Sui media il vero discriminato è il maschio bianco etero
Il rapporto Diamond, che analizza la copertura delle diversità nei media britannici, mostra come ci sia una sovraesposizione di minoranze etniche, donne e soprattutto Lgbt, mentre la figura fortemente penalizzata da tv, cinema e radio è quella del maschio bianco eterosessuale.
Il vero discriminato dai media? È l’uomo bianco ed eterosessuale. No, non si tratta di una battuta né della provocazione di qualche fanatico conservatore: è l’esito delle venti pagine del report Diamond sulla diversità così come riprodotta sui media del Regno Unito. Per giungere a tali conclusioni, gli autori della ricerca hanno preso in esame cinque emittenti – Bbc, Itv, Channel 4, C5 / ViacomCBS e Sky - per un totale di oltre 30 canali e di migliaia di produzioni; un monitoraggio molto ampio, quindi, che ha coperto un arco temporale di un anno, tra il 1° agosto 2018 e 31 luglio 2019.
Come prevedibile, l’emittente più rappresentata nella raccolta delle informazioni è stata la Bbc – dai cui canali sono giunti oltre il 40% dei dati considerati -, ma nel complesso da tutte e cinque le citate emittenti sono giunte un gran numero di riscontri a tutto campo, dai programmi d’intrattenimento a quelli per bambini, dalle trasmissioni riguardanti l’attualità a quelle dedicate al tempo libero, eccetera.
Ora, per un’analisi complessiva del documento Diamond si rinvia ad una lettura dello stesso, facilmente reperibile in rete. Quel che qui preme evidenziare sono almeno tre risultanze di questa ricerca.
La prima riguarda la visibilità mediatica di cui godono le minoranze etniche con una rappresentanza complessiva – quanto a ruoli, personaggi, figure - del 22,7%, percentuale che sale al 25% se si considera il genere delle commedie e al 30% se invece si considerano i programmi per bambini. Piccolo particolare: le minoranze etniche rappresentano il 12,9% della popolazione di Sua Maestà.
Un secondo dato decisamente interessante riguarda la visibilità delle donne che, se da una parte sono a livello nazionale britannico già il 47% della forza lavoro e il 51% della popolazione, dall’altra godono di una rappresentanza mediatica comunque più elevata, pari al 52,4%. Una percentuale, questa, che ai movimenti femministi sembrerà probabilmente ancora scarsa, ma di certo non trascurabile, anzi.
Tuttavia, dato numero tre, qualcuno che non può proprio lamentarsi c’è ed è il movimento arcobaleno, con le persone Lgbt che rappresentano il 6,4% della popolazione inglese (e il 17% della forza lavoro) e a cui i mass media regalano una visibilità pressoché doppia rispetto al dato reale, pari per la precisione al 11,9%, percentuale in aumento di quasi un punto (+0,8%) rispetto ai dati dall’anno precedente, 2017/2018.
Fin qui, le categorie a cui i media offrono una visibilità superiore a quella reale. Poi vengono quelle penalizzate e anche in modo grave, vale a dire quella dei disabili – che sono il 18% della popolazione con una rappresentanza mediatica di appena il 7,8% - e degli over 50, pari al 36% della popolazione ma con una visibilità sui media molto più ridotta, pari al 24,6%. Terminata l’esposizione schematica e lineare dei dati del rapporto Diamond, si può ora effettuare una valutazione complessiva, incrociando le percentuali poc’anzi esposte.
Una valutazione complessiva che – come si diceva all’inizio – mette in luce come esista una figura assai sottostimata e quindi penalizzata da televisioni, cinema e radio, vale a dire quella dell’uomo bianco eterosessuale; il vero nemico del politicamente corretto, corrente di pensiero che com’è noto fa rima con l’esterofilia e la predilezione aprioristica per il «diverso», e che ha nei mezzi di informazione il proprio braccio propagandistico.
Per prevenire facili obiezioni, si precisa come il quadro dei media inglesi sia del tutto sovrapponibile a quello offerto, per esempio, dai media americani – ben riassunto dai rapporti annuali GLAAD -, quindi non è purtroppo in discussione il fatto che il mondo dell’informazione e dell’intrattenimento, per ragioni che meriterebbero di essere approfondite, ce l’abbia con l’uomo maschio occidentale. Il risultato di tale ostilità è una vera e propria battaglia ideologica che tuttavia molti ancora si ostinano a non vedere benché si combatta, letteralmente, proprio sotto i loro occhi.