STATO DELL'UNIONE
Stasera in tivù danno la versione di Obama
Sfrutterà il calo dei disoccupati a dicembre. Ma il budget ancora non c'è.
- Che cos'è il "Discorso sullo Stato dell'Unione"
Attualità
25_01_2011
Stasera - alle 9,00 ora di Washington, le 3,00 in Italia - il presidente degli Stati Uniti Barack Obama pronuncerà il discorso sullo Stato dell’Unione, attesissimo da tutti come tutti gli anni poiché è la “versione ufficiale” di come vanno le cose nel Paese comunque più potente del mondo.
Pare certo che, se non l’unico, almeno uno dei perni centrali del discorso sarà la questione dell’occupazione. Temi economici, dunque, affrontati però attraverso l’ottica dei posti di lavoro. La disoccupazione statunitense resta infatti preoccupante: in termini assoluti per le cifre che presenta, in termini relativi per gli standard americani. Pochi mesi fa, infatti, ha infranto il “muro” delle due cifre, cancellando il “mito” che teneva gli States fuori dai temuti livelli “europei”.
Nel novembre 2008, quando furono eletti Obama alla Casa Bianca e il 111° Congresso federale al Campidoglio di Washington, il tasso di disoccupazione era al 6,9%. Appena si fecero concretamente sentire gli effetti della crisi economica - scoppiata con la questione dei “mutui allegri”, presto rovesciatasi pure sull’industria più o meno pesante e subito dopo trasformatasi in un fenomeno mondiale - il tasso di disoccupazione prese a crescere cronicamente toccando il 9,5% in luglio e sfondando il “muro” delle due cifre, 10,1%, nel dicembre 2009, dopo un anno esatto di “Obamanomics”.
Poi il numero dei disoccupati è sceso, di poco, ma è sceso, 10%, con l’anno nuovo e ha continuato - forse anche più o meno fisiologicamente - a oscillare fra alti (mai più del 9,9%) e bassi (mai sotto il 9,5) fino a novembre 2010 (9,8%), data di elezioni di “medio termine”. Infine è giunto dicembre e il 2010 si è chiuso con il “mezzo miracolo” allorché di botto la disoccupazione è calata di 0,4 punti percentuali assestandosi sul 9,4%. “Miracolo”, benché “mezzo”, lo è stato perché quella cifra riporta il Paese al tasso di disoccupazione del maggio 2009.
Questo significa però comunque 14,5 milioni di cittadini statunitensi disoccupati: 103mila sono stati infatti i nuovi posti di lavoro creati, escluso il settore agricolo, che hanno determinato quel ribasso percentuale, ma la cifra resta lontanissima dai 175mila nuovi job in cui speravano gli economisti. E il tutto resta assai al di sopra dei tassi di disoccupazione rilevati nel Paese allorché Obama e il 111° Congresso andarono al potere federale: certamente a quel tempo l’effetto concreto della crisi economica ancora doveva sentirsi, ma i tassi ribassati di disoccupazione registrati negli Stati Uniti dal dicembre 2010 restano comunque ben più alti di quelli registrati nei primi mesi di “cura Obama”, cioè fino al maggio 2009, e quindi di fatto più bassi solo (e di poco) di quelli straordinariamente elevati (il famoso “muro” infranto delle due cifre) dei mesi successivi di “cura”.
Insomma, se la crisi economica e lo spettro della disoccupazione per mala gestione dell’economia imputata all’Amministrazione precedente fu certamente una grossa mano elettorale data a Obama e al 111° Congresso il 4 novembre 2008, il risultato a posteriori è per gli americani ben magro. Motivo per cui, alle elezioni del 2 novembre scorso per il 112° Congresso, la “spinta Obama” ha subito un grosso arresto, realtà e preoccupazione, queste, di cui le indiscrezioni della vigilia dicono vi sarà più che traccia nel discorso sullo Stato dell’Unione di stasera.
Stasera, del resto, con tutta probabilità Obama cercherà di sfruttare al massimo l’effetto psicologico prodotto dal calo dello 0,4% nel tasso nazionale di disoccupazione del mese scorso glissando sul resto. Per esempio le cifre rotonde e non retoriche del bilancio per il 2012. Come sempre accade, la previsione di budget federale verrà resa pubblica dopo il discorso sullo Stato dell’Unione, così da sfruttare mediaticamente per un po’ tutto l’effetto prodotto dalla “versione ufficiale” in onda questa sera e poi servire con molta calma la patata bollente dei conti veri.