Sterilizzazioni forzate e campi di rieducazione. La persecuzione degli uiguri in Cina
Il governo cinese sta attuando un programma per limitare la crescita demografica degli uiguri, minoranza di fede islamica e lingua turca. La denuncia in un rapporto appena pubblicato
Tra le minoranze etniche e religiose perseguitate dal regime comunista che governa la Cina da oltre 70 anni ci sono gli uiguri, di fede islamica e lingua turca, concentrati in gran parte nella regione autonoma nord occidentale dello Xinjiang. Oltre un milione di essi, su un totale di circa dieci milioni, sono detenuti arbitrariamente. Lo afferma, e il dato è stato confermato dalle Nazioni Unite, l’antropologo tedesco Adrian Zenz, ricercatore della Victims of Communism Memorial Foudation, il primo studioso a individuare e denunciare l’esistenza di campi di rieducazione nella regione. In un rapporto pubblicato il 29 giugno, Zenz sostiene inoltre che il governo cinese ha avviato un programma di controllo demografico: in altre parole per limitare la crescita della popolazione uigura. La ricerca di Zenz si basa su dati governativi e su testimonianze raccolte sul campo. Le donne uigure sono costrette a subire controlli ginecologici periodici, interventi di sterilizzazione e terapie per bloccare il ciclo mestruale. Se rifiutano di abortire alla terza gravidanza, per rispettare la regola secondo cui una coppia non deve avere più di due figli, vengono rinchiuse in campi di detenzione. Il risultato è che il tasso di crescita degli iuguri è inferiore a quello degli han, il gruppo etnico maggioritario in Cina. Nelle regioni a maggioranza uiguri, dal 2015 al 2018 il tasso di natalità è diminuito di oltre il 60 per cento. Nel 2019 in tutto il Xinjiang è sceso di quasi il 24 per cento rispetto all’anno precedente. Il giorno in cui il rapporto è stato pubblicato, l’Alleanza interparlamentare sulla Cina, l’organismo internazionale al quale l’Italia ha aderito il 12 giugno scorso e di cui fanno parte personalità politiche di 13 paesi, ha chiesto che venga svolta una indagine internazionale per accertare se il governo comunista cinese è colpevole di genocidio e crimini contro l’umanità.