Tolone ormai in balia della malavita islamica
Tolone è teatro di una lotta per il controllo delle periferie da parte di gang di immigrati, soprattutto islamici. La violenza è sia religiosa, rivolta contro le donne, sia causata da delinquenza fine a se stessa. Macron cerca di riconquistare la città
Lo stato di emergenza circa la sicurezza in Francia non è una novità. Vi avevamo raccontato come le principali città francesi e di periferia erano state teatro, specie durante la quarantena, della guerriglia urbana di bande di islamici tra attentati, omicidi e aggressioni alla polizia: i mesi di confinamento alla francese avevano solo aumentato la dimensione della perdita di parte del territorio della Republique, come denunciò due anni fa l'ex ministro dell'Interno, Collomb.
Nelle ultime settimane le cose non hanno fatto che peggiorare, soprattutto a Tolone. Tanto che il presidente Macron è dovuto correre in visita nella città, con il ministro degli interni Gérald Darmanin al seguito, per esprimere solidarietà ai cittadini. A Tolone il sentimento dominante è l’insicurezza, i gravi episodi di violenza sono quotidiani.
Il presidente francese da tempo annuncia la volontà di mettere in quarantena il virus islamista, ma ad oggi i risultati sono stati davvero scarsi. Anche perché il lavoro da fare è tanto. Dopo le due sparatorie nel giro di una settimana, come in un film degli anni ’80 a New York, il sindaco ha dovuto chiedere direttamente al presidente “rinforzi immediati sia in termini di uomini che di mezzi tecnici”. E Macron e il suo ministro degli interni hanno annunciato l’invio di altri 10 agenti e la creazione di un “distretto di riconquista repubblicano” specifico per Tolone.
Un trentacinquenne uscito di galera è stato freddato mentre era al volante con i figli, un diciottenne è stato ucciso con colpi alla testa mentre attraversava la strada, una notte è stato scaricato un fucile a caso, per una strada frequentata. Per Julien Ventre, segretario dipartimentale dell'Unità di Polizia del Syndicat SGP-FO du Va, il quartiere St. Musse e le città vicine sono “il triangolo delle Bermuda”. È a Tolone che durante le regionali del 2015 i manifesti con due ragazze a confronto – una velata e una no – tappezzavano la città chiedendo ai cittadini quale domani avrebbero voluto. E ne sa qualcosa Mons. Dominique Rey, Vescovo di Fréjus-Toulon, che della ricerca nuova dell’identità dei cristiani di fronte all’islamismo imperante in Francia, e in particolare da quelle parti, ne fatto la sua sfida pastorale. È a Tolone che dopo gli attentati islamici del 2015 si marciava e manifestava contro l’islamofobia crescente nel Paese.
Oggi a Tolone la disoccupazione è al 27,1%, la criminalità è per le strade, le auto bruciano, le facciate dei palazzi hanno cicatrici di proiettili in bella mostra. L’11 maggio, la città celebrava la fine della quarantena, la gente era per le strade, nel bel mezzo di una piazza due giovani, che evidentemente cercavano qualcuno, hanno impugnato i kalashnikov e hanno sparato alla folla. Per Julien Ventre, “la violenza è aumentata nelle città di Tolone da 4 o 5 anni”. Ma per il distretto di Sainte-Musse, il 2018 è l’anno zero delle guerre tra bande di immigrati. I residenti stanno impazzendo. Tanti stanno cambiando città. Pochi si trasferiscono per la prima volta, se non perché immigrati. “Siamo destinati a scomparire”, dice un passante, che vuole rimanere anonimo, a Le Figaro.
La donna velata che al grido di “Allah Akbar” accoltellò due persone in fila al supermercato, l’estate di due anni fa, fu l'episodio che iniziò a scuotere davvero la comunità di Tolone. Probabilmente anche perché le vennero semplicemente ordinati test psichiatrici e fu archiviato come un caso di follia e basta. Era il 2016, invece, quando la cosiddetta polizia della shari’a, quella che ormai è di casa in tante città di Inghilterra e Germania, iniziava ad aggredire le studentesse in pantaloncini. Successe a Maude Vallet, bullizzata da cinque coetanee musulmane per un abbigliamento, di ritorno dalla spiaggia, poco consono per i loro gusti. Due donne adulte, fuori per un giro in bicicletta a Tolone, vennero aggredite da una folla di dieci musulmani che erano arrabbiati per il fatto che le donne indossassero abiti che ad Allah non sarebbero piaciuti. Ma è capitato anche che fossero intere famiglia ad essere insultate da bande di "giovani" musulmani. Al grido di “put***” vennero rincorse prima di assistere al pestaggio dei mariti accorsi in loro difesa dei completi per il jogging giudicati inappropriati. Episodi che dal 2016 si ripetono senza sosta.
Per il ministro degli Interni “una parte della società sta vivendo nella schiavitù, e va fermata”. Intervistato, pochi giorni fa, da Le Figaro, sulla frammentazione della Repubblica e quel che sta accadendo a Tolone, ha anche voluto aggiungere, oltre all’abbraccio a tutte le fedi indistintamente e alla volontà di non voler discriminare nessuno, di sapere “che i cattolici sono legittimamente preoccupati per le aggressioni contro il loro credo e l'eredità cristiana”. E ha riconosciuto persino l’islamismo all’origine dei “focolai” di guerra civile in Francia. “Devi essere cieco per non vedere cosa sta succedendo. Collomb aveva ragione: bisogna iniziare la riconquista della Repubblica francese: l’immigrazione islamica ha preso il sopravvento”.
Jean Castex, neo primo ministro, ha annunciato un disegno di legge contro i “separatismi”, come a raccontare che non c’è solo l’islam ad aver costruito un territorio nel territorio. Ma per il ministro Gérald Darmanin Tolone insegna: “il separatismo principale, il più pericoloso, il più dannoso è ovviamente il separatismo islamista. Però è vero che negli archivi degli schedati dallo Stato non ci sono solo islamici, ma anche anarco comunisti, l’estrema sinistra è molto pericolosa per la Francia. E poi c'è un radicalismo, molto minoritario, quello dell'estrema destra”. Secondo i dati Eurostat 2018 (non esistono dati più aggiornati), la percentuale di non nati in uno dei paesi dell'Ue in Francia era del 59,3%, l'immigrazione in generale era al 77%.
La Francia è sempre più disorientata, del perché pochi hanno il coraggio di parlare, anzi mai si parla. Intanto un sondaggio INSEE del 2018 ha indicato un episodio di violenza gratuita ogni 44 secondi in tutto il Paese, perché la crisi non è solo di Tolone. Negli ultimi dodici mesi sono stati registrati 959 omicidi, 265.416 aggressioni, 7.196 rapine con armi e accoltellamenti, 68.657 rapine estremamente violente, 539.372 atti vandalici, per le aggressioni sessuali nel 2019 c’è stato un aumento pari al 2,4%. Ma gli identikit dei colpevoli raramente arrivano.