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Spoleto, il Duomo dove la Madonna vinse il Barbarossa

Sotto la Cappella delle Reliquie nel Duomo di Spoleto della primitiva chiesa che qui sorgeva, esiste ancora la cripta con tracce della sua coeva decorazione. Sui resti di questo edificio fu eretta un’altra chiesa che, distrutta dall’imperatore Barbarossa, lasciò spazio all’attuale cattedrale romanica di santa Maria Assunta.

Ecclesia 19_07_2014
Il Duomo di Spoleto

Sotto la Cappella delle Reliquie nel Duomo di Spoleto della primitiva chiesa che qui sorgeva, intitolata al martire Primiano e risalente all’VIII o IX secolo, esiste ancora la cripta con tracce della sua coeva decorazione. Sui resti di questo edificio fu eretta un’altra chiesa che, distrutta dall’imperatore Barbarossa, lasciò spazio all’attuale cattedrale romanica, consacrata dal Papa Innocenzo III nel 1198. 

Dedicata a santa Maria Assunta, ha facciata a capanna, completata nel 1207, anno in cui è datato, e firmato, il mosaico del “doctor” Solsterno con il Redentore tra la Madonna e San Giovanni, sopra il rosone centrale a sua volta incastonato in un quadrato con ai lati simboli degli evangelisti. Il portico è un’aggiunta rinascimentale, in pietra rossa e grigia, dovuta all’intervento di Antonio Barocci che nel 1491 lo aprì in cinque fornici. Duecentesca è, invece, la torre campanaria a pianta quadrata, culminante in una cuspide ottagonale.

A Papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini, già vescovo di Spoleto dal 1608 al 1617, si deve il restyling barocco dello spazio interno. A perenne memoria di questa epocale trasformazione fu posto un suo busto, commissionato a Lorenzo Bernini, sopra il portale in controfacciata. Le navate laterali e il transetto vennero ampliate, mentre dell’impianto romanico sopravvissero, e sopravvivono, il pavimento cosmatesco, composto da tessere di pietra, porfido e serpentino, e l’abside.  Quest’ultima fu affrescata tra il 1467 e il 1469 da Filippo Lippi, poi sepolto qui in Duomo, che sulle pareti raccontò le Storie della Vergine. Se il catino absidale accoglie una grandiosa Incoronazione, al centro del registro inferiore la Dormitio Virginis sottolinea la dedicazione del Tempio all’Assunta.

Un ciclo di affreschi altrettanto importante è quello realizzato da Pinturicchio per la Cappella del Vescovo Eroli, fino al 1685 adibita a Battistero. Sullo sfondo di un paesaggio lacustre Maria e il Suo Bambino, tra i santi Giovanni Battista e Stefano, sono sormontati da un Dio Benedicente tra angeli. Nel 1626 la Cappella della santa Icona prese il posto della vecchia sacrestia per custodire una tavoletta bizantina del XII secolo, donata alla città umbra dal Barbarossa in segno di pace. L’iconografia è quella dell’Haghiosoritissa, con Maria voltata di tre quarti, le braccia alzate in preghiera. L’immagine fu realizzata a Bisanzio, come documentato dall’iscrizione sul bordo di rame dorato.

Altrettanto prezioso è il Crocifisso conservato nella prima cappella a sinistra: si tratta di uno dei più antichi esempi di croci dipinte, con Cristo vivo,  trionfante sulla morte, che campeggia al centro. L’opera fu realizzata nel 1187 dal maestro Alberto Sotio per la piccola chiesa dei santi Giovanni e Paolo e qui trasferita nel 1877.

Nel Duomo di Spoleto il pontefice Gregorio IX, avendo ascoltato la lettura dei miracoli approvati del frate Antonio da Padova, lo proclamò santo, a meno di un anno dalla sua morte. Era il 1232.