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LE ZONE COLPITE DAL SISMA

Terra di santi, dove vive qualcosa di tutti noi

Lì dove si incrociano Lazio, Umbria, Marche ed Abruzzo vive qualcosa di tutti noi. E' lì che la nostra storia è passata e ha lasciato segni inconfondibili di sé. Il cuore dell'Italia è senza la terra dei Santi. Un luogo geografico irrigato dalla presenza ancora viva di Francesco e Chiara, di Benedetto e di Caterina.

Cronaca 24_08_2016

Il Centro Italia non è solo un luogo geografico, in qualche modo è il cuore dell'Italia. E una ferita al cuore fa sempre male. C'è un altro terremoto che colpisce e ci ricorda la nostra intrinseca fragilità, del nostro territorio e più ancora del nostro essere uomini.

Lì dove si incrociano Lazio, Umbria, Marche ed Abruzzo vive qualcosa di tutti noi. E' lì che la nostra storia è passata e ha lasciato segni inconfondibili di sé: basta osservare quei piccoli centri meravigliosi che si affacciano qua e là abbarbicati sui Monti Sibillini, i monti Azzurri cantati da Leopardi. Anche l'Europa deve qualcosa a quelle terre, S. Benedetto, padre del monachesimo occidentale e patrono d'Europa, è nato a Norcia, inconfondibile borgo di un'Italia ricca di storia, cultura, arte e fede.

Questa notte su questo cuore d'Italia si è abbattuto un violentissimo terremoto, la scossa più forte ha toccato magnitudo 6, radendo praticamente al suolo i centri di Amatrice e Accumuli nel reatino e Arquata del Trono nell'ascolano. Altri danni si registrano nelle zone limitrofe, il bilancio in termini di vite umane si preannuncia pesantissimo (al momento in cui scriviamo si parla già di 21 vittime, ma i dispersi sono molti di più).

La Nuova BQ ha contattato alcuni amici che si trovano a Norcia per un periodo di vacanze e preghiera presso il convento dei monaci benedettini. Erano svegli proprio per la preghiera notturna del mattutino quando hanno avvertito la scossa più violenta. Norcia registra crolli, ma la situazione appare meno grave di quella di altri centri. Tanta, tantissima paura, e tutti in strada.

Le ferite al cuore sono quelle che fanno più male perché non toccano solo il corpo, ma sono anche quelle che, in certo senso, segnano l'anima, il nostro io più intimo. Ci cambiano, per cui nulla è più come prima. Lo è innanzitutto per chi è stato chiamato da questa vita a quell'altra, lo è per chi vede distrutta la propria casa, le proprie cose, il proprio quotidiano andare. Ma lo è un po' per tutti noi che dell'Italia, di quell'Italia ricca di storia, cultura, arte e fede, siamo figli.

Il cuore dell'Italia, il centro Italia, è senza dubbio la terra dei Santi. Un luogo geografico solcato, irrigato e seminato, dalla presenza ancora viva di Francesco e Chiara di Assisi, di Benedetto da Norcia e di Caterina da Siena, giusto per ricordare i più noti. L'eredità spirituale e culturale che queste personalità hanno lasciato è, a ben riflettere, qualcosa che ha segnato non solo il nostro modo di essere e pensare, ma anche le pietre e le strade su cui abbiamo costruito le nostre case. Negarlo è voler dimenticare. Negarlo è voler togliere una possibile risposta di senso anche a tragedie come quella del terremoto di questa notte.

A questi santi del nostro Centro Italia rivolgiamo una prece, perché il silenzio della preghiera possa alleviare un dolore che la nostra fragile umanità, da sola, non può comprendere.