TikTok blocca giochi biblici, ma promuove contenuti pornografici
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Un'indagine di Global Witness rivela una preoccupante disparità di trattamento su Tik Tok, con contenuti di stampo cristiani sistematicamente bloccati e, per altro verso, contenuti sessualmente espliciti facilmente accessibili ai minori.

Quando TruPlay, azienda che sviluppa giochi biblici per bambini, ha iniziato a pubblicizzare i propri contenuti su TikTok nel dicembre 2023, si aspettava di raggiungere famiglie alla ricerca di un sano intrattenimento per i propri figli. Quello che a sue spese ha scoperto, invece, è un sistema che opera con due pesi e due misure: da un lato, contenuti di stampo cristiani sistematicamente bloccati; dall’altro, contenuti sessualmente espliciti facilmente accessibili ai minori.
L'indagine è stata condotta da Global Witness, organizzazione non profit britannica, che ha creato sette account TikTok registrati come appartenenti a tredicenni, attivando la modalità "ristretta" che dovrebbe escludere contenuti sessualmente suggestivi. I risultati sono allarmanti: in tutti i casi, bastano pochi clic perché l'algoritmo suggerisca materiale pornografico, nonostante l'assenza di qualsiasi cronologia di ricerca.
Parallelamente, TruPlay ha documentato un trattamento radicalmente diverso. Le loro inserzioni pubblicitarie vengono ripetutamente rifiutate per «promozione di contenuti religiosi sensibili». A marzo 2025, TikTok ha sospeso completamente l'account aziendale, ripristinato solo dopo un ricorso formale. L’amministratore delegato Brent Dusing riporta che le loro pubblicità ricevono pochissime visualizzazioni a fronte di concorrenti che sponsorizzano contenuti violenti con larghissima distribuzione.
La disparità solleva domande fondamentali sulla governance delle piattaforme digitali. Non si tratta di un caso isolato di moderazione imperfetta, ma di uno schema sistemico che rivela quali contenuti vengono considerati "accettabili" e quali "problematici".
TikTok definisce "sensibili" giochi educativi che insegnano storie bibliche a bambini tra i 5 e i 12 anni, mentre l'algoritmo promuove attivamente materiale pornografico a utenti dichiaratamente minorenni. Ciò è ben lungi dall’essere considerato un fallimento tecnico, bensì è una vera e propria scelta di priorità.
Per le famiglie cattoliche questa situazione rappresenta una sfida concreta. Le piattaforme digitali sono ormai parte integrante della vita quotidiana, specialmente per i giovani. Quando queste piattaforme operano con criteri opachi e apparentemente discriminatori, i genitori si trovano a dover navigare un ambiente digitale ostile ai propri valori. Mancando la trasparenza decisionale, non può stupire se manca anche l’equità di trattamento. Se TikTok permette pubblicità per giochi violenti, perché bloccare contenuti educativi? Se l'algoritmo può identificare materiale pornografico abbastanza facilmente da aggirarne le restrizioni con codici come "corn" al posto di "porn", perché non può impedirne la diffusione verso minori?
Inevitabilmente, una famiglia cristiana potrebbe incorrere nella scorciatoia di boicottare TikTok, aggirando un problema che sembra inaffrontabile, salvo poi rientrare dalla finestra quando la porta del controllo verrà sbarrata. Serve piuttosto una maggiore consapevolezza e una vera pressione civica e sociale affinché le piattaforme digitali operino con trasparenza e coerenza, chiedendo standard chiari sulla definizione di “contenuti sensibili”, su chi sia a identificare i criteri discriminanti e, di conseguenza, come mai la protezione dei minori da contenuti sessualmente espliciti sembri meno prioritaria rispetto alla censura di contenuti religiosi.
Così TikTok propone ai minori video porno e droga
Un'analisi del Wall Street Journal, svolta creando falsi account automatizzati, ha evidenziato come l’algoritmo di TikTok sia incapace di filtrare i video sulla base dell’età dell’utente e offra, anche ad utenti con un’età registrata di 13-15 anni, contenuti a sfondo sessuale, sull’uso di droghe e l’abuso di alcol.