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ELEZIONI

Sorpresa in Brasile: Bolsonaro vola nei sondaggi

Bolsonaro, dato per perdente già al primo turno, in realtà vola nei sondaggi. Odiato come solo Trump e Orban prima di lui, ha comunque dato impulso all'economia brasiliana e la popolazione lo riconosce. Lula cerca il voto dei cattolici, nascondendo sotto il tappeto la sua agenda Lgbti. Per ora sono dati quasi alla pari. 

Esteri 26_10_2022
Jair Bolsonaro

Più di 150 milioni di brasiliani si recheranno alle urne il 30 ottobre per rieleggere Jair Bolsonaro come presidente o per riportare al potere Lula da Silva, la vittoria di quest’ultimo è tutt’altro che scontata. Lo scorso 2 ottobre tutti i sondaggisti mondiali davano per sicura la netta vittoria al primo turno di Lula da Silva, l’ex Presidente e leader del socialcomunista partito dei lavoratori, invece il margine di vittoria nei confronti del presidente del Brasile in carica Jair Bolsonaro, risultò ridotto ad uno scarno 5% (Lula 48,43%, Bolsonaro 43,20%), dunque il secondo turno. Il prossimo 30 ottobre i cittadini brasiliani si recheranno alle urne per decidere chi sarà il loro prossimo presidente del Brasile.

L’uscente Bolsonaro, rappresentante dell’anima cristiana e conservatrice oltrechè del buon governo del paese, è in grande recupero. Da dieci giorni a questa parte i tutti i sondaggi dimostrano che la distanza tra i due candidati si è ridotta a meno de 5% e sfiora quel 3% che è considerato il margine di errore possibile delle indagini, dunque al momento pare che tra i due contendenti sia ‘parità tecnica’. Ovviamente, sono già iniziate le pre-campagne mass mediatiche internazionali della sinistra che discreditano le decisioni di Bolsonaro e del suo governo in questi ultimi 28 giorni. Ci sono alcuni fattori che potrebbero spiegare la imprevedibile vittoria Bolsonaro, tanto odiato e vituperato alle elitè mondiali quanto solo Trump e Orban.

Primo: candidati alla carica di Governatore eletti il 2 ottobre o al ballottaggio il 30 ottobre negli stati brasiliani che sostengono esplicitamente Jair Bolsonaro hanno raccolto 97 milioni di voti, contro i circa 31 milioni dei voti raccolti dai sostenitori di Lula. In 12 dei 27 Stati si terrà il ballottaggio per i governatori. Nei restanti 15, i governatori (eletti a maggioranza assoluta il 2 ottobre) si presentano per fare campagna elettorale per i candidati presidenziali preferiti, 9 di questi neo eletti governatori ( negli statti di Minas Gerais, Río de Janeiro, Paraná, Acre, Goiás, Mato Grosso, Tocantis, Roraima, Distrito Federal) appoggia Jair Bolsonaro e solo 6 si è schierato con Lula (negli stati di Amapá, Parà, Maranhão, Ceará, Piauí, Rio Grande do Norte). L’ultimo di essi, il Governatore Neto Zema, eletto alla guida del grande, ricco e popoloso stato di Minas Gerais, ha dichiarato nei giorni scorsi il pieno sostegno a Bolsonaro e spronato i suoi elettori a sostenere il presidente uscente.

Secondo: i leader religiosi evangelici sostengono Jair Bosonaro, i cattolici sono da sempre più propensi, per il malsano e mai sopito spirito della teologia della liberazione, a sostenere il candidato del Partito dei lavoratori e Lula. Lo stesso Lula, non a caso, ha mostrato tutta la sua insicurezza elettorale e ipocrisia sfacciata proprio nei giorni scorsi, recandosi non solo al Santuario della Madonna di Aprecida per una  kermesse di suoi sostenitori cattolici, ma inviato pure una lettera aperta ai leaders evangelici e pentacostali, i cui contenuti sfiorano lo sberleffo: difenderà la vita umana come sacra, "condivido la vostra appassionata difesa e promozione della famiglia naturale..." Insomma tutto il contrario delle promesse abortiste e Lgbti fatte nei mesi scorsi di campagna elettorale. Tra i leader delle varie religioni brasiliane, la star assoluta del calcio Neymar Júnior, campione del Paris Saint Germain e della nazionale carioca, anche nei giorni corsi ha promesso che il primo goal che segnerà ai mondiali in Qatar avrà una sola dedica: “Jair Bolsonaro, Presidente del Brasile”.

Terzo: l’economia brasiliana e le ricette liberiste ma anche attente ai poveri del governo stanno portando ad un crescita economica ed una riduzione del debito pubblico senza precedenti. Un ‘momento d’oro’ per il Brasile di Bolsonaro e del suo ministro dell’economia Paulo Guedes che con una crescita stimata dal Fondo Monetario del 2,8% si può permettere di ampliare gli aiuti ai milioni di poveri del Paese, alzare gli stipendi e dare ancor più slancio al mercato interno, dove le piccole e medie imprese sono cresciute di 1,3 milioni nell’ultimo semestre, ed alle esportazioni. In particolare, nel mese di luglio è stato approvato un pacchetto di misure sociali del valore di oltre 7,6 miliardi di euro per aiutare i brasiliani a combattere l'inflazione. Tra le misure c’è un aumento del valore degli aiuti alle famiglie del programma ‘Auxilio Brasil’, che saranno erogati tra i 74 e i 111 euro, oltre alla concessione di aiuti per i camionisti di 1.000 reais brasiliani, 185 euro, e di aiuti per i tassisti di 37 euro al mese fino a dicembre di quest'anno. La proposta include anche il trasferimento dei buoni gas, che finora venivano concessi ogni due mesi, diventeranno mensili e il loro valore sarà raddoppiato a 120 reais brasiliani (22 euro), oltre a 462 milioni di euro per garantire il trasporto pubblico urbano gratuito ai pensionati.

Proprio il programma ‘Auxilio Brasil’, la più imponente misura pro famiglia e per l’infanzia della storia brasiliana che riguarda più di 20 milioni  di famiglie, potrebbe aver convinto i brasiliani a sostenere il Presidente Bolsonaro che proprio dal mese di ottobre ha deciso rendere quindicinale l’invio degli aiuti anche a ridosso dell’appuntamento elettorale (120 euro ), oltre i benefit di chi ha figlie e al  buono per il gas per più di 5,5 milioni di famiglie brasiliane. Bolsonaro può anche non piacere ma, per certo, Lula da Silva, oltre ad aborto e dottrina Lgbti,  porterebbe anche il Brasile, dopo Cile, Colombia, Honduras, Argentina, Nicaragua, Perù e Bolivia nelle mani del socialismo cubano e venezuelano, dunque di Russia e Cina.