Studenti in preghiera aggrediti in Indonesia
Uomini armati hanno fatto irruzione in una casa privata nella quale dei giovani si erano riuniti per recitare insieme il rosario
La sera del 5 maggio a Tangerang, in Indonesia, una decina di studenti cattolici dell’Università privata di Pamulang si erano recati a casa di una famiglia cattolica per recitare insieme il rosario. Avevano da poco iniziato quando degli uomini armati hanno fatto irruzione nell’abitazione urlando minacce, li hanno costretti a smettere e hanno ingiunto loro di andarsene. Ne dà notizia l’agenzia di stampa missionaria AsiaNews. A quanto pare istigati da un uomo di nome Diding, gli aggressori gridavano che i cristiani devono fare come i musulmani, se vogliono pregare lo devono fare in chiesa, non in una casa privata. Le vittime dell’intrusione, tra cui alcune ragazze che nella colluttazione avevano riportato ferite leggere, si sono recate subito, nella notte, presso un comando della polizia per denunciare l’accaduto e chiedere che venga aperta una indagine. Nel frattempo sulle reti social aveva incominciato a circolare il video dell’aggressione. L’Indonesia, con 281 milioni di abitanti, è il più grande paese islamico. I musulmani sono più dell’87% della popolazione. I cristiani sono meno del 12%, circa 34 milioni. Il paese è 42° nella World Watch List 2024, la classifica dei 50 stati in cui la fede cristiana è più osteggiata, compilata e aggiornata annualmente dalla onlus Open Doors. “La situazione – spiega l’associazione – è andata deteriorandosi nel corso degli ultimi anni a causa della crescente influenza che le correnti islamiche conservatrici hanno avuto sulla società indonesiana. I sondaggi mostrano che soprattutto i giovani hanno visioni sempre più conservatrici e che gli obblighi in merito all’abbigliamento islamico stanno diventando sempre più comuni”. L’intensità della persecuzione varia a seconda delle regioni. È molto alta, ad esempio, nel West Java e in Aceh dove gli integralisti islamici hanno una notevole influenza sulla società e sulla politica.