Su vita e diritti Lgbt+ il circolo progressista va in tilt
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I centri del potere Lgbt "cristiano" come New Ways Ministry restano spiazzati dalle parole di Leone XIV contro il matrimonio gay. E anche Mancuso mastica amaro per la sua condanna dell'ateismo.

Il neoeletto Papa Leone XIV ha una storia ben documentata di dichiarazioni su alcune questioni “controverse”, dall’aborto alla ideologia Lgbt, dall’eutanasia ai matrimoni o unioni gay, dall’allarmismo climatico alla pena di morte, che potrebbe indicare la direzione della Chiesa cattolica romana negli anni a venire.
Il primo tentativo di fare emergere queste posizioni è stato fatto nei giorni scorsi dal “New York Times” e dal “New York Post” dell’8 maggio scorso. In un discorso tenuto ai vescovi durante il Sinodo dei vescovi del 2012, il cardinale Robert Prevost accusò i mass media e la cultura dominante di fomentare e promuovere la «simpatia per credenze e pratiche in contrasto con il Vangelo…come lo «stile di vita omosessuale.. e le famiglie alternative composte da partner dello stesso sesso e dai loro figli adottivi».
Un atteggiamento confermato alla guida della diocesi di Chiclayo, nel nord-ovest del Perù, quando l’allora Vescovo Prevost aveva bocciato l'iniziativa governativa, volta a promuovere l'ideologia di genere nelle scuole e successivamente ritirata dal governo nel 2017. «La promozione dell'ideologia di genere è fonte di confusione, perché cerca di creare generi che non esistono», dichiarò all'epoca ai media. Secondo quanto riportato nei giorni scorsi dal The Guardian e da Newsweek, i “cattolici professi” Lgbtq+ si dicono preoccupati per le osservazioni «ostili fatte» da padre Robert Prevost, il nuovo Papa Leone XIV, in cui condannava lo stile di vita omosessuale e la «ridefinizione del matrimonio» perchè in contrasto con il Vangelo. In questo senso Francis De Bernardo, direttore esecutivo di “New Ways Ministry”, spera che Papa Leone segua le orme di Papa Francesco e ne sviluppi ulteriormente le “aperture” verso le persone e gli stili di vita gay. Sulla stessa posizione di auspicabile ulteriore sbandamento anche un altro gruppo, “DignityUSA”, preoccupato per i precedenti commenti del Papa Leone XIV.
Riguardo al diritto alla vita e all'aborto, l’allora Vescovo Prevost non ha pubblicato solo una foto scattata durante un evento della “Marcia per la Vita” a Chiclayo nel 2015, con l'esortazione a difendere «la vita umana in ogni momento!», inclusa quella dei malati sottoposti a suicidio assisitito ed eutanasia in Belgio, come fece in un tweet nel 2016. Prevost ha anche ritwittato un articolo del 2017 della Catholic News Agency sull'arcivescovo di New York, il cardinale Timothy Dolan, che aveva condannato l'aborto durante una messa in vista della marcia per la vita a Washington. Nell'omelia, Dolan aveva «esortato i cattolici a reclamare la convinzione che il grembo materno sia il santuario primordiale, dove un bambino indifeso, innocente, fragile e minuscolo è al sicuro, protetto e nutrito». Corentemente con queste posizioni e con la tradizionale indicazione del catechismo della Chiesa Cattolica, l’attuale Papa Leone XIV è sempre stato contro la pena di morte.
Eric Scheidler, direttore dell’organizzazione americana “Pro-Life Action League”, ha espresso la sua gioia giovedì 8 maggio per l'elezione di Papa Leone XIV, citando i profondi legami del nuovo pontefice con Chicago e le sue ferme convinzioni pro-vita e facendo notare che in una recente omelia il Cardinale Prevost ha dichiarato come la «misericordia di Dio ci chiama a proteggere ogni vita, specialmente quelle che la società trascura - il bambino che deve ancora nascere e l'anziano che si avvicina alla fine del suo viaggio - perché ognuna porta il volto di Cristo».
Il professor Charlie Camosy della Creighton School of Medicine ha raccolto varie dichiarazioni e commenti pro-life rilasciati dal cardinale Prevost nel corso degli anni a partire da quello sulla dignità di ogni vita (tratto dai Commenti sulla sinodalità, 2023): «La Chiesa deve camminare con tutte le persone, specialmente con le più vulnerabili, assicurando che la loro dignità sia sostenuta dal grembo materno fino alla fine della vita, poiché questo è il cuore della missione di Cristo» o sul ruolo dei vescovi nella difesa della vita (Discorso del Dicastero per i vescovi, 2023): «I vescovi sono chiamati a essere pastori che difendono la sacralità della vita, assicurando che nessuno – né il nascituro né l'anziano – sia lasciato senza l'amore e la protezione della Chiesa».
Anche per questo il potente gruppo abortista "Catholics for Choice", finanziato dalla Open Society di Soros e da altri magnati che speculano sull’omicidio degli innocenti, ha commentato l’elezione di Papa Leone XIV con grande preoccupazione, sperando che «le parole dei fedeli pro-aborto lo persuadano in qualche modo ad abbandonare le posizioni pro-vita della Chiesa cattolica, da tempo in vigore».
Pur avvicinandosi alle posizioni di Papa Francesco sui cambiamenti climatici, l’allora presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina e prefetto del Dicastero per i Vescovi ha sostenuto nel novembre dello scorso anno che è giunto il momento di «passare dalle parole ai fatti sulla crisi ambientale». Allo stesso tempo, con maggiore equilibrio rispetto ad alcune dichiarazioni di Papa Francesco, il Cardinale Prevost anche recentemente aveva sostenuto che il rapporto dell'umanità con l'ambiente deve essere un «rapporto di reciprocità», secondo quanto riportato da Vatican News, evitando ogni mitizzazione ideologia della ‘madre terra’.
C’è chiara, gentile ma ferma aderenza al Magistero sociale e al catechismo della Chiesa da parte del nuovo Papa Leone XIV, così come il giudizio espresso sulla realtà ed i pericoli del potere che governa il mondo, espresso nelle prime omelie di questi giorni. Bene fanno dunque i lobbisti Lgbtq+ e abortisti a preoccuparsi, la sfida a testimoniare la fede negli ambienti in cui «è considerata una cosa assurda» perché vi si antepone «tecnologia, denaro, successo, potere, piacere», o laddove Gesù «è ridotto solamente a leader carismatico o un superuomo», può infastidire il cosiddetto liberal-teologo Vito Mancuso, ma invece è dovere del buon pastore combattere la menzogna dell’«ateismo di fatto».