Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Pascasio Radberto a cura di Ermes Dovico
DA IERI IN VIGORE

Super green pass, controlli impossibili e altri reati trascurati

L’avvento del super green pass porta con sé altre incognite e alimenta dubbi legittimi sulla fattibilità dei controlli. Mentre la martellante contabilità quotidiana sul Covid segnala che i contagi, i ricoveri e le vittime, nonostante la vaccinazione, continuano ad aumentare, le forze dell’ordine e la polizia locale sono da ieri mobilitate massicciamente per controllare il certificato verde sui mezzi pubblici, nei ristoranti, nei bar e in tutti quei luoghi riservati a vaccinati e guariti.

Attualità 07_12_2021

L’avvento del super green pass porta con sé altre incognite e alimenta dubbi legittimi sulla fattibilità dei controlli. Mentre la martellante contabilità quotidiana sul Covid segnala che i contagi, i ricoveri e le vittime, nonostante la vaccinazione, continuano ad aumentare, le forze dell’ordine e la polizia locale sono da ieri mobilitate massicciamente per controllare il certificato verde sui mezzi pubblici, nei ristoranti, nei bar e in tutti quei luoghi riservati a vaccinati e guariti.

Un dispiegamento di forze deciso dal Ministero dell’Interno per frenare la diffusione del virus, che però continua a correre, anche senza variante omicron. Va detto, infatti, che i pochissimi contagiati con la nuova variante non incidono sulla nuova impennata di casi, a riprova del fatto che gli infetti continuano a contrarre la delta, per la quale si profetizzava l’immunità di comunità in ragione del livello elevatissimo di vaccinati (quasi l’85%). E invece nei reparti Covid degli ospedali o a casa con sintomi più o meno gravi ci sono anche tantissime persone vaccinate.

Eppure il green pass, oltre che invogliare all’iniezione, avrebbe dovuto rendere più sicuri i luoghi chiusi e contenere la quarta ondata della pandemia. Purtroppo questo non si sta verificando e si è dovuto introdurre il super green pass, mentre si insiste sulle terze dosi, senza escludere il ritorno alle zone colorate (gialle, arancioni, rosse) in base all’andamento di contagi e ricoveri, e rinunciando ancora una volta ad intervenire sul potenziamento dei mezzi pubblici, la differenziazione degli orari di ingresso nei luoghi di lavoro e nelle scuole e la protezione, con le cure domiciliari, dei soggetti più fragili, che spesso arrivano in ospedale con più patologie e muoiono anche con il covid ma non solo di covid.

La beffa sarebbe quella di nuovi lockdown, nonostante tutti gli sforzi profusi da milioni di italiani che si sono vaccinati e si sentono protetti. E c’è da scommettere che la responsabilità di nuove chiusure verrebbe data interamente ai non vaccinati, per coprire ancora una volta le colpe di chi gestisce la pandemia fin dall’inizio, con carenze e omissioni, peraltro al vaglio dell’autorità giudiziaria, come ben si sa.

L’altra emergenza che potrebbe esplodere nei prossimi giorni è quella della sicurezza, con il caos nei controlli sul super green pass e il rischio che vengano penalizzate le azioni di contrasto di altri reati, dalle rapine agli stupri. Il rischio l’ha peraltro paventato senza troppi giri di parole il Prefetto di Venezia, in una recente dichiarazione. Alla domanda su chi controlla i ristoratori, Vittorio Zappalorto ha risposto: «Noi non abbiamo avuto disposizioni in merito, le prefetture non hanno ricevuto incarichi in tal senso. Dobbiamo disporre i controlli durante le manifestazioni no-vax e le manifestazioni di altra natura, dobbiamo controllare il territorio perché c'è l'emergenza delle rapine, c'è la movida da tenere sotto controllo e c'è anche la movida violenta, c'è il fenomeno del bullismo. Bisogna scegliere dove agire perché tutto non lo possiamo fare. Abbiamo problemi più grandi del controllo del Green pass». E ha aggiunto: «Con gli uomini e i compiti che abbiamo non possiamo che fare una selezione dei controlli da attuare. Ne abbiamo già tanti, troppi, non ce la facciamo a fare tutto».

Ad occuparsi dei controlli nei ristoranti e negli esercizi pubblici è deputata la polizia locale, coordinata dalla guardia di finanza, mentre carabinieri e polizia hanno il compito di accertare la regolarità della carta verde sui mezzi pubblici. D’altronde, i controllori delle aziende di trasporto pubblico locale come l’Atm a Milano o l’Atac a Roma, sono pochissimi e sono già preposti alla verifica del biglietto. Nella Capitale, ad esempio, l’Atac ha a disposizione solo 250 controllori in tutta la città su 350.000 passeggeri che ogni giorno prendono la metro e 200.000 i bus.

Dunque si è deciso di impiegare, a partire da ieri, tante risorse per verificare il possesso dei requisiti per poter accedere a trasporti pubblici e luoghi chiusi, ma molti meno uomini risultano ora impegnati nel presidio dei territori. Si pensi alle periferie degradate di molte città, che ora diventeranno ancora di più teatro di episodi di malavita di ogni tipo. La nostra sicurezza di cittadini è dunque ancora più a rischio, e senza neppure la certezza che questa scelta politica possa incidere positivamente sulla salute delle persone.

Intanto fioccano le prime sanzioni amministrative. Ieri sono stati multati alcuni passeggeri di autobus sprovvisti di green pass, perché non erano informati delle nuove regole o stavano andando a farsi il vaccino.

L’esasperazione collettiva nel frattempo cresce, perché ai sacrifici sempre più impegnativi fa da contraltare un peggioramento della situazione epidemiologica. Eppure c’era chi rassicurava sull’arrivo dell’immunità di comunità a partire dal raggiungimento della soglia dell’80% dei vaccinati. Quando si parla di disinformazione si fa riferimento anche a quegli annunci?