Tasse, l'Italia maglia nera nel carico fiscale
Una famiglia tipo con due figli paga, tra Irpef e Iva, tasse per il 40% del proprio reddito. Una cifra mostruosa che se paragonata ad altri Paesi come Francia e gli Stati Uniti dove la quota imposte è addirittura la metà e la metà della metà. Il rapporto della Corte dei conti.
Appena qualche giorno fa ha fatto scalpore l'uscita del Rapporto 2017 della Corte dei Conti che, a ben vedere, ha certificato qualcosa che tutti noi viviamo ogni giorno sulla nostra pelle: in Italia le tasse sono troppo alte. In particolare il Rapporto ha stabilito che nel nostro paese il cuneo fiscale (il peso delle imposte sul costo del lavoro) è "di ben 10 punti" superiore a quello medio del resto d'Europa: il 49% contro una media del 39%. Peggio ancora va per le Piccole e medie imprese, quelle che costituiscono gran parte del nostro tessuto produttivo e che pagano di media al fisco il 64,8% del proprio fatturato, una percentuale “eccedente quasi 25 punti" quanto dovuto di media dalle imprese europee.
Di fatto per ogni euro guadagnato col sudore della fronte, ognuno di noi è costretto a versare fra le voraci fauci del fisco circa cinquanta centesimi. I rapporti ufficiali parlano di una pressione fiscale pari al 43,3% del Pil, che ci pone al sesto posto fra i 34 Paesi Ocse dietro a Danimarca (al 46,6%), Francia (45,5%), Belgio (44,8%), Finlandia (44%) e Austria (43,5%), Paesi che godono però di servizi nettamente migliori dei nostri. La classifica è però fuorviante se pensiamo che l'Ocse calcola la pressione fiscale sulla base di un Pil che include al suo interno una stima dell'economia sommersa e addirittura di attività illecite che, per definizione, non pagano tasse (sono calcolati perfino i proventi di contrabbando, prostituzione e traffico di sostanze stupefacenti).
Una “truffa” per incrementare artificialmente la ricchezza nazionale e far scendere, sempre artificialmente, la percentuale della pressione fiscale. Il reale “peso complessivo che il contribuente onesto sopporta è arrivato a toccare la quota record del 50,2 per cento” nel 2015, ha affermato la Cgia di Mestre facendo notare come - in appena quattro anni - le imposte complessive siano aumentate del 3%. Ed è questa la ragione per cui il “tax freedom day”, il giorno di liberazione fiscale, negli ultimi anni è caduto all'inizio di giugno, quasi a metà anno.
Per capire meglio il peso del fisco sulle famiglie, prendiamo ad esempio un nucleo familiare che vive in Lombardia, con due figli (uno sotto i tre anni) e un reddito complessivo di 40mila euro lordi. Una famiglia con queste caratteristiche paga 8.905 euro di Irpef l'anno. Poniamo che la nostra famiglia abbia una casa di proprietà, il cui insieme delle imposte (Tasi e Tari) arrivi ad appena mille euro: ai quattro per vivere rimangono circa 30mila, con un 25% di reddito che finisce subito fra le fauci del fisco. I genitori hanno bisogno di due automobili, due utilitarie, per cui pagano un finanziamento complessivo di 500 euro al mese: 6mila euro l'anno su cui, con l'Iva al 22%, si devono pagare altri 1.320 euro di imposte. Poi ci sono almeno altri 350 euro di bollo per entrambi i veicoli e due assicurazioni annuali da almeno 1.000 euro, di cui 220 vanno in tasse. Infine le accise sulla benzina: facendo anche solo 30mila chilometri in tutto, 15mila per veicolo, si consumano di media 2.100 litri di benzina (consumo fra i 14 e i 15 km/litro) per un totale di 3.300 euro (benzina a 1,55 euro al litro). Bene, sulla benzina ci sono 72 centesimi di accise al litro che contano anche ai fini della quantificazione dell'Iva (una vera e propria tassa sulla tassa ai limiti dell'incostituzionalità): le imposte arrivano così a quasi un euro al litro, per un totale di 2.100 euro.
E fin qui parliamo solo di spese fisse, ma la nostra famiglia dovrà pur mangiare. Ponendo che se la cavi con 8mila euro l'anno, con un'Iva media sui prodotti alimentari pari al 7% (4% per alcuni prodotti, 10% per altri) dà allo Stato altri 560 euro. Inoltre la famiglia spende altri 5mila euro l'anno in oggetti indispensabili come vestiti, elettrodomestici, materiale scolastico, tutti con un'Iva pari al 22% per un totale di 1.100 euro di imposte. Infine spende 1.500 euro l'anno di utenze (luce, gas, telefono) che, con l'Iva al 22%, vogliono dire altri 330 euro per il fisco. Ricapitolando: 8.900 di Irpef, 1.100 di tasse sulla casa, 350 di bollo, 2.100 di accise e 3.530 di Iva per un totale di quasi 16mila euro, pari al 40% secco. E nel calcolo abbiamo preso in considerazione solo le imposte principali.
Ma quanto pagherebbe la stessa famiglia, se vivesse all'estero? In Francia due genitori con due figli con un reddito di 40mila euro pagano appena 72 euro di imposte dirette; la taxe foncière sulla prima casa non è più alta che in Italia considerando che ci sono sgravi per le famiglie, e perfino le imposte sui consumi (Vat) sono leggermente più basse. Sui 12.500 euro fra finanziamento, beni e utenze la famiglia pagherebbe il 20%, per un totale di 2.500 euro, mentre sugli 8mila euro per il cibo circa il 7,75% (media fra le aliquote del 5,5 e del 10%), per un totale di 620 euro. Sulla benzina pagherebbe 86 centesimi al litro, per un totale di 1.800 euro di imposte. Ponendo pure paghi 3mila euro fra reddito, abitazione, bolli e altre imposte, la somma totale di imposte non arriverebbe a 8mila euro, la metà esatta dell'Italia. E questo senza contare i maggiori servizi per l'infanzia di cui godono le famiglie d'Oltralpe.
E negli Stati Uniti? Su 40mila dollari un single ne pagherebbe circa 7mila (il 17%), ma una famiglia può ottenere 4.050 dollari di deduzione per ogni suo membro. Di fatto, poi, grazie a una serie di benefict e deduzioni le imposte si riducono ancora: come riporta un'analisi di Wikipedia una famiglia che guadagna 44.200 dollari arriva a pagare in tutto appena il 7,2% di imposte sul reddito (3.200 dollari). Le imposte sui beni di consumo variano di media dal 4 all'8% (in tre stati non esistono neppure) e sulla benzina si pagano di media 31 centesimi al gallone, ovvero 8,2 centesimi al litro. Fate un po' voi i calcoli...