The sound of freedom, nessuno l'ha visto, ma dà già fastidio
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In Italia arriverà il 31 gennaio, ma la grande stampa ha già deciso che The sound of freedom è un film che porta avanti le tesi dei conservatori. Eppure, è una spietata denuncia del traffico sessuale e della pedofilia. Il tipico retropensiero della sinistra.
È forse, al mondo, il film più discusso senza essere stato visto. Sto parlando di The sound of Freedom, Il canto della libertà, il film del 2023 diretto da Alejandro Monteverde e prodotto da Eduardo Veràstegui, entrambi messicani e cattolici.
Probabilmente sono in pochi a non sapere di che film si tratta. È la storia (vera) dell’agente speciale Tim Ballard, interpretato da Jim Caviezel (il Gesù di Mel Gibson). Per rendere più efficace la lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini, Ballard decide di agire sotto copertura (e senza protezione) fuori dai confini degli Stati Uniti, dove il traffico pedofilo affonda le sue radici. Dopo lunghi viaggi in vari paesi e in luoghi oscuri, Ballard, mettendo più volte a repentaglio la propria vita, riesce a raggiungere i suoi obiettivi, sconfiggendo una rete di rapitori e sfruttatori di bambini e a ricongiungere le vittime alle loro famiglie.
Raccontato così, sembra un film promettente: affronta il più terribile dei temi, il traffico sessuale di minori; è anche tratto da una storia vera, quindi ha anche un valore documentale. Perché, dunque, se ne discute? Non dovrebbero esserci dubbi sullo schieramento da tenere: è un film che denuncia un male orribile. Chi mai potrebbe esserne infastidito? Bisognerebbe proporlo in televisione o portare al cinema, per vederlo, le scolaresche; le stesse che sono state portate a vedere C’è ancora domani, il film anti-patriarcale di Paola Cortellesi.
Sarà forse un film tecnicamente scarso, scritto in modo sconclusionato e recitato da cani? Beh, no. Chi l’ha visto giura che si tratta di un film ben scritto e girato, con dialoghi importanti, ben recitato, con musiche e fotografia di ottimo livello. Forse il film è esagerato dal punto di vista emotivo? Non pare, visto che alcuni hanno notato come le scene nelle quali Ballard è con la sua famiglia siano poche e nemmeno troppo intense; cosa che avrebbe calcato la mano ancora di più sulle motivazioni del protagonista nella lotta contro i trafficanti.
Dunque perché è un film tanto criticato, pur non essendo ancora uscito nelle sale? Secondo SkyTG24, perché frutto di una «strategia di marketing, che punta su un pubblico conservatore e cristiano». Secondo Wired, invece, la pellicola sarebbe «una specie di action movie […] Particolarmente apprezzata e promossa dai media americani più vicini ai repubblicani e alle idee di destra, questa produzione ha chiaramente un messaggio impostato sui valori cristiani: “I figli di Dio non sono in vendita”, si sente dire a un certo punto».
Un po' più approfondita la stroncatura de Il Manifesto: «La sottintesa contrapposizione fra sostenitori e “avversari” del film non può che rimandare alla brevettata strategia della nuova destra populista di proclamarsi nemici di segrete società di pedofili. L’ossessione nasce nella galassia Qanon, con le narrazioni di una perversa cabala «globalista» (fra cui Hillary Clinton, Bill Gates, Tom Hanks, George Soros ed altri) dedita al rapimento ed al salasso di bambini per procurarsi trasfusioni di «adrenocromo». Malgrado le statistiche in materia di scandali sessuali non favoriscano certo i politici conservatori (né il clero), la pedofilia è stata adottata dalle destre globali come simulacro di male assoluto e affidabile aggregatore di consensi di destra (nonché infallibile strumento di fundraising)».
Il film, dunque, mostra i Clinton e Soros come «papponi» del traffico di minori? Ehm… no. Prosegue, Il Manifesto: «Anche se il film non fa alcun riferimento esplicito a questa filosofia, la materia, assieme alle affiliazioni religiose e politiche degli autori, e degli esponenti di destra che lo hanno sostenuto e finanziato [...] rimandano a questo contesto». Non mancano nemmeno le accuse di razzismo: «Il sottotesto è sempre quello di salvatori pesantemente armati piombati dal nord del mondo in paesi relegati a sfondo esotico».
Ebbene sì, abbiamo letto bene. C’è un bel film, tratto da una storia vera, che parla dell’orrendo crimine del traffico sessuale di minori e, invece di promuoverlo, viene stroncato perché esisterebbe un complotto trumpiano e cristiano che vorrebbe utilizzare la pellicola e strumentalizzare il tema della pedofilia... contro il Partito Democratico. Caspita, il trionfo del retro-pensiero.
Il livello morale del mondo in cui viviamo è dunque il seguente: se la denuncia del crimine più orrendo porta acqua al mulino dei nostri avversari, ostacoliamo questa denuncia. Visto che Trump e i cristiani denunciano la pedofilia; considerato che alcuni sostenitori di Trump sono convinti che i vertici del Partito democratico abbiano qualcosa a che fare con la pedofilia; tenuto conto di tutto questo, insomma, meglio tacere.
Se tutto questo vi fa ribollire il sangue, se volete contribuire alla lotta contro il traffico pedofilo mondiale, o se semplicemente siete curiosi di vedere questo film così controverso, forse vi interesserà sapere che sarà proiettato in anteprima nazionale a Bergamo, presso l’UCI Cinemas Orio di Azzano San Paolo, mercoledì 31 gennaio alle ore 20. Buona visione.