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I FILM DELLA SETTIMANA (25-12-2010)

Tornando a casa per Natale

Scene tra loro slegate e azione del tutto assente: guardati però con attenzione i quadri di Tornando a casa per Natale si colmano di significato e di letizia. Alla fine nasce un bimbo bellissimo...

Visioni 24_12_2010
locandina  Sentieri cinema



Tornando a casa per Natale
  di Bent Hamer con Arianit Berisha, Sany Lesmeister, Nadja Soukup (Genere: Commedia, Drammatico. Durata: 85')

Norvegia, la notte di Natale: un medico risponde al cellulare ed accetta di avventurarsi nella notte per un profugo la cui moglie sta per partorire. Un ragazzino si fa guidare da una compagna musulmana a vedere le stelle col telescopio. Un padre divorziato e con problemi mentali farà da Babbo Natale per i figli che non può rivedere. Ancora, un anziano fa compagnia alla moglie morente, due amanti consumano il rapporto per poi pentirsi e piangere. E infine il barbone Goran, uomo con il cuore colmo di cicatrici sanguinanti, torna a casa per Natale.

Una serie di quadri, di piccoli eventi slegati gli uni dagli altri. Non vi è una trama reale a sottendere la narrazione e l’azione è di per sé completamente assente. Eppure, se non caleremo l’attenzione e manterremo desta l’attesa, queste immagini acquisteranno a poco a poco colore (nel senso fotografico del termine), significato e letizia. La calma e la poeticità di un cielo stellato, il tentativo di un padre di meritarsi una seconda possibilità con i figli, la voglia maleducata di amore di una coppia che deve perdersi prima di ritrovarsi: lui tornerà dalla moglie e lei andrà a chiedere scusa in chiesa, alla Messa di Natale. E anche se là fuori c’è quasi sempre il buio, la paura per un fato che può voltarti le spalle, non ci si gira a guardare da un’altra parte, non ci si distrae né ci si dispera. Il regista decide di guardare in faccia quel buio misterioso e, cosa ancor più grande, a proporci una speranza: quel padre profugo che chiama fuori di casa il dottore senza sorriso, lo conduce in una fredda baita fuori dalla civiltà (perché non possono andare all’ospedale, per loro lì non c’è posto), gli mostra la madre partoriente nel dolore. Nasce un bimbo bellissimo e i genitori ringraziano il dottore. Il dottore, commosso, ringrazia loro. Poi se ne va a piedi, sotto la neve, lasciando in dono la propria macchina a quei poveretti, desideroso di una paternità da cui era sempre scappato. Da lì, da quel desiderio, si riparte.

 

  • Un altro mondo (Regia: Silvio Muccino. Interpreti: Silvio Muccino, Isabella Ragonese, Michael Rainey Jr. Genere: Drammatico. Durata: 110')
L’idea è bella: un ragazzo di Roma, ricco e annoiato, viene chiamato dal padre morente in Africa, dove vive da anni separato dalla famiglia. Lì il giovane scopre di avere un fratellino africano, e decide di portarlo con lui in Italia. Purtroppo il film è un concentrato di luoghi comuni e retorica, a partire dalla fastidiosa voce fuori campo che spiega tutto. Muccino dice di essersi ispirato a Frank Capra. È ancora molto lontano.

 

  • La bellezza del somaro (Regia: Sergio Castellitto. Interpreti: Sergio Castellitto, Laura Morante, Enzo Jannacci, Marco Giallini, Barbora Bobulova. Genere: Commedia. Durata: 107')
Una coppia molto politicamente corretta rimane scioccata dalla figlia adolescente che torna a casa col nuovo “fidanzatino”, che ha settant’anni (uno strepitoso Enzo Jannacci). Castellitto e moglie (autrice della sceneggiatura) fanno un bel ritratto dei genitori à la mode, ma le perle di saggezza di Jannacci sono la cosa migliore del film.

 

  • Le avventure di Sammy (Regia: Ben Stassen. Genere: Animazione. Durata: 88')
Un animazione destinata ai più piccoli, che ha come protagonista una tartarughina. Tra disavventure, rapimenti e anche l’inquinamento da petrolio, Sammy dovrà traversare l’Oceano per tornare a casa.