. Didi nel 2017 partorisce una bambina e invece la compagna un bambino. Secondo la legge cinese, madre è chi partorisce il bambino, invece per la legge americana i bambini sono figli di entrambe le donne.

La coppia, ritornata in Cina, però scoppia e i figli vengono affidati entrambi alla compagna affinchè non siano divisi. Didi allora chiede di poter far visita ad entrambi i bambini. Il tribunale popolare di Pechino distretto di Fengtai ha permesso solo di vedere la bambina, dato che Didi l’ha partorita. Ma l’aspetto inedito sta nel fatto che per la prima volta un tribunale cinese riconosce l’esistenza dell’omogenitorialità.

In Cina sono vietati i matrimoni dello stesso sesso, ma un recente sondaggio ha visto l’85% degli intervistati essere a favore dell’omogenitorialità e il 90% dei “matrimoni” gay. Insomma anche in Cina si ripete il copione visto in molte altre parti del mondo: la legge vieta sia i “matrimoni” omosex sia l’omogenitorialità; nel frattempo le lobby LGBT creano consenso sociale intorno a queste due pratiche; si apre poi una breccia nel riconoscimento della doppia genitorialità omosessuale e alla fine non si può che riconoscere giuridicamente sia quest’ultima che le “nozze” gay. È solo questione di tempo.