Tragedia greca, farsa dei partiti italiani
Comunque vada a finire, resterà a lungo nella memoria il pessimo spettacolo che ha dato la politica italiana sul referendum di Atene. Come nella rivolta del pane, descritta dal Manzoni, ha scelto di additare un capro espiatorio: l'Europa che "affama" i greci.
7 MILIARDI SALVERANNO ATENE? di S. Magni
Comunque si svilupperà nei prossimi mesi il rapporto tra la Grecia e l’Europa (e vi è da augurarsi che possa prendere una strada costruttiva) resterà a lungo nella memoria il pessimo spettacolo che ha dato la politica italiana di fronte al referendum di Atene.
E quello che sorprende, negativamente, è che il brutto spettacolo non lo hanno solo le opposizioni, alla perenne ricerca di spazi televisivi dove gridare i loro slogan, ma anche i partiti della maggioranza. In parte per la loro assenza, dato che l’incidenza nel dialogo europeo del Governo italiano si è limitata alla sconfortante genericità dei tweet, in parte, e ancora peggio, quando esponenti delle varie minoranze hanno parlato dando l’impressione di non sapere concretamente che cosa stavano dicendo. Come quando un ex presidente del Consiglio, parliamo di D’Alema, è arrivato ad affermare che gli aiuti alla Grecia hanno finanziato le banche francesi e tedesche, colpevoli di chiedere gli interessi sui prestiti concessi, e sorvolando sul fatto che comunque i prestiti ad Atene sono stati pur concessi.
Ma lo spettacolo più desolante è venuto dai partiti di opposizione: quelli che sono andati ad Atene, per affiancare lo lotta democratica del popolo greco, quelli che hanno continuato ad affollare i compiacenti talk show televisivi, quelli che, come il leader della Lega, Salvini, ne hanno approfittato per sposare la politica del tanto peggio, tanto meglio, invitando gli italiani a ritirare i soldi dalle banche.
La verità se ne è stata ben nascosta per giorni e giorni soffocata da una propaganda retorica e populista, come se fosse possibile con un referendum moltiplicare le risorse, attuare con la bacchetta magica una politica di benessere per tutti, cancellare gli impegni e i contratti del passato.
Come nella rivolta del pane, così magistralmente descritta dal Manzoni, i fornai erano quelli che affamavano il popolo nascondendo la farina, adesso è l’Europa a negare le risorse ad un paese in difficoltà. Forse val la pena rileggere il XII capitolo dei Promessi Sposi dove si descrive l’assalto ai forni e la gioia del popolo nel vedere bruciare nella piazza gli attrezzi di lavoro dei fornai: “Viva l'abbondanza! Moiano gli affamatori! Moia la carestia! Crepi la Provvisione! Crepi la giunta! Viva il pane!” Veramente – si permette di commentare il Manzoni - la distruzion de' frulloni e delle madie, la devastazion de' forni, e lo scompiglio de' fornai, non sono i mezzi più spicci per far vivere il pane; ma questa è una di quelle sottigliezze metafisiche, che una moltitudine non ci arriva.”
Una sottigliezza metafisica, per non chiamarlo una truffa, può essere considerato anche il referendum di Atene: dove si millantava di poter scegliere con un voto tra la povertà e la ricchezza, tra più tasse e meno tasse.
Con il paradosso che i greci nelle urne hanno detto di no alle richieste di risanamento dei conti pubblici e in privato hanno votato con il portafoglio ritirando quanto più possibile i propri risparmi dalle banche per mettere il tanto disprezzato euro sotto al materasso.
E così tutto il problema greco è sembrato dall’una e dall’altra parte solo un problema contabile, un problema di soldi in più o in meno. E il popolo greco è diventato uno strumento di potere politico, uno sgabello su cui salire per raccontare la favola dell’albero delle monete d’oro. E’ passato del tutto in secondo piano il problema di far diventare la Grecia una società moderna, efficiente, solidale all’interno anche perché legata alla solidarietà europea. La politica (italiana) ha così dato il peggio di sé trattando il dramma della Grecia come se fosse una commedia. Mentre c’è una sola soluzione, che è anche la più complessa: aiutare i greci ad aiutarsi da soli. Magari iniziando a scacciare i falchi, i gufi e gli avvoltoi che negli ultimi tempi hanno girato nel cielo di Atene.