Sventato in Pakistan un nuovo attacco contro i cristiani
Una falsa accusa di blasfemia rivolta a una famiglia cristiana ha rischiato di scatenare una nuova ondata di violenze nella provincia del Punjab
Una accusa di blasfemia che in realtà si è rivelata essere un tentativo di estorcere denaro a una famiglia cristiana da parte di un uomo convertito all’Islam ha rischiato di scatenare un nuovo attacco contro i cristiani nella provincia del Punjab, in Pakistan, a pochi giorni dal pogrom di Jaranwala, la città dove il 16 agosto la collera islamica per un presunto atto di blasfemia attribuito a due cristiani ha causato la distruzione di oltre 200 case e 26 edifici religiosi. È successo nel villaggio di Dhok Syedan, nei pressi di Sheikhpur e Mohra Hayat, a Rawalpindi. L’uomo ha tentato di aizzare contro i cristiani gli abitanti del villaggio, ma, avendo sentore della minaccia, è stata allertata la polizia che, al contrario di quanto spesso succede, è intervenuta tempestivamente impedendo che la gente si radunasse e iniziasse a inveire e ad attaccare i cristiani. “La pronta risposta delle forze dell’ordine è stata fondamentale – ha spiegato Liaqat Masih, pastore di una chiesa protestante locale – ma gli abitanti del villaggio sono impauriti e molti hanno lasciato le loro case come misura precauzionale”. Benché fortunatamente questa volta la situazione sia stata tenuta sotto controllo dalle forze di sicurezza, si conferma – osserva l’agenzia di stampa AsiaNews – “l’urgenza di affrontare sul piano politico e legislativo il tema delle norme sulla blasfemia e gli abusi a esse collegati. L’incidente ha anche provocato la reazione indignata di leader religiosi e civili, che denunciano le condizioni di terrore in cui spesso sono costretti a vivere i cristiani e la necessità di rafforzare la convivenza e l’armonia sotto il profilo comunitario”. Il ministro federale per i Diritti umani Khalil George in visita nell’area ha detto: “voci di questo tipo sono destinate a fomentare tensioni tra musulmani e cristiani. Dobbiamo rimanere vigili e non soccombere a voci infondate”.