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CON LA NATURA O CONTRO?/1

Sostituite bulimofobia con omofobia ed ecco l'inganno

Immaginate un Pride in difesa della bulimia? Che reazione avreste di fronte ad un comunicato sulla discriminazione delle persone che vomitano liberamente, perché se la sentono, e su quei bigotti dei cristiani che la ritengono un peccato considerandola un affronto a Dio e alla natura? Cosa accadrebbe se i medici che provassero a combattere la pratica fossero denunciati? Pensateci e poi sostituite a bulimofobia la parola omofobia.

Vita e bioetica 05_10_2018

Immaginiamo di leggere il seguente comunicato.

Contro la bulimofobia.
La cosiddetta bulimia, in realtà liberazione alimentare, è un diritto umano. La cosiddetta bulimia, cioè l’ingestione di grandi quantità di cibo seguite da liberazione, è un sistema brutale secondo l’ottica ottusa di alcuni, ma sicuramente efficace per procurarsi del piacere e quindi un diritto umano. In questo articolo, preferirò il termine liberazione alimentare. Sia l’ingestione di cibo che la liberazione dello stomaco ora meravigliosamente pieno permettono la liberazione di dopamina dai centri cerebrali del piacere e allentano le tensioni. Le persone che praticano la liberazione alimentare sono persone che elevano dal loro stomaco del cibo che loro vi hanno introdotto, così da alleviare le tensioni e procurarsi piacere, senza in tutto questo danneggiare nessuno.

La liberazione alimentare è raccomandata nelle grandi civiltà, nella pratica yoga il controllo anche dello sfintere cardiale, la capacità della liberazione alimentare è un punto cruciale per l’armonia mente corpo e può essere attuata mediante due metodiche, con l’ingestione di grandi quantità di acqua calda e sale, un sistema sempre caro a tutti i praticanti la liberazione alimentare, oppure con l’ingestione di una lunghissima garza inumidita in acqua tiepida, che poi viene estratta. La liberazione alimentare era inoltre lietamente incoraggiata nella civiltà latina, così che la libertà sia assoluta. Ogni limitazione viene sfidata e scompare. Tutto è libero: il quantitativo di cibo che si vuole ingerire, il tempo che si dedica alla liberazione che può occupare interi giorni, accuratamente descritti sui nostri forum 

La liberazione alimentare è sempre stata osteggiata e perseguitata sia nel giudaismo che nel cristianesimo, che la considerano addirittura un affronto a Dio e alla natura. Nel cristianesimo il sottolinea “dacci oggi il nostro pane quotidiano” spinge a considerare che una liberazione da questo pane come un evento negativo. Le persecuzioni che i praticanti, quasi sempre le praticanti della liberazione alimentare sono state dure la liberazione alimentare è stata da sempre bollata con il demoniaco termine di contro natura. La liberazione alimentare, il vomito autoindotto per usare l’orrido termine, è definito come segno di dispregio di Dio.

Possiamo immaginare l’odio e l’invidia dei coatti, seduti alle loro tavole, il cibo ingurgitato e tenuto nello stomaco in tempi brevi, rigidi, senza alcuna gioia, senza alcuna leggerezza per la grazia con cui noi giochiamo con il cibo, con i sapori, dentro e fuori, dentro e fuori. La liberazione alimentare è orrendamente disprezzata e punita dalle famiglie. Le giovani donne che praticano la liberazione alimentare sono martirizzate, disprezzate, umiliate. “Mia madre mi ha detto che lei faticava per comprare il cibo che io vomitavo quando mi ha scoperto,” dice una giovane bella donna liberata che ha pagato caro l’aver dimenticato di chiudere la porta del bagno a chiave. 

Le angherie continuano anche a scuola. Se qualcuno ha sentito i rumori della liberazione in bagno la persecuzione comincia. La fanciulla liberata diventa "quella che vomita", additata come una criminale non solo dagli altri studenti, ma addirittura dagli insegnanti e dal personale non docente, che a loro volta denuncia di aver trovato nel gabinetti gli schizzi che a volte può lasciare la liberazione alimentare, come se fosse l’unica cosa che inzacchera i non certo immacolati gabinetti delle nostre scuole. Lo "psicoterapeuta" Nardone  invita le madri delle madri delle ragazze che praticano la liberazione alimentare ad umiliare le figlie tutte le mattine domandando: «Cosa vuoi che ti compri oggi perché tu lo mangi e lo vomiti?».

Chi pratica il vomito autoindotto, della liberazione alimentare, sono spesso umiliate dal personale che dovrebbe essere di cura, endoscopisti, dentisti, personale di pronto soccorso e cardiologi, che si ostinano a ripetere che la liberazione alimentare può causare erosione dello smalto dentario e carie sistematiche, ernia iatale ed esofagite, ulcere dello stomaco e dell’esofago, sindrome di Mallory Weiss (frattura del cardias e conseguente mediastinite) perforazione dello stomaco e peritonite, alterazioni del ritmo cardiaco fino all’arresto. Che sciocchezza: queste cose sono presenti anche in chi non pratica la liberazione alimentare, sono discorsi di fondamentalisti bulinofobi. Se anche fosse, è il costo della nostra libertà e abbiamo accettato di pagarlo e nessuno, infermiere, dentista, endoscopista o cardiologo ha in diritto di ironizzare: «Se non smette di vomitare, signora, è inutile curare l’esofago, è come spalare acqua con un forcone». 

Esigiamo rispetto: esigiamo un rispetto assoluto da tutti. Nessuno deve avere il diritto di umiliarci. Da quando alcune valorose personalità come Jane Fonda e la Principessa Diana hanno fatto coming out la situazione è leggermente migliorata, quindi è ora necessario che organizziamo un Pride, una parata di orgoglio, perché lo meritiamo: porteremo secchielli d’argento meravigliosamente pieni di vomito, noi siamo il nostro vomito, la libertà alimentare è la più alta forma di libertà umana..

Immaginate di leggere un proclama di questo genere. Avete letto tutto? Site convinti che sia un ammasso di pericolose idiozie? Avete ragione. È un ammasso di pericolose idiozie. Affermo che la bulimia, mangiare e vomitare è una malattica del corpo e dell’anima e che il vomito è ripugnante. Fortunatamente il Pride non lo hanno ancora organizzato quindi posso ancora dirlo.

Segue...