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EDITORIALE

Sulla famiglia si gioca anche il futuro della Chiesa

Le violenze squadriste di ieri contro le Sentinelle in Piedi mandano un messaggio che dovrebbe arrivare fino al Sinodo. Dove peraltro alcuni vescovi vorrebbero far passare l'idea di una Chiesa finora senza misericordia verso chi vive situazioni di sofferenza. Ma, documenti alla mano, stiamo dimostrando il contrario...

Editoriali 06_10_2014
Sentinelle in piedi

I violenti attacchi squadristi di cui sono state vittima ieri migliaia di Sentinelle in tutta Italia, come da cronaca che riportiamo in Primo Piano, dovrebbero aprire gli occhi. Alle autorità civili anzitutto, che non solo alimentano una ideologia dalle chiare connotazioni totalitarie, ma tollerano anche l’illegalità di contromanifestazioni non autorizzate che impediscono lo svolgimento di manifestazioni che invece autorizzate lo sono regolarmente. 

Ma dovrebbero aprire gli occhi anche a tanti ecclesiastici che continuano a raccontare la storia di un mondo buono che contrito bussa alle porte della Chiesa per chiedere sollievo per le proprie ferite, incontrando invece le porte chiuse di una Chiesa arroccata attorno a legalismi dottrinali. Un quadretto questo in cui, tra l’altro, fatica a trovare posto un fatto come quello delle Sentinelle in Piedi: migliaia e migliaia di famiglie e singoli che in silenzio, leggendo un libro, difendono la libertà di tutti, testimoniando nel contempo l’esistenza e la forza della famiglia naturale. Se vogliamo, è una Chiesa che si apre, si mette in gioco, va nelle piazze non per gridare contro qualcuno ma per dare ragione di se stessa; e in questi mesi ci sono state tante occasioni di incontro con persone distanti, con cui sono anche nati rapporti veri. Che non sarebbero nati restando chiusi in casa o in chiesa, rinunciando a dare un giudizio su ciò che sta accadendo nella nostra società. Ma come abbiamo visto, così facendo si è pure incontrata l’ostilità del mondo. Coincidenza vuole che questo sia accaduto nel giorno di apertura del Sinodo dei vescovi sulla famiglia, quello che per qualcuno dovrebbe essere all’insegna del “Mondo buono-Chiesa cattiva, da riformare”. 

Un’immagine allora che disturba quella delle Sentinelle in Piedi, tanto che il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, si è ben guardato nei giorni scorsi dal dare notizia della veglia nazionale di ieri. Poi, magari, sulle violenze verserà le solite lacrime di coccodrillo nei prossimi giorni, ma sempre ben attenti a non mettere in relazione le Sentinelle con ciò di cui si parla al Sinodo, non sia mai che vengano dei dubbi su quei postulati che si danno per scontati.

Uno di questi, ripetuto alla noia nei giorni scorsi su diverse testate, recita che siamo davanti a un cambiamento epocale della famiglia, che il mondo è molto diverso da 30 anni fa (il riferimento è all’esortazione apostolica Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II) e che quindi bisogna in qualche modo adeguarsi. «Senza mettere in discussione la dottrina», ci mancherebbe, ma facendo finta che non ci sia. «Un confronto sincero, aperto e fraterno», ha giustamente auspicato sabato papa Francesco, ma per qualcuno deve trattarsi di un confronto che non abbia punti di riferimento chiari, perché la situazione odierna – si dice – è nuova e non è mai stata affrontata.

Noi, in questi giorni stiamo dimostrando il contrario. La raccolta dei testi del Magistero che stiamo presentando (clicca qui e qui) – a cura di Tommaso Scandroglio – dimostra con chiarezza che riguardo al problema dei divorziati risposati e più in generale di chi vive in situazioni irregolari c’è da decenni una grande attenzione: dalle note della Cei del 1979, al catechismo della Chiesa cattolica (1992), dalle esortazioni apostoliche Reconciliatio et Paenitentia e Familiaris Consortio fino al Compendio di Dottrina Sociale della Chiesa, ci sono lunghe parti in cui si guarda con amore e misericordia alle persone che vivono situazioni di sofferenza. E si invitano con forza tutte le comunità a non fare sentire escluse dalla Chiesa queste persone, si suggeriscono delle iniziative pastorali e si indicano forme di comunione ecclesiale oltre i sacramenti. E appena due anni fa papa Benedetto XVI, all’Incontro mondiale delle famiglie, aveva dato una bellissima prospettiva alla sofferenza di chi vive certe situazioni irregolari (clicca qui). 

È una attenzione costante che contraddice quanto in questi giorni viene spacciato per ovvio e scontato. E lo stesso vale per la difficoltà a concepire la famiglia naturale, che si pretenderebbe essere unica di questa nostra epoca. Lo abbiamo ricordato già tempo fa che ai tempi di Gesù, dal punto di vista della famiglia la situazione era ben peggiore (clicca qui), e basterebbe solo rileggere qualche dialogo di Gesù con i discepoli per rendersene conto.

Si fa fatica a sfuggire alla sensazione che ci siano alcuni ecclesiastici – ma anche laici – che in realtà stanno usando il Sinodo per imporre la propria agenda e orientare la Chiesa cattolica verso derive protestanti. Con l’ausilio della grande stampa laica. Anche all’interno della Chiesa servirebbero delle Sentinelle in Piedi.