Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
FRANCIA

Trans-follie, ecco la formazione per gli “uomini” che partoriscono

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Con la diffusione del transessualismo, crescono i casi di parti avuti da donne che si sentono uomini. Come in Francia, dove il personale dei reparti di maternità viene “formato” per assecondare la nuova ideologia.

Vita e bioetica 01_03_2024

I devastanti effetti della teoria del gender e del transessualismo, ovvero le ipotetiche conquiste del progresso, si fanno ogni giorno più evidenti e pare che nessun governo d’Europa voglia interrogarsi sulla direzione che le nostre società stanno prendendo.

Tra i fatti più recenti giova ricordare un caso che sta facendo discutere la Francia. All’ospedale André-Grégoire di Montreuil, nella regione dell’Ile-de-France, come informava Livre noir lo scorso 16 gennaio, «un uomo transgender», ovvero, per i non specialisti, una donna che si sente uomo, «partorirà tra poco». Il lieto evento, malgrado l’euforia creata ad arte per questi parti di nuovo conio, pone qualche problema organizzativo. Perché si tratta «della prima volta per il personale» del piccolo ospedale di provincia, i cui medici e le cui ostetriche non hanno ancora mai «avuto a che fare con la gestione della trans-identità». Urge correre ai ripari.

Nell’immensa città di Parigi, invece, sono cose abituali, almeno da quando, nel 2019, si ebbe «il parto del primo “uomo” transgender di Francia», presso la maternità di Lilas, nel 20° arrondissement. E da quel momento, per evitare gli orribili segni della transfobia, crimine imperdonabile sotto la presidenza di Emmanuel Macron, è stata presa la decisione, fortemente appoggiata dai gruppi Lgbt, «di formare il personale dei reparti di maternità alla trans-identità».

E così, negli ospedali parigini, si è iniziato già alcuni anni fa a fare dei corsi di formazione specifica, come spiega una fiera Corina Pallais a Le Parisien. Secondo la sindacalista, si tratta soprattutto di «un lavoro di ricostruzione delle nostre rappresentazioni». Come a dire: pensi che sia la mamma a partorire e il papà in sala d’attesa? Oscurantista e troglodita, segui il nostro corso e capirai. Del resto, come spiega la Pallais, per gli illuminati come lei, questo cambiamento delle rappresentazioni (per non dire negazionismo antiscientifico), è una lotta: «E come tutte le lotte che abbiamo combattuto, sul diritto all’aborto per esempio, anche questa ci ha uniti». Uniti a cosa?

A Montreuil, quindi, entra in gioco l’associazione Outrans, che in francese suona come “eccesso”, ma contiene non a caso la desinenza trans. Outrans, fondata nel 2009, si presenta sul proprio sito come una «associazione femminista di autosupporto trans» dedicata alle persone «trans-maschili, trans-femminili, non binarie, in ricerca, e per i loro alleati cisgender». Che sarebbero poi il 99% degli arretrati cittadini. Ebbene, malgrado un’assoluta non scientificità di fondo, l’associazione ha ottenuto un «partenariato con il Ministero dell’Insegnamento superiore, della Ricerca e dell’Innovazione» per creare dei «modelli di formazione destinati al personale medico». E così, questi imperdibili corsi di formazione sono iniziati anche a Montreuil, grazie all’impegno della co-direttrice di Outrans, Anaïs Perrin-Prévelle. La quale, in attesa del trans-parto, ha raccomandato ai partecipanti al suo corso di scusarsi, se mai useranno gli appellativi desueti di «monsieur e madame», cioè signore e signora. Del resto, ha aggiunto che «per accompagnare meglio le persone transgender» sarebbe opportuno «desessualizzare i documenti di identità».

E qui si vede bene quanto sbaglia chi dice che queste assurdità saranno anche tali ma toccano solo le minoranze che le vogliono: non è così. Se non reagiamo presto, anche da noi, come in realtà già si fa, nei format ufficiali dello Stato comparirà la menzione “altro”, dopo gli arcaici uomo e donna. In Francia si è sempre avanti e questo deve dare l’idea di ciò che potrebbe dilagare ovunque. Infatti secondo la Perrin-Prévelle, se nei primi anni Outrans era chiamata a fare al massimo una ventina di corsi l’anno, «ne abbiamo fatti 65 nel 2022 e un centinaio nel 2023». Corsi in cui degli ideologi sofisti spiegano a dei medici cosa è la scienza, come vanno trattati i pazienti e perfino come bisogna chiamarli per non offenderli e non discriminarli. Capovolgendo la verità, e riducendo padri e madri a mere «rappresentazioni da ricostruire».



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