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INTERVISTA

«Subito un vertice dei capi di governo Ue»

Mario Mauro: «L'assenza di una valutazione politica unitaria dell'Europa su quanto sta avvenendo in Nordafrica è scandalosa».

Attualità 21_02_2011
mario mauro “L’Unione Europea dovrebbe convocare immediatamente un vertice dei capi di Stato e di governo. Che in una situazione di questo genere non si pensi a una valutazione politica unitaria di quanto sta avvenendo nel Mediterraneo è assolutamente ridicolo”. A chiedere un summit d’emergenza è Mario Mauro, capogruppo del PdL al Parlamento europeo e co-presidente del Centro Meseuro, che coordina le fondazioni che operano per l’Europa-Mediterraneo, che già nei giorni scorsi aveva scritto una lettera in tal senso al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. Invano, sembrerebbe,  malgrado nel frattempo la situazione si sia ulteriormente e improvvisamente aggravata con la rivoluzione in atto in Libia.

“Siamo davanti a una svolta epocale, paragonabile al crollo del Muro di Berlino nel 1989 – prosegue Mauro – non è pensabile che i paesi europei vadano avanti in ordine sparso e oltretutto limitandosi, come hanno fatto finora, a esprimere una generica preoccupazione. C’è bisogno di una valutazione politica di quanto sta avvenendo”. E non solo perché c’è il fondato rischio di ritrovarsi in casa in poche settimane decine di migliaia di immigrati: “La migrazione è una conseguenza – dice il capogruppo del PdL all’Europarlamento – l’emergenza vera è quella politica: siamo davanti a una svolta epocale ed è molto probabile che avremo davanti anni di instabilità nella regione. Bisogna porsi il problema”.

Il ministro degli Esteri Frattini teme per la Libia l’avvento di uno Stato islamico: “Il rischio c’è e lo dimostra la presa di posizione oggi degli ulema della Libia, che chiama alla guerra santa contro Gheddafi. Bisogna fare molta attenzione agli sviluppi, anche perché uno Stato islamico in Libia avrebbe conseguenze e potrebbe indirizzare anche le rivolte degli altri paesi”.

A rendere ancora più preoccupante la situazione in Libia è la generale non conoscenza della situazione sul campo. Fino a pochi giorni fa, il regime del colonnello Gheddafi non veniva considerato a rischio, se non altro immediato. Invece nel giro di pochi giorni è tutto crollato come un castello di carte: “Non è un problema che riguarda soltanto la Libia, se andiamo a guardare cosa è successo in questi mesi è evidente che ogni rivolta ha preso di sorpresa gli osservatori. Basti ricordare che l’ambasciatore francese in Tunisia è dovuto tornare a Parigi perché al terzo giorno di manifestazioni aveva rassicurato in Francia affermando che Ben Alì aveva la situazione sotto controllo. La verità è che di questi paesi non sappiamo proprio niente”.