- DOSSIER SUI CRISTIANI IN MEDIO ORIENTE
- Ancora attentati e violenze
- Negri: obiettivo è l'egemonia islamica

Il Papa ha anche parlato esplicitamente per la prima volta di una chiara «strategia di violenze che ha di mira i cristiani»,. E in effetti, in Iraq come in Egitto, le modalità di attacco ai cristiani sembrano ripetersi uguali, e il 2011 è iniziato così come era finito il 2010, con un’altra strage di cristiani.
Una Skoda verde carica di cento chili di tritolo e parcheggiata in via Khalil Hamada di fronte alla chiesa copta dei Santi (Keddesin) ad Alessandria è esplosa a mezzanotte e venti minuti del primo gennaio al termine di una funzione religiosa in occasione delle celebrazioni di fine anno a cui partecipavano circa mille fedeli. La deflagrazione ha investito la folla causando 22 morti e 79 feriti, di cui 40 in gravi condizioni. Molti cadaveri non sono ancora stati identificati perché dilaniati dall'esplosione.
Che la paternità dell’attentato vada attribuita al fondamentalismo islamico non ci sono dubbi: lo dimostra anche il filmato con le immagini della strage, freddamente ripreso e trasmesso da un sito che si definisce Monitoraggio islamico della resistenza contro la cristianizzazione. Secondo un testimone, sul vetro della vettura parcheggiata dieci minuti prima dell'esplosione di fronte alla chiesa dei Santi in Alessandria d'Egitto, era visibile la scritta «el bakeia tèti»: «il resto arriverà», chiaro messaggio che gli attentati non sono finiti.
Invito che peraltro pare essere stato già abbondantemente accolto anche in Europa. Proprio ieri sera in Germania il vscovo copto Anba Damian ha denunciato a un quotidiano tedesco le minacce cui vengono sottoposti i copti anche in Germania, tanto che ha chiesto alle autorità protezione per la comunità. «Internet eè piena di minacce contro di noi. La polzia ci ha detto diverse volte di stare in guardia contro possibili attacchi di estremisti musulmani», ha detto il presule, che ha scritto «al ministro dell'Interno per chiedere protezione».
Di fronte a questa aggressione, nell’Angelus il Papa ha incoraggiato «le comunità ecclesiali a perseverare nella fede e nella testimonianza di non violenza che ci viene dal Vangelo».