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Islam

Storia di un cristiano convertito in Pakistan

Patras Paul, questo il suo nome cristiano, era un imam, ma la lettura del Vangelo lo ha indotto a convertirsi al cristianesimo

I convertiti al cristianesimo sono tra i fedeli più perseguitati nei paesi in cui la maggioranza della popolazione pratica altre fedi. Questo è vero soprattutto nel caso di quelli che si convertono essendo nati indù e musulmani, spesso respinti e rinnegati dai loro stessi famigliari. L’agenzia di stampa AsiaNews ha raccontato la storia di uno di loro, un pakistano di cui per motivi di sicurezza ha rivelato solo il nome cristiano, Patras Paul (Pietro Paolo), senza indicare dove vive. L’uomo nel 2000 era stato nominato imam e da allora ha svolto il suo servizio in diverse città. Nel 2003 è stata la lettura del Vangelo regalatogli da un amico a indurlo alla conversione che però ha tenuto segreta. Nel 2005, però, quando era imam in una moschea del Kashmir, mentre recitava l’adhan, la chiamata alla preghiera, ha nominato Gesù. Tanto è bastato perché venisse catturato, picchiato, accusato di essere un miscredente e rimandato alla madrassa, la scuola islamica dalla quale proveniva. Lì i suoi parenti e i religiosi locali lo hanno consegnato alla polizia accusandolo di blasfemia, un reato per cui è stato condannato a un anno di reclusione. Se fosse stato accusato di apostasia, la condanna avrebbe potuto essere la morte. Ad AsiaNews ha raccontato: “Dopo un anno, fu mia moglie ad appellarsi al giudice sostenendo la mia innocenza. La parte ricorrente non si presentò e alla fine, nel 2006, il giudice mi ha rilasciato dalla prigione. Dopo l'assoluzione anche mia moglie e i miei sei figli hanno accettato Cristo: non hanno ancora ricevuto il battesimo, ma conducono una vita cristiana. I cristiani hanno paura di battezzare gli ex musulmani perché non vogliono rischiare la vita. Dopo aver abbracciato Cristo, abbiamo dovuto lasciare il nostro villaggio, i nostri genitori, amici e parenti perché sono diventati tutti nemici nei nostri confronti”. Sono andato in molti villaggi e quartieri cristiani a chiedere aiuto per il cibo e la residenza, ma si sono rifiutati di aiutarci perché temevano che i musulmani li avrebbero attaccati per averci dato rifugio. Non posso dimenticare una fredda notte di dicembre di quel periodo: tutti noi, mia moglie e i miei sei figli piccoli, dovemmo rimanere all’addiaccio. Non avevamo vestiti adeguati per l'inverno: i miei figli si ammalarono a causa della fame e del freddo. Eravamo come dei mendicanti. Ma siamo rimasti saldi nella fede, sapevamo che Gesù ci avrebbe aiutato.  Sono così arrivato in questo distretto dove ci è stata data una casetta in una piccola area di una baraccopoli”. Patras in bicicletta va a visitare dei villaggi anche lontani per predicare il Vangelo. Riceve in cambio dalle famiglie cristiane del cibo e piccole somme di denaro. Sa di molte famiglie musulmane che si sono convertite, ma mantengono il segreto per timore di essere perseguitate, anche se la costituzione del Pakistan garantisce libertà di religione.