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Spendaccione e poco trasparente, il bilancio di Ursula è un caso

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2mila miliardi di euro, scarsa trasparenza, opacità nei contenuti e l'ombra del lobbismo nella tracciabilità del denaro. Il bilancio della Commissione europea è un caso e metà europarlamento è pronto alle barricate. E per la Von Der Leyen si apre un nuovo fronte critico.

Esteri 17_10_2025

La realtà che cacci dalla porta poi rientra dalla finestra e così, come ampiamente previsto e descritto da noi su queste pagine, il Bilancio pluriennale “monstre” da 2 mila miliardi di euro che nell’ottica di Ursula Von Der Leyen avrebbe dovuto accontentare tutti e soddisfare le sue ambizioni di grandezza, sta naufragando. Il Partito Popolare Europeo (PPE), insieme a Conservatori, Sovranisti e Patrioti minacciano di respingere una parte fondamentale della proposta di bilancio della Commissione per il periodo 2028-2034, esercitando forti pressioni sull'esecutivo dell'UE affinché modifichi il piano.

Si tratta in questo caso della previsione della Commissione che vorrebbe imporre la fusione dei sussidi agricoli e quelli regionali, in piani nazionali per un valore di 865 miliardi di euro. Una idea è stata pesantemente criticata dalle regioni, dagli agricoltori, dai ministri dell'agricoltura e dal Parlamento europeo, con i deputati europei ormai vicini alla maggioranza contraria alla riforma. «Ci aspettiamo emendamenti concreti che vanno in questa direzione entro novembre», ha affermato Siegfried Mureșan, vicepresidente del PPE e uno dei principali negoziatori dell'intero Parlamento sul bilancio.

«Una bocciatura potrà essere evitata solo se la Commissione migliorerà la sua proposta in tempi brevi», ha aggiunto, a seguito di intense discussioni interne al gruppo. Il 7 ottobre scorso in un incontro tra la Commissione, il Parlamento e il Comitato delle Regioni europee, Vasco Alves Cordeiro, presidente della commissione Bilancio del Comitato delle regioni (CdR) aveva durissimamente criticato il Bilancio proposto dalla Commissione, affermando che «l'UE sta per commettere un errore di proporzioni storiche» se si proseguirà in questa direzione. Avvertimento ripetuto con ancor maggiore determinazione il 15 ottobre, quando in un comunicato ufficiale del Comitato delle Regioni UE, si chiede una mobilitazione europea per garantire un bilancio post-2027 che renda l'Unione più coesa. Il pericolo è chiaramente evidenziato: «L'attuale proposta di bilancio a lungo termine dell'UE dopo il 2027 potrebbe portare a un'ulteriore centralizzazione nelle mani della Commissione e alla nazionalizzazione della politica di coesione, della politica della pesca e della politica agricola, mettendole in concorrenza tra loro.

Inoltre, se accettata, la proposta potrebbe minare la fiducia nelle istituzioni dell'UE e mettere a repentaglio la democrazia in Europa a causa della prevista mancanza di controllo da parte del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali o regionali sugli investimenti regionali». Sulla stessa linea le temutissime organizzazioni agricole che avevano già chiarito il loro totale dissenso a luglio, vista la riduzione degli stanziamenti all’agricoltura dal 25% al 30%.

I segnali si moltiplicano al punto che nei giorni scorsi, 8 ottobre, con una votazione per alzata di mano, 269 parlamentari europei hanno respinto un paragrafo di una risoluzione sulla strategia politica dell'UE per l'America Latina che accoglieva con favore la conclusione dell'accordo con il Mercosur, offrendo un'anteprima della resa dei conti che si sta delineando nel Parlamento europeo anche sul controverso accordo commerciale che la Commissione ha presentato per l’approvazione lo scorso 3 settembre. I tentativi di calmare gli animi da parte del bravo e devoto servitore delle istituzioni Raffaele Fitto, Vice presidente e Commissario europeo per la politica regionale e di coesione, lo sviluppo regionale, le città e le riforme nella Commissione, per ora non sono serviti a nulla, nonostante Fitto abbia ribadito che la Commissione europea «è disposta a modificare parte della sua proposta di bilancio da 2.000 miliardi di euro», nella parte fondamentale della proposta di bilancio dell'UE per il periodo 2028-2034 relativa ai finanziamenti regionali.

Oltre al merito, per nulla insignificante sia per la quantità di danaro che chiede la Commissione sia per come vorrà spenderlo, si riapre l’ennesimo allarme e denuncia di rischio di opacità e discrezionalità incontrollata sull'operato dell’esecutivo, se la proposta di Bilancio venisse approvata sic et simpliciter. A lanciare l’allarme un importante revisore dei conti dell'UE che ha avvertito come la proposta di revisione del prossimo bilancio a lungo termine dell'Unione potrebbe alimentare l'euroscetticismo, poiché ridurrebbe i controlli e gli equilibri su come verranno spesi i 2.000 miliardi di euro a disposizione. «Se sprechiamo denaro, o non sappiamo dove è finito o cosa abbiamo ottenuto in cambio... ci sarà una conseguenza di malcontento degli elettori nei confronti dell'Unione», ha dichiarato al quotidiano on-line Euractiv Petri Sarvamaa, membro finlandese della Corte dei conti europea. La proposta attualmente in discussione infatti «si concentra in modo limitato sui risultati, non sono richieste informazioni sui costi effettivi dei programmi o dei progetti, non è chiaro cosa otteniamo in cambio del denaro... non c'è tracciabilità del denaro», accusando la Commissione di «giocare con le parole». Un gioco che Ursula Von der Leyen conosce bene, grazia anche al supporto di decine e decine di funzionari e lobbisti che governano le istituzioni europee e, come abbiamo descritto più volte, non tollerano assolutamente alcun controllo, né trasparenza, a scapito di salute e benessere dei cittadini (contribuenti) e dello stesso futuro europeo.